TARANTO NOISE VERSO VERONA: LEMMING E DEPRESSION HOUSE
di Giovanni Panetta
Piccola analisi sulla collaborazione tra Giacomo "Scoia" Berardo e Gaspare Sammartano. Alleanza tra Lemming Records e Depression House Records, e esordio del tender noise.

Il mondo delle etichette indipendenti, contenitori di noise, pop sghembo, psichedelìa estrema o dai richiami arcaici, è sempre stato un intreccio tra luoghi diversi, anche lontani tra loro. Molte le città che hanno rappresentato quel fermento associabile al cosiddetto “tender noise”: Roma, Napoli, Milano, Jesi, Firenze, Messina, Bari, Ancona, Lodi, Padova, Prato, etc, tra cui ponti ideali tra esse che sono emersi in quel contesto nazionale, e che hanno creato un unicum tra le varie regioni attraverso un mezzo potente come il web, con il quale hanno saputo sciorinare una comunicazione tra causticità rumoriste e trame stilizzate. C’è comunque da precisare che nel tender noise non si può parlare di genere o famiglia di sonorità privilegiate nell’offerta di quegli artisti. Qualsiasi suono rispetta l’individualità personale o collettiva (da cui l’eterogeneità di quello spettro) attraverso un linguaggio idoneo in empatia con un sentimento universale, dove è presente l’archetipo dell’infantilità; il valore dell’infanzia/adolescenza è presente nella musica e in quei prodotti destinati a quella comunità di ventenni, anche con grafiche che uniscono quelle due polarità caratteristiche del tender noise. Si vuole dare una valenza ludica all’impegno di quei musicisti, e viceversa; carattere adulto e giovanile si uniscono, nella forma e nella sostanza, e non è un caso che molti di quei protagonisti descriveranno forme sempre diverse, evocheranno diversi colori, tra pop e avanguardia. Non è un caso che emerge un certo progressive rock, soprattutto quello franco-giapponese; in maniera caratteristica, la Skin Graft, modello di quel movimento eterogeneo, ospiterà gruppi come i giapponesi Ruins e Koenjihyakkei di Tatsuya Yoshida, uno dei maestri iconici (e iconoclasti) che girò il mondo in quel periodo.

Si parla in parte della Puglia, e non è un caso che il 23 Settembre 2016 alla Masseria Le Macerie, zona Molfetta, si è esibito Yoshida con i Ruins, seguito ad un altro suo concerto con i Japanese New Music Festival dell’8 Giugno 2017 all’Eremo Club, sempre a Molfetta; la comunità legata a certo intrattenimento di Bari e Taranto, in particolare, sono stati in grado di amalgamarsi con la scena internazionale, e non è un caso che quei concerti sono stati aperti da Oaks (data dell’8 Giugno ’17), HysM?Duo e La Confraternita Del Purgatorio (entrambi alla serata del 2016). In quel periodo con quei gruppi più altri (Bread Pitt, Superfreak, Texans From Bari, Bokassà, Plof, Cannibal Movie, Bogong In Action, La Sedia Di Wittgenstein, IONIO, Laogai…) si era dimostrato un certo fermento che dimostrava l’internazionalità di quella musica locale oltre ogni campanilismo, soffio vitale che veniva inspirato dalla metà anni 2000 fino a metà anni ’10, per poi continuare in maniera più smorzata.

Japanese New Music Festival

Locandina del concerto dei Japanese New Music Festival all’Eremo Club del 2017.

Depression House Records

Logo della Depression House.

Uno di quei primi rapporti è scaturito da un collegamento virtuale tra l’owner della Depression House Records di Verona, ovvero Giacomo “Scoia” Berardo, e il proprietario della tarantina Lemming Records Gaspare Sammartano. L’incontro avviene intorno al 2008 tramite MySpace in una cornice fatta di reciproca stima, una volta che si conobbero musicalmente. Scoia, intorno a quel periodo in cui militava nei Kill Kalasnikov e poco dopo nei Virus, avrebbe pubblicato con la sua etichetta due prime uscite, coproduzioni in collaborazione con la Lemming: 7 Years dei Kill Kalasnikov, e lo split di Virus e Dots, questi ultimi nati dalle ceneri dei primi (in realtà lo split è una coproduzione anche di Surfin’ki Records, Avant! Records e Rijapov Records, oltre a, come è stato riportato, le label già citate). 7 Years, del 2009, è un disco in tutto e per tutto ancorato al passato noise più tradizionale (masterizzato non a caso al Chicago Master Service da Bob Weston di Shellac, Volcano Suns e Mission Of Burma), anche se si lascia trasportare da divagazioni più elastiche che sconfinano in certa eterodossia che aprirà le porte ai progetti successivi di quei componenti. Il disco si apre con 1, 2, 3, 4 Kicks In Your Face, che contiene dilatazioni rumoriste che rimandano alla poetica dei Butthole Surfers; Ola Get Down ha divagazioni che rimandano a certo hardcore che si esacerba ad un mal contenuto noise; God Save ha un suono più etereo, mentre Punk Guy Against The Tribal Dance è più sospesa attraverso un suono più dissonante. Un punk dissonante, collante tra una poetica al suo termine e un’altra che inizia.

Scoia.

Scoia durante una performance con i Virus a Legnago (VR) nel 2012.

Virus/Dots, del 2010, è in assoluto un disco sghembo, nel quale si intravede il potenziale graffiante e sperimentale delle due band; più in senso classico il lato dei Dots, più abrasivo e naïf quello dei Virus. Questi ultimi sciorinano una non convenzionalità del suono tra una sezione ritmica scarna e un cantato cacofonico e maggiormente vocalizzato; i Dots hanno un suono garage, con delle inflessioni più rotonde, verso un classicismo punk, il tutto in nome di una causticità ludica, etilica e scanzonata. Quella di entrambi i gruppi è una di quelle fasi che subirà più metamorfosi, manifestando un suono ogni volta fervido, scorretto e storto, terza via tra intrattenimento in senso proprio e arte colta.

In senso inverso, tra le due uscite, Scoia volle ripagare il contributo di Gaspare con l’inserimento nel catalogo Depression House di un disco più legato al roster Lemming e al suo proprietario, pubblicato il 5 Dicembre 2009; ovvero Cow Licks Cow dei Microwave With Marge, gruppo nel quale ha fatto parte Gaspare Sammartano al basso. Il disco è una coproduzione, oltre che di Lemming e Depression House, anche di Valvolare Records, Hell Vice I Vicious, Musica Per Organi Caldi, HysM?, Brigadisco Records, Sturmundrugs, In The Bottle, Mescaleros Crew, NO=FI, Fire STill Burns, A-Shame, Serpentine e della francese (di Cherbourg, in Normandia) Whosbrain Records. Il gruppo, nel quale figurano anche Aldo Orlando, alla voce e chitarra, e Giorgio Maniglia, alla batteria (e a capo di Musica Per Organi Caldi), fa sfoggio di un punk funk rumorista, oscillazione noise che trova un equilibrio non stabile nei suoni di Gang Of Four e Minutemen. Il disco fu registrato al Magister Home, nel Salento, la casa-studio di Fabio Magistrali, il quale esplicò perfettamente e oltre il potenziale della band, attraverso un’attitudine più indefinibile, e in particolare con l’esperimento Giglin, tra concretismi e elettronica. Il suono sconfina in sonorità più ballabili (sottraendosi da qualsiasi patinatura del caso) manifestazione di un primo tender noise, dove da prospettive diverse risulta essere più rotondo o affilato; in questo caso sono più esplicative My Cat Jumps On The Closet e 70 Cents. Quello di Cow Licks Cow è un suono più coeso del precedente EP omonimo, maggiormente artefatto e progressivo (in senso lato), dove la musica e l’artwork di Elzevira in serigrafia (dai disegni fosforescenti) evoca un immaginario di un quotidiano che devia verso un sentimento di inquietudine. L’elemento punk si fa maggiormente sentire; il suono di quel cosiddetto Taranto Noise ha un’impostazione slabbrata; un’attitudine punk che supera il punk stesso in senso proprio, guardando al suono di Providence, in cui quei primi vagiti, in particolare Six Finger Satellite e Arab On Radar sono i riferimenti più evidenti. Un suono nuovo in quel contesto e che guarda a più parti del mondo, tra influenze e coproduzioni.

Microwave With Marge

Microwave With Marge live all’Here I Stay Festival (Sleepwalkers Club, Guspini, Sardegna), Luglio/Agosto 2009. I musicisti da sinistra a destra: Giorgio Maniglia, Gaspare Sammartano e Aldo Orlando.

Un aspetto particolare, quello di questo piccolo ponte sonoro tra Taranto e Verona, che si evolverà negli anni in altri suoni: Hallelujah! e Brutal Birthday per Scoia, e Bogong In Action e Cannibal Movie per Gaspare. Rumori di una causticità lisergica che viaggiano nel tempo e nello spazio, e che si sanno guadagnare il loro prezioso pubblico, nel nome del “glocalismo”.

Per approfondimenti su Kill Kalasnikov, Virus e Dots, leggere l’intervista “Eterodossia e suono weird per Omino” di Nikilzine a Francesco Zorzella, componente dei primi due gruppi citati.

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