Science in Action, 10 anni di HysM?Duo contro dualismi e altre idealizzazioni
di Giovanni Panetta
Intervista a Stefano Spataro su HysM?Duo, i dieci anni da Science in Action, il live That Silence Before Blowing Up e altro ancora.
HysM?Duo.

HysM?Duo. Stefano Spataro (a sinistra) e Jacopo Fiore (a destra).

Sonorità insolite quelle delle del Mezzogiorno italiano, tra sperimentazioni aldilà di tutti i generi. Intorno alla crisi politica degli ultimi vent’anni nascono e crescono gruppi da tutta Italia (e ovviamente non solo) dimostrando un’innovativa creatività tra avanguardia, pop e musica punk. Tracce di field recording che diventano divertissement, free jazz unita ad un’elettronica periodica con elementi quasi balcanici e l’intuizione quasi irrealizzabile di unire punk e progressive assume una nuova vita dai tempi d’oro della Skin Graft. Nella provincia Sud-Est il contesto non è così difforme e assume anche tinte originali. A Bari operano LCDP, che attraversano tutta l’Europa, e tutti gli artisti che gravitano intorno all’etichetta Lepers Produtcion (Superfreak, Alexander DeLarge, Frogwomen, Pete Jones, Plof, Oaks…) e si sperimenta parecchio con la psichedelia e il blues, mentre a Taranto (con Cannibal Movie, Bogong In Action, Microwave With Marge, IONIO, HAPRILE, Liccamuse, Occhio Trio) attecchisce di più una cultura noise e in parte prog; a riguardo di quest’ultimo aspetto HysM?Duo con Jacopo Fiore (batteria, percussioni, voce) e Stefano Spataro (basso, chitarra, chitarra baritona, synth, voce) hanno svolto un ruolo cardine nel panorama musicale, dimostrando di essere a tutti gli effetti un duo internazionale e versatile nella sperimentazione, elaborando nuove forme di genere free e krautrock. Stefano e Jacopo gestiscono anche la HysM?, etichetta che coinvolge anche artisti nazionali o al di fuori le Alpi, dimostrando una grande varietà nella produzione, oltre che una predisposizione per un formato tutto DIY nelle loro uscite, ovvero il CDr.

Quest’anno è anche la volta di HysM?Duo con il live That Silence Before Blowing Up, che contiene pezzi di All Impossible Worlds e dell’ultimo lavoro Astonishment; ma soprattutto decorrono dieci anni dal loro primo lavoro più importante, ovvero Science In Action, pubblicato per Human Feather, Lemming Records, A Shame, QSQDR, Suoni Grezzi, Zero Sonico Records, Eclectic Polpo Records e ovviamente HysM?. Il disco è caratterizzato dall’utilizzo di riferimenti diversi e nuovi per la loro produzione, in cui spicca un formato canzone comunque eterodosso ma più organico, a differenza dei precedenti lavori strutturati pressoché attraverso uno spontaneo flusso di coscienza. Science In Action, il titolo, fa riferimento ad un saggio di Bruno Latour che ha come oggetto una scienza in divenire, che non si ferma davanti al platonismo dei modelli e teorie precostituiti; un aspetto che rispecchia il clima di incertezze quasi ontologico di quegli anni da parte della società causato soprattutto dalla crisi economica del 2008.

HysM?Duo

HysM?Duo.

Testi di Science in Action:

 

Pretty Things

 

Pretty things are pretty

Things are pretty, things are pretty

Reason enough for me.

 

Chains of World

 

Nature doesn’t know good and bad

Nature doesn’t know right or wrong

Nature knows just balance and unbalance.

 

Each fact is thought before

Each thought may generate a fact

The world is the sum of the facts

Each fact may generate the world.

Each thought may generate the world

The world exists because does exist the way of thinking it.

 

Acting is creation or distruction

Thinking is fecondation or masturbation

The thinking is limited to immaginable

To need is a limit, joy is a limit, fear is a limit, freedom is a limit

Each good thing stretches to infinity.

 

Chains of Water

 

If I had needed aspirations, I would have stop swimming

Closed eyelids are vulgar

I just need to know that everything is always available

I seat, waiting for everything to come

 

If I asked to my taenia what she would like to eat, she would answer “you are enough”

From my top hat I take out some chains of water

I tie myself with them in.

 

I’m a jugglar

From my top hat I take a top hat from which I take out some chains of water

I can’t get rid and I am great in doing it

I stay tied there, while people acclaim me

They already saw everything but not this

I had a memory once

But I left it in the other top hat.

Abbiamo chiesto maggiori chiarimenti a Stefano Spataro su cosa è ed era dieci anni fa la musica degli HysM?Duo, tra dischi e prossime novità. Di seguito l’intervista.

In occasione o coincidenza al decimo anniversario di Science In Action è uscito il disco live That Silence Before Blowing Up, mixato e masterizzato da Andrea Caprara (Squarcicatrici, Jealousy Party), in cui compaiono pezzi da All Impossible Worlds e l’ultimo Astonishment; un disco dall’impatto più attitudinale, in cui le tracce dall’ultimo album assumono una forma voluminosa ed energica rispetto la loro struttura più concettuale e minimale presente nelle versioni in studio. Come avviene l’idea dell’album e per quale occasione?

“A distanza di un po’ di tempo dell’uscita di Astonishment sentivamo la necessità di far ascoltare qualcosa. Siamo sempre produttivi, almeno con la testa, anche se il tempo è poco per fare tutto quello che vorremmo. Mi sono messo quindi alla ricerca di qualche vecchia traccia o impro da tagliare, remixare, frullare e così ho trovato la registrazione di questo live del 2018, l’ho riascoltata e mi è sembrata una buona summa dell’ultima stagione live che abbiamo passato, sperando ce ne siano presto di altre.”

Passano gli anni e ancora si mostra voglia di creare e collaborare in maniera armonica con il movimento, ma anche di includere nuovi artisti (vedasi Djeco e Lorenzo Blanco, tra l’altro anche nei progetti letterari). Il progetto HysM?, in toto, e secondo diverse testimonianze ha ispirato una buona parte dell’intero macromovimento indipendente in Italia, arrivando a produrre artisti internazionali (Gravitsapa (Ucraina), Coso (Argentina) e Rollerball (USA)). Ti chiedo quali saranno prossime novità in merito a HysM?Duo o HysM?.

“Come dicevo, le idee sono tante, ma il tempo è poco. Attualmente sono in cantiere una marea di dischi che mi riguardano in prima persona. Sto scrivendo il secondo Minimal Architectures interamente dedicato alle “architetture” presenti nei romanzi di J.G. Ballard (così tengo insieme due passioni, che non è male). Sto lavorando, anche se con estrema lentezza (le registrazioni risalgono al 2013/2014) a mix del nuovo (?) album dei Panzanellas e a quello de La sedia di Wittgenstein (qui le registrazioni sono più recenti, 2016). Mi piacerebbe poi incidere un album di solo sax soprano e onde radio, ma ancora devo concettualizzare il tutto. Per il resto restiamo aperti a nuove proposte, qualora arrivino.”

Parliamo del vostro, a quanto pare, terzo album (Disco Blu dovrebbe essere un EP), ovvero Science In Action. Il suddetto lavoro si colloca in una fase decisiva per la vostra carriera; se i precedenti lavori come Vorstenllungen (l’unico album non per la HysM?, ma per l’etichetta danese A Beard Of Snails Records, del 2011) è un collage di bridge che propendono verso la sospensione stessa (utilizzando una metafora geometrica, un po’ come un nastro di Moebius), e Disco Blu è un insieme di sperimentazioni più free e magmatiche nel loro complesso, i pezzi di Science In Action sono più studiati, in cui sembra esserci un lavoro maggiormente organico e a lungo termine di pre-produzione, poco legato all’improvvisazione libera, dove in quest’ultima fase non manca però uno schema astratto a monte del lavoro di esecuzione. Come si collocano i vostri esordi con l’esordio di un’altra fase, ovvero quella rappresentata da Science In Action?

Science in Action viene scritto e inciso nel primo anno in cui mi trasferii a Perugia, nel 2011.  In quel periodo io e Jacopo avevamo molto più tempo da dedicare alle prove e quest’album è davvero il primo a essere stato scritto e portato dal vivo nella stessa forma che in studio. Idealmente SiA porta a compimento quello che avevamo già iniziato a fare su How to Hypnotize, ma con una possibilità di reiterazione e una consapevolezza anche tecnica e strumentale diversa. HtH chiude, almeno nella mia idea, la fase total impro e ci trasporta verso una più strutturata (complice anche il tour in trio con Alberto Piccinni nonché l’album live che è sostanzialmente il riassunto di questa collaborazione) e apre a quella che ho sempre immaginato una trilogia: Science in Action, All Impossible Worlds e Astonishment (che a sua volta comprime tutta una serie di nostre convinzioni musicali e ci porta, ancora una volta, altrove).”

Per l’appunto, nella nostra precedente intervista (che puoi trovare qui) si parlava di una trilogia che include lo stesso Science In Action più i successivi All Impossible Worlds e Astonishment. Credi ancora che sussista tale schema, che richiama qualche metamorfosi dell’anima studiata in Filosofia, e risulta essere più dettata dalla spontaneità piuttosto che premeditata?

“ Sì, lo schema sussiste e sicuramente partecipa sia della spontaneità che della ratio. Come Jacopo dice sempre: la nostra musica è frutto dei nostri discorsi e delle nostre persone; siamo prima di tutto amici, compagni, interlocutori e solo in un secondo momento musicisti. In un certo senso potremmo dire che le idee ci vengono in maniera quasi necessaria, mentre la loro realizzazione è continuamente sottoposta a vaglio critico e discorsivo.”

I pezzi di Science in Action hanno in sé un’intrinseca astrazione, ma legata questa volta ad un suono più fluido nel ritmo e nella melodia. Fever, la prima traccia in collaborazione con il chitarrista e musicista elettronico Daniele Rotella (Boda), non solo è suddivisa in due parti nette caratterizzate in modo evidente dalle due caratteristiche sopracitate, ma risentono di una certa disarmonizzazione rarefatta, in cui il suono si fa concetto o pensiero, scivolando in una decrescita rapida. Potresti parlarci di come avviene questo aspetto in Fever e come si combina con gli altri pezzi dal carattere leggermente più familiare?

Fever è stato il primo pezzo, che io ricordi, che cerchi di tenere insieme le due caratteristiche che tu citi: struttura ben definita, all’inizio, e impro nel finale. O se vogliamo: prog e kraut. È un dualismo che abbiamo cercato poi di riproporre in Leviathan Vs Predator, ma che qui ha più il sapore di una dichiarazione di intenti per tutto il concept dell’album. Fever è un brano che doveva spezzare un po’ con tutto quello che avevamo fatto prima (anche il titolo rimarca un po’ questo scuotimento). Un po’ come un portale monolitico che introduce in un nuovo mondo.”

HysM?Duo

HysM?Duo live @ Cellar Theory, Napoli (2013).

Pretty Things comunica più per istanze ricorrenti, rintracciando un certo ascolto più accessibile in certe parti, in cui il tutto è organizzato in maniera non convenzionale. Vi è l’idea del collage musicale di cui parlavamo prima, in maniera più organica e meno legata all’improvvisazione libera. Fever e Pretty Things sembrano essere due pezzi duali, in cui l’aspetto centrifugo passa dall’astratto al concreto, rappresentando un equilibrio di compensazione nell’ascolto. Qual è stato il processo creativo di Pretty Things, e come avviene la sua maggiore accessibilità? E qual è il rapporto tra i due pezzi citati?

“Mi piace la tua interpretazione. La scelta è stata proprio quella di voler creare una sorta di vertigine, che risucchia l’ascoltatore nell’arpeggiatore finale di Fever (dal quale può emergere qualsiasi cosa, anche Ravel…) e fa rifluire verso l’alto con l’attacco acido di Pretty Things. Il brano nasce per accumulazione di parti, come hai detto tu. In quel periodo avevamo preso una bella botta con i dischi dei This Heat e adoravamo gli italiani A Short Apnea e Uncode Duello, quindi i nostri riferimenti erano proprio questi. Tra l’altro, proprio dopo qualche mese dell’uscita di SiA, riceviamo una mail dal mitico Paolo Cantù che ci chiede di coprodurgli il suo primo disco solista, Silo Thinking (Makhno), iniziando una lunga e prolifica collaborazione che continua tutt’ora.”

HysM?Duo

Stefano Spataro con HysM?Duo live @ Cellar Theory, Napoli (2013).

Predream rappresenta un intermezzo tra le due facciate del vinile, e vede la collaborazione di Superfreak. Il pezzo è contraddistinto da una certa aleatorietà, che rimanda agli esordi di HysM?Duo, anche se una certa struttura ritmica più periodica allude al fatto che da allora le intenzioni sono cambiate. Come è avvenuta la fase di produzione relativa a questo pezzo?

“Ci siamo resi conto che l’album in quel punto necessitava una sorta di pausa. Di respiro, per poi ripartire con una nuova lena nel lato B (che esiste naturalmente solo nel vinile, ma SiA è uscito precedentemente in cdr, in poche copie). Jacopo quindi ha scritto quel pattern a cui abbiamo affastellato suoni che gli volteggiano intorno e un piccolo tema onirico per amalgamare il tutto.”

Il lato B di Science In Action, formato da Chains Of World e Chains Of Water (quest’ultima in collaborazione con il chitarrista perugino Iononso+chisono), è segnato ancora una volta da una struttura iniziale più incisiva che va via via rarefandosi, un trend nella nostra scrittura e che avrà tante variazioni; nei due testi figure immaginarie sono protagoniste, dove si gioca con il dualismo terra/acqua. attraverso Chains Of World si diffondono i seguenti concetti: le catene della realtà di causa ed effetto si estendono all’infinito, mentre il pensiero, l’immaginabile, risulta essere limitato; in questo vengono richiamate probabilmente le idee della filosofia della scienza di primo Novecento di Wittgenstein, Gödel e Russell. In Chains Of Water l’immagine di due cappelli a cilindro potrebbero ricoprire il ruolo di inconscio e consapevolezza, in cui la “catena di lacrime”, la propria esperienza personale, può essere una manifestazione della propria creatività. Condividi queste interpretazioni? Se no, parlaci delle figure metaforiche o i concetti che arricchiscono la seconda parte del vostro lavoro.

“Ci hai visto bene senza dubbio. Le catene di mondo sarebbero l’impossibilità di leggere chiaramente e definitivamente il libro del mondo di Galilei, il che però non ci esime dal volerci costantemente provare. È un disco quindi dedicato, come dici, alla filosofia della scienza, ma non allo scientismo. Il titolo stesso del disco è lo stesso di un libro di Bruno Latour, nel quale sostiene, parafrasando, che “la natura è ciò che rimane quando gli scienziati smettono di litigare”. Il che, per noi, è stato ed è profondamente vero. Mi piace anche la tua visione dei due cappelli a cilindro. E questa è sicuramente una metafora di un costante dualismo, che può essere inconscio/consapevolezza, come dici, oppure, semplicemente, interno/esterno, ragione/senso. Ci tengo a precisare che non siamo degli amanti dei dualismi, e proprio per questo i nostri dischi hanno sempre questa sofferenza intrinseca di volersi liberare da questa fallacia filosofica (perché il dualismo è sostanzialmente questo). È come se ci fosse un protagonista che parla, nei nostri testi, e lotta costantemente non tra due parti, ma per volersi liberare da questa condizione che è solamente sovrastrutturale. È un po’ meta, come concetto, ma spero che passi. Altra curiosità riguardo Chains of Water: al tempo scrivevo la mia tesi di dottorato sul ciclo vitale della tenia per come era concepito dallo scienziato Antonio Vallisneri all’inizio del 1700; una teoria assolutamente primeva, ma che ha interessato così tanto Jacopo da volerla in qualche modo citare all’interno dei testi. Ecco, il dualismo è come una tenia che ti si attacca al piloro e ti toglie tutto il nutrimento e mentre tu ti arrabatti a capire cosa è giusto e sbagliato, sano e cattivo, bello e brutto, la natura va avanti e ti asfalta e se ne sbatte e tu hai perso solo tempo.”

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