Libertà “rock” in Moon’s Mallow; intervista a Gioia Coppola
di Nino Colaianni
Intervista a Gioia Coppola sul progetto Moon's Mallow e i due lavori Against All Gods e Long Lost (entrambi 2022).
Against All Gods

Against All Gods (2022).


Moon’s Mallow
è un recente progetto messo su da Gioia Coppola assieme a due diversi combo di musicisti, pugliesi e internazionali. Entrambe le collaborazioni sono sfociate nella pubblicazione di dischi, due per la precisione, autoprodotti e usciti su vinile a breve distanza l’uno dall’altro. Il primo dal titolo Against All Gods datato luglio 2022, e il secondo Long Lost, pubblicato circa un mese dopo ad agosto 2022.

Ci chiariamo un po’ le idee rivolgendo alcune domande direttamente a Gioia Coppola.

Gioia, raccontaci come nasce il progetto Moon’s Mallow e come hai formato le due differenti line up di musicisti che vi hanno contribuito.

“Moon’s Mallow nasce dalle mie idee musicali e dall’incontro con una coppia di giovani musicisti brasiliani, Luìs Marino, eccellente chitarrista e Leila Isaac, cantante e percussionista, che si è cimentata con grande talento alla batteria. Michele Rossiello, bassista, si è unito alla formazione.
Dopo tre mesi di prove siamo andati a registrare “Against all gods”, tra febbraio e luglio 2021 al Purerock Studio di Nanni Surace. Il disco è uscito online ad agosto 2021.

“Purtroppo a settembre dello stesso anno i ragazzi sono partiti per l’Europa per motivi di lavoro. E’ stato naturale, a quel punto, chiedere a Claudio Colaianni, che aveva partecipato al primo disco suonando le tastiere in “Last Drop”, di unirsi come chitarrista al progetto. Damiano Ceglie alla batteria ha completato la nuova line up.

“Abbiamo così ricominciato a produrre musica e tra marzo e giugno 2022 abbiamo registrato il secondo album, “Long Lost”, sempre allo studio di Nanni. La nuova realtà della band mi ha spinto a stampare in vinile tutti e due i lavori.”

Gioia, ciò che traspare dall’ascolto dei due lavori nel suo insieme è il carattere cantautorale dei brani, canzoni che, spogliate dell’arrangiamento elettrico, potrebbero conservare ugualmente la loro essenza. Condividi questa visione?

“Non so cosa intendi per l’essenza di una canzone. Una canzone è una canzone in qualunque maniera tu la voglia o possa arrangiare, quindi anche senza arrangiamento.

L’arrangiamento dei brani invece sembra frutto della tua collaborazione con i colleghi citati. Dicci quanto e in che modo hanno contribuito al processo di composizione delle parti a loro affidate.

“Questa è una band rock, quindi non si affida niente a nessuno, voglio dire, non c’è un direttore d’orchestra. Gli arrangiamenti si fanno suonando e si decidono insieme, in totale libertà. Ognuno contribuisce al cento per cento.”

Long Lost

Long Lost (2022).

A tal proposito, ti chiedo quali sono i tuoi ascolti musicali e se hanno in qualche modo influenzato il tuo songwriting o la tessitura del lavoro in fase di registrazione.

“Non mi piacciono gli elenchi, sono sempre molto riduttivi, soprattutto per chi ascolta musica da cinquant’anni. Penso sia inutile parlare delle influenze musicali, sarebbe un elenco infinto, anche perché in continua evoluzione. Credo comunque che si sentano piuttosto chiaramente nelle differenti canzoni.”

Al netto delle ovvie differenze dovute alle diverse personalità dei musicisti, tra i due dischi si avverte comunque nettamente il cambio di mood. Più eclettico ed acustico il primo, più rock ed elettrico il secondo. Sei d’accordo? E se si, a cosa è dovuto?

“Il mood non è cambiato, la differenza è dovuta solo alla diversa attitudine dei musicisti che hanno suonato nei due dischi.”

Due album in cosi poco tempo, cosa stimola maggiormente la tua creatività. Stai già pensando al tuo futuro artistico?

“Tutto è stimolante se sei creativo, non ho una preferenza o un percorso particolari. Al momento penso poco al futuro, sono concentrata sul presente e non solo a livello artistico. In ogni caso il futuro dipende da una parte dai pezzi che scrivo oggi e dall’altra dalle sensazioni che riescono a dare quelli già registrati a chi li ascolta.”

I testi dei brani spaziano da liriche più intimiste e introspettive a tematiche di carattere sociale. Qual è il tuo approccio alla scrittura, cosa ispira maggiormente la stesura della canzone?

“I musicisti scrivono sempre e solo quello che pensano, quello che sentono e i loro desideri. Tutto qui. Non ho un approccio particolare alla scrittura, sono una persona semplice, prendo in mano la chitarra e suono quello che sono in quel momento.”

Per concludere raccontaci qualche aneddoto simpatico dei momenti passati a lavorare sui brani con i compagni di band.

“Simpatico è una parola che non mi appartiene. Ti posso dire che il momento più divertente di tutta questa storia è stato quando ho chiesto a Leila di suonare la batteria e lei si è seduta e l’ha suonata con precisione e gusto come un fatto naturale. Davvero fantastico.”

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