Punk primordiale ed elettronica sottovuoto in Zerogroove
di Giovanni Panetta
Intervista a Zerogroove (Giuseppe Fantini) riguardo il nuovo album Everyday, l'etichetta Kaczynski Editions e novità per il futuro.
Everyday

Everyday (2023).

Kaczynski Editions

Logo di Kaczynski Editions, realizzato da Andres Lopez.

Suoni proto-punk risalgono nel contemporaneo attraverso un elettronica tra dub e techno, seguendo in sintesi il percorso più naturale del genere di rottura nato alla fine dei ’70. Questa è la formula per Everyday di Zerogroove, ovvero Giuseppe Fantini, musicista elettronico/d’avanguardia co-proprietario di Kaczynski Editions (insieme al sodale Niet F-n), dalle interessanti e diversificate uscite e dalle singolari edizioni discografiche limitate. Everyday esce anch’essa per Kaczynski Editions in tre formati fisici: tape, CD con custodia cartonata e l’edizione speciale in CD e poster all’interno di una scatola cilindrica di alluminio (similmente ad una pizza cinematografica, infondendo un certo non casuale fascino retrò).

Abbiamo trattato diverse volte sugli spazi di Nikilzine la label co-diretta da Giuseppe, arrivando a pubblicare un articolo/guida sulle prime uscite, tutte in periodo pre-pandemia COVID-19, tranne per quanto riguarda la raccolta Pulsioni Oblique Vol.2, uscita nel 2021 (rimando in merito a questo link), oltre agli approfondimenti/interviste su Hardboiled di Paul Beauchamp e Luca Sigurtà e l’album omonimo live del duo francese Qonicho Ah!.

L’uscita precedente firmata da Zerogroove per Kaczynski Editions è stato lo split per Alessandro Bocci KACZYNSKI TAPE SESSIONS – THE URBAN TAPE, i cui suoni sono segnati dall’influenza della minimalità dei Pan Sonic con una ulteriore organicità. In Everyday troviamo un leitmotiv più eterogeneo in cui, come affermato nell’incipit, il tutto è attraversato dallo spettro del punk.

Scopriamo di più su Everyday ed altri temi attraverso l’intervista a Zerogroove che seguirà.

Everyday è caratterizzato da un suono rarefatto, che conferisce spazio a pause e ambiente. Vi è un groove tra l’estraniamento tipico dei Suicide di Alan Vega e Mercury Rev e certe linee vivaci tipiche di Dave Alexander degli Stooges. Non manca una componente elettronica plastica e dinamica come sottofondo che infonde una sensazione di estraniamento immerso inconsapevolmente in un futuro apocalittico. Dove nasce questo sottovuoto e la suddetta groovosità in Everyday?

“Everyday nasce da un’idea base di fondo: cercare di attualizzare e rendere contemporaneo il passato. Per passato intendo i suoni che mi hanno influenzato maggiormente che sono quelli che poi citi tu; certa new wave d’avanguardia anni 80 e il punk primordiale di band come gli Stooges, MC5 ecc.

“Tieni conto del fatto che nel corso del tempo il ritmo nella musica mi ha travolto. Sono un assoluto fruitore di techno, electro, dub e indubbiamente questa componente dinamico-elettronica ha avuto una grossa influenza nella mia idea di suono. Preferisco sottovuoto a rarefatto per definire il suono di Everyday, sottovuoto come scarnificato.”

Be-Bop Timing è un esperimento con il tuo collega di etichetta Niet F-n; la struttura del pezzo risulta monocorde, simile ad un glitch ripetuto, insieme ad un beat frammentario e un campione difficilmente riconoscibile. Parlaci del focus del pezzo e dell’attinenza con quel sample originario.

“Be-bop timing in origine era un pezzo originale dell’album a cui però sentivo mancasse qualcosa; ho così deciso di affidarlo alle mani di Niet dandogli carta bianca. Il risultato mi è piaciuto perchè spezzando l’umore monolitico dell’album ci trovo ugualmente una consequenzialità con il resto del disco.”

Giuseppe Fantini

Zerogroove (Giuseppe Fantini).

2022 Elettrodi è caratterizzato da un suono più denso, più catchy nel ritmo, una valenza che genera un discostamento all’interno dell’album; il synth genera una musica ambient disomogenea e povera di armonia, mentre il basso ripete un riff in maniera kraut ed incalzante. Come nasce questa dicotomia e l’aggiunta di elementi più alieni nel pezzo rispetto tutto l’album.

“2022 Elettrodi è sicuramente più catchy come dici giustamente, ma non si discosta dal resto delle tracce. Gli strumenti usati sono i soliti delle altre tracce e ho cercato di mantenere inalterato l’equilibrio tra la componente rock e quella electro. Forse il risultato sembra più groove, ma non meno a mio avviso rispetto a Walking with Pedro o Some people. Non trovo ci sia nulla di ambient nel disco, e ripeto l’aggettivo sottovuoto che hai citato è veramente azzeccato, anche in 2022 Elettrodi, un qualcosa che sembra esplodere da un momento all’altro e invece non lo fa.”

Sembra che in Kaczynski Editions – Pulsioni Oblique si goda di una contemplazione per un suono rarefatto e spesso glitchato, abbinato release per release ad un elemento peculiare ed eterogeneo, e il tuo Everyday ne è il giusto esempio. Da dove nasce questa policy e quali sono le vostre più frequenti ispirazioni.

“In Kaczynski si respira aria di libertà: non siamo un’etichetta di genere e la cosa peculiare e che io e il mio socio abbiamo spesso anche gusti diversi. Io sono per un suono istintivo, punk nelle sue intenzioni. Non uso computer, suono con chitarre elettriche e drum-machine. E’ chiaro che mi risulterebbe difficile produrre oggi della drone-music. Preferirei produrre un disco di techno o di punk 77.”

Per concludere parlaci delle prossime novità riguardo la tua produzione e in casa Kaczynski Editions.

“Novità, una grande in vista per quel che mi riguarda. Stiamo gettando le basi per riformare uno storico gruppo che avevamo a fine anni 90. Power trio fatto di basso chitarra e batteria dove mi sono spaccato i timpani.

“Spero di suonare live Everyday nel frattempo e di produrre altre robe interessanti come abbiamo fatto fino a qui.”

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