KACZYNSKI EDITIONS – MUSICA OBLIQUA OLTRE I CONFINI
di Giovanni Panetta
Intervista a Giuseppe Fantini e Niet F-n. Percorso monografico del loro fulgido catalogo e ripresa dell'etichetta dagli impedimenti della pandemia con qualche anticipazione dell'innovativo futuro.
Pulsioni Oblique Vol.2

Cover di Pulsioni Oblique Vol.2 (2021).

Spagna, Francia, Giappone, Italia… nazioni da cui molto spesso provengono suoni che non lasciano indifferenti, da più punti di vista; pop, noise, jazz, elettronica quasi sempre interessanti, anche se spesso oscillanti intorno ad un determinato e consueto corpus sonoro. A detta di zerogroove (Giuseppe Fantini) e Niet F-n (il quale preferisce mantenere l’anonimato), la loro Kaczynski Editions – Pulsioni Oblique nasce come etichetta che vuole vincere la ripetitività asettica attraverso la fulgida innovazione dei nove dischi finora usciti per essa, con il contributo di personalità provenienti dalle nazioni citate nell’incipit. Inoltre un’operazione che incentiva l’arte pop, attraverso edizioni limitate associate alle release, pensate come oggetti artistici, spesso anche diversi tra loro o realizzati a mano, che contengono o accompagnano il supporto fisico musicale, superando il concetto di commerciabilità e utilitarismo del prodotto e ampliando le barriere percettive sonore.

Dopo la pausa forzata per via della pandemia mondiale, Kaczynski Editions torna il Primo Luglio di quest’anno con una raccolta (Pulsioni Oblique Vol.2) anticipando l’offerta di artisti nuovi o presenze comunque rinnovatrici, ovvero: Kaczynski Unexpected Quartet, Marco Ferrazza & Giacomo Salis, ranter’s bay & Paolo Sanna, Orasique, zerogroove, Luca Sigurtà & Paul Beauchamp e Qonicho Ah!; tra ambient storta, qualche richiamo indie e avant jazz. Ne parliamo meglio con i due owner già citati (Fantini e Niet F-n), attraverso questa disamina sul loro catalogo, con gli album, gli split (che costituiscono la collana Kaczynski Tape Sessions, un modo di far comunicare gli artisti all’interno della label) e qualche EP. Seguirà quindi un’intervista monografica.

Allora, cominciamo da come nasce Kaczynski Editions e da quali intenzioni è mossa. Come avviene la vostra idea di elettronica e analogia storta in un’unica istanza, e da quali intuizioni prendono vita le singolari edizioni limitate delle vostre release?

Niet F-n: “L’etichetta nasce come contenitore di musiche inusuali. Nasce dalla volontà di creare qualcosa di originale all’interno di un panorama musicale che reputiamo spesso appiattito e conformista anche in ambito avant. L’intenzione è quella di produrre e collaborare con quegli artisti che riteniamo avere una visione personale e inaspettata della musica.

“Sinceramente non ci interessa quali strumenti vengono usati da un musicista per fare ciò che fa…l’unico discrimine è la qualità della musica, da qua l’amalgama particolare tra suoni acustici ed elettronici di alcune delle nostre releases.

“La decisione di produrre edizioni limitate in collaborazione con artisti di diversa estrazione deriva dalla nostra passione per le arti in generale. Abbiamo quindi pensato che sarebbe stato interessante coinvolgere altre entità per le nostre uscite.”

Giuseppe Fantini: “Kaczynski nasce alla fine del 2017 grazie all’ incontro artistico tra me e Niet F-n già amici da una vita. Nasce per l’esigenza di trovare uno spazio in cui dare libero sfogo alla nostra idea di musica, nasce perché avevamo bisogno di un contenitore libero di suoni e idee che travalicasse ogni sorta di barriera e catalogazione.

“Siamo amanti della musica tout-court, proveniamo dal punk e dal post-punk, da una cultura underground che viene dal basso; ognuno di noi poi ha sviluppato un approccio stilistico alla musica differente mantenendo però ben saldo ciò che in Kaczynski doveva essere preminente, ovvero la forza delle idee e la freschezza di un progetto musicale aldilà di generi e standard stilistici.

“Combinare elettronica e analogico è una conseguenza della nostra ossessione per la musica e di una continua evoluzione nella ricerca di rottura di schemi prestabiliti: ti porto un esempio, per me il Miles Davis elettrico di Bitches Brew e di On The Corner rappresenta una rottura nel jazz, come i Pan Sonic rappresentano una rottura nella musica elettronica. Chiaramente ci sono sonorità che non riusciremmo mai a produrre, ma la volontà dell’etichetta è quella di essere il più aperta possibile e incline al confronto.

“L’ idea di realizzare edizioni limitate super curate nasce da 2 aspetti fondamentali: il primo è purtroppo la tiratura limitata delle produzioni che una piccola label come la nostra può permettersi, il secondo è consequenziale al primo. Ovvero delle poche copie cercare di farne degli oggetti di culto.

“La musica ormai e purtroppo è divenuta file, un qualcosa di intangibile. Kaczynski da subito ha sempre cercato al contrario di dare ancora più rilevanza all’oggetto musicale ridefinendolo come una vera e propria opera d’arte, un culto.”

L’ultima uscita, la raccolta Pulsioni Oblique Vol.2, è l’esordio di una ripartenza dopo questi momenti difficili; un assaggio di future release che verranno pubblicate in seguito, a partire già da quest’anno. Il primo gruppo che compare nella tracklist, The Kaczynski Unexpected Quartet (Lúa Gándara, Niet F-n, Macarena Montesinos e Nacho Munoz, ovvero la componente galiziana della label), in Butchers si alterna in arcate di violoncello e linee di piano atonali, voci casuali, e acuti assordanti di sintetizzatore. Mentre nella seconda traccia, ovvero Suphe, Giacomo Salis e Marco Ferrazza, entrambi dalla Sardegna, uniscono synth e field recording, attraverso un naturalismo autentico e uno distorto, profondamente etereo. In Do you remember Hüsker Dü? di zerogroove compaiono non a caso tracce vocali di Bob Mould e riff di sintetizzatore melodicamente coinvolgenti che potrebbero benissimo alludere allo storico gruppo di St. Paul. Laviequoi delle Qonicho Ah!, un duo femminile francese, esprime un free jazz sospeso in maniera dinamica, più strutturato a fuga, attraverso un’idea incalzante di musica. Altra particolarità, l’edizione limitata relativa alla raccolta, ovvero la cassetta contenuta in una pochette di finta pelle.
Parlateci di questa release, come avete vissuto questa sospensione dell’etichetta, com’è stato o sarà raggiungere le mete citate. Inoltre, Giuseppe, parlaci meglio di questa tua singolare traccia a tua firma.

Niet F-n: “Tengo molto a questa nuova uscita. Non solo per il fatto di essere coinvolto in due dei sette pezzi contenuti ma perché rappresenta per me una specie di rinascita. La sospensione di ogni attività culturale per oltre un anno è stata, per un’etichetta piccola e recente come la nostra, una bella gatta da pelare. Dover interrompere proprio nel momento in cui cominciavamo a crescere è stato un duro colpo ma non per questo ce ne siamo stati con le mani in mano: abbiamo prodotto nuovi suoni e ci siamo impegnati per capire come avremmo potuto ripartire. Il risultato è questa compilation in cui raccogliamo un assaggio di ciò che verrà in futuro.

“Gli artisti coinvolti sono stati raggiunti o ci hanno raggiunto in differenti maniere: con Giacomo Salis e Marco Ferrazza ho avuto il piacere di suonare alla fine di un nostro live a Cagliari, negli stessi giorni ho avuto il privilegio di registrare una sessione improvvisata con il percussionista Paolo Sanna da cui abbiamo poi tratto un disco e l’outtake contenuta nella cassetta, con Luca Sigurtà è nato un feeling immediato dopo averlo chiamato a suonare per la seconda edizione del festival dell’etichetta, le Qonicho Ah! le abbiamo contattate dopo aver visto un loro live strepitoso ad un festival in Francia mentre gli Orasique ci hanno mandato un demo che abbiamo apprezzato molto…tutti gli altri fanno parte della Kaczynski family già da tempo.

“Cosa ci riserverà il futuro è ovviamente un’incognita…per il momento cerco di tenere i piedi per terra e mi auguro solo di poter riprendere l’attività live la cui interruzione è stata, ed è per me, l’aspetto più duro da sopportare durante questa pandemia.”

Giuseppe Fantini: “Bah! É chiaro che quest’anno e mezzo di paura e incertezza verso il domani ha rallentato tutto. Purtroppo i concerti sono saltati e la vita della label è chiaramente basata sui live per la vendita dei dischi, la promozione e il confronto con altre realtà. Proprio per questo abbiamo pensato che ripartire con una compilation che racchiudesse i singoli e gli inediti degli artisti che dovevano già essere usciti per Kaczynski potesse rappresentare una sorta di ripartenza e manifesto di ciò che sarà in futuro. Convogliare tutte le nuove facce di Kaczynski in una raccolta è stato anche un modo per dire: eccoci qua di nuovo e ora vi attende questo.

“Per quel che riguarda -Do you remember Husker Du?- è una traccia/scherzo, ovvero durante il primo lockdown ho composto il mio disco solista che uscirà nel 2022, e questo pezzo ne era rimasto fuori perché aveva poco a che fare con il resto dell’ album. L’ idea però di un pezzo con 4 chitarre e 2 bassi completamente diverso rispetto alle cose che ho fatto finora, dritto come un siluro e che omaggiasse il trio mi piaceva parecchio.”

Qonicho Ah!

Qonicho Ah!, da sinistra a destra: Morgane Carnet e Blanche Lafuente. Foto di Clara Lafuente.

Kaczynski Unexpected Trio (Pablo orza, Nacho Muñoz, Niet F-n)

Kaczynski Unexpected Trio live, da sinistra a destra: Pablo Orza, Nacho Muñoz e Niet F-n.

Luca Sigurtà & Paul Beauchamp

Luca Sigurtà & Paul Beauchamp.

Vorrei tracciare con voi un percorso guidato della Kaczynski Editions attraverso le sue uscite. Di seguito una serie monografica di domande sui dischi della label del passato.

L’ultima release, uscita in tempi di pandemia quasi appena cominciati, ovvero KACZYNSKI TAPE SESSIONS – THE COMMERCIAL TAPE, un tandem tra kERN e BATIA HASAN, si muove attraverso passaggi aleatori e periodicità dei loop, esprimendo un ambient storto e rumorista. Entrambi gli artisti esprimono un suono a tratti lirico, dove si alternano colori grigi con geometrie pungenti e luminosità multisfaccettata, tra suoni obliqui e decostruzione di melodie consonanti. Il disco è accompagnato da un’edizione limitata contenuta in un barattolo e disponibile in colori diversi. Parlateci un po’ di questa release.

Niet F-n: “Con kERN ci lega un’amicizia di lunga data ed è stato quindi naturale per noi pubblicare il suo ritorno al suono dopo un lungo periodo di silenzio. Personalmente ho collaborato con lui per alcune uscite su netlabel e ho sempre apprezzato il suo stile melodico/non melodico. Batta Hasan è una scoperta di Giuseppe così come l’idea per l’edizione limitata per cui lascio a lui la parola.”

Giuseppe Fantini: “Questa release è stata la seconda della collana KACZYNSKI TAPE SESSIONS. Le K.T.S. sono un tentativo finora riuscito di ampliare lo spettro dei musicisti all’ interno della label per creare una rete collaborativa con artisti che stimiamo. Ribadendo poi che per noi ogni uscita è un oggetto di culto le K.T.S. rappresentano al meglio questa nostra volontà di ridefinire l’oggetto musicale; e quindi una musicassetta 2 artisti 30 minuti di musica e package mutevole di volta in volta. Legno, barattoli metallici, finta pelle, tutte creazioni artigianali e tutte diverse le une dalle altre.

“Nello specifico THE COMMERCIAL TAPE vedeva due modi diversi di suonare musica cinematica. BATIA HASAN, Mattia Ferrarini membro del gruppo Dolpo, con questo progetto parallelo in cui usa nastri e walkman ci offre una colonna sonora psichedelica, rumorosa e ironica. kERN, Matteo Barsotti, miscela bassi, chitarre voci e sampling elettronici creando una colonna sonora orrorifica.”

ranter’s bay e Pablo Orza collaborano in ειμαρμενη, attraverso un’elettronica aleatoria e scampanellante, con suoni che si esacerbano sul finale. Un suono accogliente nel suo rumorismo denso e trasparente, dove chitarra e elettronica compensano i vuoti formando una spirale dai movimenti rotatori morbidi. Un tratto molto spesso rarefatto formato da paesaggi kandiskiani, melodicamente casuali a strutturalmente meditati. Inoltre un’edizione limitata è formato da un collage di libri fatto a mano. Parlateci di quest’uscita; c’è un maggiore gioco incolore, un modo di far comprendere, come la luce riesce a descrivere, attraverso i riflessi e le rifrangenze, forme su un corpo trasparente. Ce ne volete parlare?

Niet F-n: “Ranter’s bay è il mio progetto solista e la mia collaborazione con Pablo risale al periodo in cui vivevo in Galizia. Questo è il nostro terzo disco dopo due uscite su netlabel e il primo su Kaczynski Editions.

“Il lavoro è il frutto di un’improvvisazione incentrata sul dialogo tra gli strumenti. Si potrebbe dire che siamo in cerca di una sorta di comunicazione non verbale. Siamo sempre stati interessati a esplorare le potenzialità degli strumenti a nostra disposizione e i diversi linguaggi che da essi possiamo ricavare.

“L’edizione limitata è curata dallo stesso Pablo che si cimenta in varie discipline come la pittura, la scultura e, come in questo caso specifico, il collage. L’idea del quaderno mi è venuta sfogliando una sua opera racchiusa appunto in quaderni mentre l’idea per il tema dei collage e quindi il titolo dell’album (che in greco significa fato/destino) è venuta in mente a Pablo riascoltando i pezzi e ripensando a come si è sviluppata la sessione…senza regole ne premesse e quindi guidata proprio dal fato.

Pablo Orza

Pablo Orza.

Lo split KACZYNSKI TAPE SESSIONS – THE URBAN TAPE di zerogroove e Alessandro Bocci si alterna tra una parte di pezzi caratterizzata da un suono più cadenzato (quella di zerogroove) e una più contraddistinta da un’elettronica slabbrata (ovvero la parte di Alessandro Bocci). Nel complesso sono presenti sonorità in libertà in cui però compaiono elementi pregressi, come hip hop (soprattutto zerogroove) e altre volte noise (Bocci). Inoltre uscita a copie limitate la cui cover è una scatola ogni volta diversa. Chiedo a te, Giuseppe, da cosa siete stati mossi e qual era la vostra reale intenzione.

Niet F-n: “Come nel caso di kERN con Alessandro siamo amici da molto tempo, oltre ad essere grandissimi fan dei suoi progetti… Starfuckers in primis… per cui una collaborazione da parte mia l’ho sempre auspicata e con questa tape si è finalmente realizzata. Ovviamente mi auguro che sia solo la prima di molte. Il gusto per il suono e l’attenzione per i dettagli di Alessandro sono straordinari e le sue tracce risultano sempre originali e curatissime.

“Inutile che mi dilunghi sulle tracce di zerogroove…chi meglio di lui può commentare il suo lavoro?

“L’artwork di Andrea nasce da un’idea dello stesso Giuseppe commissionata apposta a questo nostro amico, artista dal gusto visionario.”

Giuseppe Fantini: “THE URBAN TAPE è stato il primo split-tape della collana K.T.S. Lo hanno suonato Alessandro Bocci (membro di Starfuckers, gruppo di culto dell’ underground nazionale) ed io. Alessandro è un musicista/dj/producer da noi stimatissimo sia in solo che con Starfuckers, oltre che essere soprattutto un grande amico provenendo entrambi dalla stessa città (Massa, al nord della Toscana).

“Lui ha offerto in questo split-tape una personalissima versione di post-techno fatta di suoni abrasivi, ripetizioni e dinamiche in costante e fluido movimento, un vero maestro psichedelico; la mia ricerca è orientata invece nel creare beats sfruttando patch di chitarre, rumori di ampli, di cavi, usando la mia drum machine non come un sequencer ma suonandola come uno strumento. L’intento era quello di offrire due sonorità differenti del quotidiano/urbano, sporco, selvaggio e in definitiva penso che l’operazione sia riuscita in pieno.”

The urban tape

Kaczynski Tape Sessions – The Urban Tape, con A. Boccie zerogroove. Edizione limitata con box in legno dipinti a mano da Andrea Tenerani.

Alessandro Bocci.

Alessandro Bocci.

ranter’s groove in 俳句 (haiku), attraverso il suo suono elettronico, conferisce una valenza di tensione e angoscia attraverso una plasticità estrema, sapendo offrire un’asimmetria elastica. Vi è infatti una sensazionalità oscura; vorrei sapere da cosa vi siete fatti condurre e se la tracklist e il nome in giapponese mirano a infondere un’ulteriore ambiguità nichilista e di sospensione. Inoltre edizione formata da una busta delle lettere contenente un poster a tema giapponese. Parlateci ancora una volta di questa release; come avviene quindi questo rapporto con il Giappone?

Niet F-n: “Sono molto orgoglioso di questo disco e lo considero tra le cose migliori che io abbia mai fatto e sicuramente tra le più originali se non la più originale in assoluto. Sono sempre stato appassionato di cultura giapponese e dopo aver ricevuto in regalo dei libri di haiku e aver sentito Giuseppe disquisire davanti a una birra di quanto si sia rotto della tendenza recente di molti gruppi a fare tracce lunghissime ho avuto l’intuizione di proporgli di mettere in musica i brevi componimenti giapponesi. Partendo da quest’idea ho registrato, grazie a Nina, le poesie in giapponese e ho costruito su di esse delle bozze che ho poi fatto sentire a Giuseppe il quale ha deciso di mettere da parte la chitarra suonata per il primo disco e “imbracciare” al suo posto la drum machine per creare quei meravigliosi ritmi che sono lo scheletro e il cuore pulsante dell’intero disco.

“Per quel che riguarda l’edizione limitata conoscevo e apprezzavo già da tempo l’opera dell’artista in questione (D. Ichiba) per cui ho provato a contattarlo per sapere se fosse interessato a collaborare con noi e con mia gradita sorpresa abbiamo ricevuto una risposta positiva…la scelta della lingua giapponese è una scelta puramente estetica.”

Giuseppe Fantini: “HAIKU è il secondo disco di ranter’s groove (Giuseppe Fantini/Niet F-n). Completamente e volutamente opposto al primo nostro disco, è un disco violento, crudo e minimale. “Lo abbiamo definito il disco TECHNO di ranter’s groove. Niet F-n fornisce nel disco il magma sonoro, gli impasti di suono che ne formano il corpo, fatti soprattutto di field-recordings e sintetizzatori. Io ci ho buttato dentro le mie ritmiche e i miei breaks. Il lavoro di stesura dell’album è stato velocissimo perché c’era una condivisione di intenti e di idee oltre che di scelta sonora incredibile… quasi come se fosse già stato scritto. Il Giappone e gli haiku nello specifico rappresentano il concetto guida e ispiratore del disco, ma la nostra intenzione era quella di stravolgerne la visione classica: ovvero non meditazione ma tensione, non tradizione ma futuro, mantenendo soltanto la brevità come caratteristica in comune rispetto agli scritti che ci hanno ispirato.

haiku

Edizione limitata di haiku di ranter’s groove in busta delle lettere con poster contenuto all’interno.

Songs from the eternal dump di zero23 è un magma analogico/digitale, dove il lirismo dissonante della componente acustica viene inquinata da picchi di errori elettronici e varie distorsioni. Vi è un suono spesso cosmico, molto spesso addensato da squilli digitali in senso spaziale (soprattutto in Crepusculo). Uscita a copie limitate formata da una busta delle lettere con l’aggiunta di un booklet. Qual è la storia di questa release?

Niet F-n: “Songs for the eternal dump è il secondo disco (dopo un’uscita su netlabel) della collaborazione tra 23RedAnts (io all’elettronica e Macarena Montesinos al violoncello) e zerogroove. Entrambi i lavori sono stati registrati in presa diretta e in un’unica sessione. Tutti i brani sono frutto di improvvisazione e ciò che a mio avviso li rende speciali è proprio il fatto di essere nati senza schemi e senza regole.

“Ovviamente di queste due sessioni abbiamo scartato molto ma penso comunque ai pezzi che alla fine abbiamo selezionato come a delle piccole epifanie…la rivelazione di qualcosa che è nascosto dentro di te e rimane inesprimibile se non attraverso la musica. Il booklet e le fotografie sono opera di Anna, fotografa per passione con un gusto e una visione molto raffinati e personali.”

Giuseppe Fantini: “zero23 è un progetto estemporaneo che vede Niet F-n e me jammare insieme a Macarena Montesinos superba violoncellista galiziana. Il disco è stato scritto in un giorno di assoluta musica improvvisata. Anche in questo caso l’unità di intenti ha portato a risultati sorprendenti perché dal nulla sono venute fuori tracce vere e proprie e connotabili in un area molto vicina al blues…certo un nostro tipo di blues.

“L’atmosfera che si respira nell’album è la continua ricerca di un equilibrio in bilico tra la grazia delle armonie del cello e i graffi e i rumori delle elettroniche e delle chitarre. zero23 live è stato presentato diverse volte e Macarena è stata sostituita al cello da Alice Chiari, ispiratissima violoncellista fiorentina. Hai detto bene tu, forse questo progetto della label è quello più cosmico.”

Songs from the eternal dump

Edizione limitata di Songs from the eternal dump in busta delle lettere con album fotografico.

zero23

zero23.

23RedAnts & Pablo Orza

23RedAnts & Pablo Orza.

Musica per camaleonti, ancora una volta di ranter’s groove, si estende su piani diversi e paralleli; il suono della chitarra, che descrive pattern stabili con un ordine melodico, funge da tessuto di una tela i cui fili di cui è formata rispettano una loro periodicità, sopra cui si distendono motivi aleatori in completa libertà, tra synth, violoncello, tromba, piano e chitarra (con l’aggiunta di innesti a questi ultimi due strumenti, che li rendono preparati), e che esprimono una notturna emotività, dai colori freddi ma da riflessi luminosi. Inoltre esiste un’edizione limitata con copertine dipinte a mano. Raccontateci la storia di questa release e come avviene la scelta di questo particolare formato.

Niet F-n: “Il nostro primo disco, quello da cui è partito tutto. Ovviamente avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Il lavoro è il frutto della prima collaborazione tra me e Giuseppe ed è nato da un’idea semplice: suonare poco e lento. Partendo da queste due linee giuda abbiamo dato il via a una serie di improvvisazioni da cui abbiamo in seguito tratto i canovacci per i futuri pezzi. Una volta che avevamo le tracce finite abbiamo chiesto ad amici musicisti di aggiungere una traccia dei loro rispettivi strumenti ed abbiamo mixato il tutto. Alla fine eravamo talmente entusiasti del risultato che abbiamo deciso di fondare una label al solo scopo di pubblicarlo…no…forse esagero un po’…in ogni caso corrisponde quasi alla realtà di come sono andate le cose.

“L’edizione limitata è stata curata da Emanuele in totale libertà e sulla scia di ciò che i suoni del disco gli ispiravano. Conoscevamo già da molto tempo il suo lavoro ed eravamo sicuri che il risultato sarebbe stato, come poi è successo, di nostro gusto.”

Giuseppe Fantini: “MUSICA PER CAMALEONTI è il primo disco di ranter’s groove. Disco fatto di urgenza comunicativa, un disco provato e riprovato. L’idea di base era quella di suonare una musica lenta e drammatica. Fatto di chitarre elettriche e sculture elettroniche l’aspetto più particolare è la totale assenza di elementi ritmici. E’ il disco d’esordio di Kaczynski e del nostro duo. Molto affascinante è la dimensione live di ranter’s groove alla luce dei primi 2 dischi: infatti si passa dalle atmosfere rarefatte e desolate di Musica per camaleonti alla irruenza electro di Haiku. Questo alla fin fine è quello che ci proponevamo sin dall’inizio: destabilizzare.”

Musica per camaleonti

Ranter’s groove, Musica per camaleonti; edizione limitata con box in cartone pitturato a mano e con quadro di Emanuele Luschi.

L’EP For Anita di rec_L diffonde calore accogliente proveniente da un luogo familiare, trasmesso sia attraverso le linee melodiche dei synth, più o meno articolate, che dai glitch che rendono il tutto più dissonante e in certo senso terreo per quelle maggiori idiosincrasie. Lonely è più emozionante, per il forte minimalismo scampanellante e consonante, in ulteriore forte collisione con le dissonanze glitchate. Inoltre 7″ la cui cover è stata dipinta a mano dall’artista, copia per copia. Come avviene questa assonanza corroborata di più elementi? Ancora una volta raccontateci di questa release.

Niet F-n: “Questo disco ha un significato particolare per me perché l’ho registrato per la nascita della mia prima nipotina Anita. L’idea era quella di scrivere due ninnananne inusuali o come le chiamai ai tempi…noisy lullabies for noisy babies…citando il molto più famoso industrial music for industrial people.

“La scelta è ricaduta sul 7” (finora l’unico vinile della nostra produzione) perché volevo una release ultra-limitata da regalare un giorno alla persona a cui è dedicata (tra l’altro la bimba in questione 9 anni dopo è una violinista…coincidenze?). L’artwork è opera di un artista che in questo caso ha preferito l’anonimato ma che io conosco e apprezzo ed ho scelto proprio per il suo gusto un po’ fanciullesco.”

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