Trrmà ambivalenti – gli inizi e l’album Mixtape Vol.2
di Giovanni Panetta
Intervista a Trrmà (Giuseppe Candiano e Giovanni Todisco), duo sulla frontiera della musica tra Messina e Milano che unisce più polarità sonore.
Mixtape Vol.2

Mixtape Vol.2 (2023). Artwork di Fortuna Todisco.

Il percorso musicale dei Trrmà, attualmente sull’atlante in bilico tra Messina e Milano (formato da Giuseppe Candiano al synth e sampler e Giovanni Todisco alla batteria), propone ancora una volta, con Mixtape Vol.2 (Hyperjazz, 2023), una dancefloor obliqua, magmatica, più netta ma comunque lisergica. Il suono di Trrmà parte da uno sludge/doom ispirato (in parte, attingendo in piene mani da quell’attitudine) dai loro precedenti progetti (Les Spritz per Giuseppe e La Confratenita Del Purgatorio per Giovanni), oltre a Le Singe Blanc, Don Vito, Daikiri, etc… compagni di viaggio nei loro sfiancanti tour per tutta l’Europa durante buona parte degli anni ’10 nel (Nuovo MIllennio). Tale inizio, incoronato con l’album omonimo autoprodotto e pubblicato nel 2016, si sviluppa verso derive elettroniche sempre più austere, con l’album omonimo per l’etichetta di Bisceglie (BT) AUAND nel 2018, Herkus 7.5 (Ignominie, 2018), Sàuca (autoprodotto, 2019) e The Earth’s Relief (577 Records, 2020), per poi confluire in Mixtape Vol.1 (Hyperjazz, 2021) e Mixtape Vol.2, portatori di un suono obliquo ma patinato con ritmi jungle, dubstep e in parte house.

Un’analisi sul contesto dell’album Earth’s Relief è stata fatta da Nikilzine e i suoi testimoni e potete trovarla qui, mentre si è parlato di Mixtape Vol.1 qui.

Di seguito l’intervista su Mixtape Vol.2, il contesto e gli inizi.

Parlateci di come avviene il processo creativo di Mixtape Vol. 2, del contesto, etc… rispetto al volume uno il suono è più compatto e meno caotico, ma sempre con riferimenti dancefloor in versione psichedelica e astrattista. Parlateci di questo prima e dopo.

“Mixtape vol. 2 è partito da alcune idee di elettronica su cui abbiamo costruito dei beat, rispetto al Volume 1 abbiamo speso più tempo e mezzi nella produzione; i riferimenti sono sempre stati rivolti alla dancefloor più ricercata: footworks, post dubstep e Jungle.”

In riferimento alle ispirazioni con la musica elettronica, Ducknow appare molto influenzata da Aphex Twin, in quanto caratterizzata da un campione armonicamente più aperto e al tempo stesso dinamico. Risulta in tutto e per tutto una vostra hit. Quanto vi ha influenzato l’artista irlandese nella vostra produzione ed in particolar modo nel vostro ultimo disco?

“Abbiamo ascoltato Aphex Twin tantissimo, ma anche Luke Vibert, specialmente nel suo progetto Wagon Christ, e siamo molto influenzati dal suono acid, specialmente in alcune synth patch, ma è solo un elemento che a volte ricorre nel nostro sound.”

La vostra musica è anche influenzata (almeno posso solo immaginare…) da artisti come Flying Lotus o J Dilla, o più lateralmente Death Grips, artisti che, chi più chi meno, attingono dall’hip-hop riducendo la loro musica al solo beat e ad altri pochi elementi, un’azione paragonabile, aggiungo io, a quanto hanno fatto Steve Reich e Michael Nyman generando le loro trame minimaliste e periodiche ispirati dall’avanguardia colta musicale pre-esistente. Voi venite da una storia in cui la musica noise è stata centrale, now wave o math rock che sia, che poi avete metabolizzato attraverso nella riscoperta della musica elettronica altra (che sia IDE o breakcore), canalizzando la precedente complessità in pochi elementi, similmente ad un processo di astrazione. Parlateci di quanto siete consapevoli che nel vostro processo vi è l’attitudine a sintetizzare quelle massive esperienze, nozioni con nuove intuizioni, in pochi elementi o in un’unica istanza, e quanto siete consapevoli che quello descritto in linea generale sia un fenomeno ricorrente nel mondo della musica.

“Sintetizzare spesso anche inconsciamente le esperienze precedenti e rileggere il nostro sound attraverso intuizioni che diano nuova linfa e destino è un nostro obiettivo, ma non sappiamo in realtà quanto e in che forma questo avvenga nella nostra musica; citavi Steve Reich: un sample tratto dalla sua performance “Pendulum” con i microfoni ondeggianti che creano dei feedback è stato utilizzato in un beat del rapper Vince Staples e il risultato è a dir poco incredibile; questo tipo di esperimento rappresenta idealmente la nostra concezione di musica moderna, la possibilità di accomunare mondi apparentemente lontani e di creare da ciò qualcosa di “unico”.”

Trrmà

Trrmà: Giovanni Todisco (a sinistra) e Giuseppe Candiano (a destra). Foto di Annacarla Granata.

Trrmà comunque presenta tracce in parte del suo prima, ovvero dei vostri progetti esistenti. Vorrei quindi parlare della vostra prima release omonima e autoprodotta del 2016, copertina di Alkbazz e registrato al Fiscerprais Studios da Rico Gamondi (Uochi Toki). Nel disco Giuseppe suona una Telecaster con corde da basso con amplificazione Sunn O))), ed infatti il suono appare di genere drone e sludge al tempo stesso. Siamo lontani dalle ultime fasi dei Trrmà in tutti i sensi (essendo gli inizi), e l’eredità di Les Spritz e LCDP confluisce in un’idea pura e profondamente viscerale di musica con quel suono baritonale, disteso ma anche complesso matematicamente, più meditato ed oscuro, con un’attitudine più ingenua rispetto Mixtape Vol. I e Mixtape Vol. II. Raccontateci della vostra idea embrionale di Trrmà, e come mai siete confluiti successivamente in territori più lucenti ma obliquamente patinati?

“Sono due punti di partenza diversi, prima si organizzava la musica con l’obiettivo di portarla in tour a lungo, adesso l’obiettivo è di fare dei dischi, di pubblicarli e magari riproporli nei live, ma adesso è un’idea aperta di espressione che ti lascia la possibilità di confrontarti con diversi aspetti contemporaneamente; la nostra prima conformazione era se vuoi più univoca, adesso è multiforme e senza limiti.”

Trrmà

Trrmà (2016).

Parlateci delle prossime novità a livello di live e se state raccogliendo già le idee per il prossimo album.

“Abbiamo delle date a Giugno e stiamo a lavorando a date estive e autunnali; contemporaneamente stiamo ridefinendo la produzione di alcuni beat rimasti in cantiere e preparandone di nuovi.”

Share This