SUPERONDA: IL LATO NASCOSTO DELLA MUSICA ITALIANA
di Nico Fasano
Recensione del saggio di Valerio Mattioli
Superonda, Valerio Mattioli

Copertina di Superonda (2016).

Approfittando dell’uscita di un nuovo libro di Valerio MattioliRemoria”, sembra giusto rispolverare a due anni dalla sua uscita il libro “Superonda “ destinato ad essere un libro cult di un certo tipo di musica italiana. Il titolo fa riferimento ad un divano sofà orgoglio del design italiano ideato dallo studio di architetti associato “ Archizoom” nel 1967. Il sottotitolo chiarisce l’intento del libro, una storia segreta della musica italiana. Quindi non troveremo Albano e Romina, o meglio a Romina del periodo frikkettone viene fatto cenno nel volume, non troveremo Claudio Villa, ma un sottile file rouge che collega delle sperimentazioni musicali nostrane al rock degli anni Settanta. Più precisamente il periodo preso in considerazione va dall’immediato secondo dopoguerra con le sperimentazioni della scuola di Darmstadt a gli eventi di parco Lambro del 1976 che mettono fine al sogno utopico dei giovani di cambiare il mondo. Nel mezzo una colata lavica sotterranea di sperimentazioni che vedono protagonisti Giacinto Scelsi, i maestri delle colonne sonore italiane Piccioni, Umiliani, Trovajoli, senza dimenticare colui che ha rischiato di inventare il rock per parafrasare il libro: Ennio Morricone. Capitoli interessanti sono quelli dedicati alle sperimentazioni sonore di gruppi quali i GINC (Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza) e i MEV (Musica Elettronica Viva) che si cimentano nella più sfrenata improvvisazione di gruppo, quelli dedicati alla library music ovvero la musica sperimentale conservata negli archivi RAI, di cui purtroppo non conosciamo gli autori, che accompagnava oscuri documentari; queste partiture permettevano agli ignoti compositori magari di formazione classica di dare libero sfogo alla loro creatività sovvertendo la grammatica musicale. Molto importanti sono i capitoli dedicati al primo Battiato e ad un album di Battisti di rottura “Anima Latina” che pone il cantante italiano nel gotha della musica seria. Il libro dal formato accattivante scorre che è una meraviglia nonostante le sue 661 pagine, naturalmente nel passare in rassegna le varie forme musicali l’autore non esita a buttare uno sguardo sulla società del periodo e sulle correnti artistiche che creavano un connubio stretto con la musica, se a New York Andy Warhol con la sua Pop Art poteva avvalersi dei Velvet Underground griffando la loro immortale copertina del primo lp, qui in Italia, a Roma, Mario Schifano esponente principale della Pop Art italiana si avvaleva delle sue Stelle tra una bevuta e l’altra con Keith Richards. Non mancano aperture alla tribolata storia italiana del periodo con citazioni dell’insigne storico Paul Ginsborg riportato nella corposa bibliografia, autore del più importante volume sulla storia italiana dal dopoguerra alla fine del Novecento. Come non mancano nel capitolo dedicato al folk revival citazioni a Diego Carpitella e al De Martno di “Sud e Magia” e di “Terra del Rimorso”. Proprio per la complessità dei temi trattati e il lasso di tempo che il volume copre il lettore magari troverà poco approfondito lo spazio dedicato a due generi che hanno contraddistinto la musica italiana : il progressive rock tricolore e i cantautori. L’autore saggiamente con il rock nostrano traccia la colonna dorsale di questo genere attraverso il primo Battiato, i Banco, la P.F.M., le Orme etc. con affondi sugli Osanna, sugli Area e sul primo e “sconvolgente” in tutti i sensi Alan Sorrenti. Il cantautorato avrebbe richiesto un altro tomo e quindi vengono tracciate sommariamente, ma con grande acume critico, le linee di sviluppo. Unico neo di un libro importante è la mancanza di un indice con i nomi dei protagonisti di questa lunga e intensa cavalcata musicale, quindi se dopo una lettura avvincente che tiene incollati e fa scorrere le oltre seicento pagine come un buon boccale di birra il lettore vuole cercare le imprese sonore di Franco Evangelisti dovrà andarsele a cercare con la santa pazienza e non certo in dieci pagine. Concludo con un altro punto forte del libro che spesso viene trascurato, la bibliografia. Mattioli alla fine del libro, capitolo per capitolo ci rende partecipe della sua estenuante ricerca che va da articoli di giornali a siti internet, a frammenti sonori, a i libri dai quali ha preso le informazioni; questo permette di aumentare ancora di più la sete di informazioni e la bramosia di nuovi contenuti sugli argomenti trattati in maniera impeccabile dall’autore. Libro Imprescindibile.

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