“SAN ANDREAS CROUCH”, POWER POP LO-FI DALLE VIBRAZIONI SISMICHE
di Giovanni Panetta
Recensione del 7" dei Portastatic
San Andreas Crouch

Cover di San Andreas Crouch (1994).

La California oltre ad essere una zona artisticamente ricca, è anche nota per altri tipi di vibrazioni: si parla infatti di scosse sismiche causate da una faglia, ovvero la San Andreas Fault, denominata così in quanto costeggia il San Andreas Lake, nella zona di San Francisco. E dall’altra parte degli USA, precisamente a Chapel Hill in North Carolina, i terremoti californiani, ma anche in parte il background musicale più caustico e DIY della Terra del Sole, sono stati di ispirazione a Ralph Lee “Mac” McCaughan, voce e chitarra dei Superchunk, che con il suo progetto solista Portastatic (quest’ultimo dalle tinte più variopinte rispetto al progetto Superchunk, il quale è incentrato su un power pop rumorista), fa uscire nel 1994 un piccolo gioiello di genere lo-fi, ovvero il singolo 7″ “San Andreas Crouch“, per la concittadina Esther Records. Per quanto riguarda la title track siamo davanti ad un power pop energico nella melodia, e tutto lo-fi, cioè con una produzione completamente assente; tecnica rudimentale, qualche attacco sbagliato, ma l’attitudine funziona eccome, con un testo agrodolce, semplice, una fiamma minuta ma che emana calore vibrante:

“Honey, you know I’m watching now
Though I believe the lines are down
You’re shaking me, I’m shaking too
But probably not as much as you
And do you think it’s funny
That I can hardly come runnin’ now
And I picture you in a crouch
Next to your San Andreas house
Did you just not hear the phone
Did you lose your house and home
Did the earth swallow you up
Or are you waiting for me”

(Cara, sai che adesso sto guardando [la televisione]
Inoltre credo che le linee siano fuori uso
Mi stai facendo tremare, ed io sto tremando tanto
Ma probabilmente non come te
E pensi che sia divertente
Che trovi difficile venire di corsa adesso?
E io ti immagino accovacciata
Vicino la tua casa di San Andreas
Non hai sentito il telefono?
Hai perso la tua casa?
La terra ti ha inghiottito?
O mi stai aspettando?)

Una versione più pulita di San Andreas Crouch si trova nell’album dell’anno dopo, ovvero il sophomore del progetto solista di McCaughan per la Merge Records (l’etichetta di Mac McCaughan e Laura Ballance, quest’ultima altro componente dei Superchunk in quanto bassista), “Slow Note From a Sinking Ship”. Il pezzo, a nome semplicemente San Andreas, ha anche un video: un’imitazione del video di Once in a Lifetime dei Talking Heads, con McCaughan che simula le stesse movenze di David Byrne con addosso la maglietta dell’album “Slip It In” dei Black Flag. Che sia una dichiarazione di appartenenza alla cultura indie guardando anche, diciamo così, ai “fratelli maggiori” non ha importanza; il video è una chicca per tutti, da guardare e ascoltare assolutamente.

Un pezzo poco conosciuto quello di San Andreas Crouch, sia nella sua versione spontanea che quella dell’album, ma che va assolutamente scoperto per la sua efficacia guitar pop, dal quale si evince il talento di Mac McCaughan, spesso purtroppo passato in sordina.

Altro pezzo di nota è Race You Home, che va a costituire tutto il lato B del singolo. Il pezzo si muove in territori più eterei, dove solo cantato, chitarra elettrica e qualche accordo di tastiera evocano quelle tipiche atmosfere acustiche dell’alternative anni ’90; un suono plasmato (almeno non direttamente) a immagine di modelli del cantautorato di quegli anni come quelli di Elliott Smith o Badly Drawn Boy.

Assenza totale della produzione colmata da grande energia e voglia di scrivere e suonare, tipica di un’epoca piena di fermento.

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