
Copertina di Guida Ragionevole Al Frastuono Più Atroce, pubblicato nel 2005 in Italia. Negli USA uscì nel 1987 col titolo Psychotic Reactions and Carburetor Dung.
Lester Bangs, al secolo Leslie Conway Bangs, non ha certo bisogno di presentazioni. Critico musicale, nonché musicista e una delle figure cult della controcultura a stelle e strisce, è stato la voce o, per meglio dire, il flusso di coscienza, di numerose riviste, prime fra tutte Creem e NME.
Il nativo di Escondido, California, dopo essere divenuto giornalista freelance nel 1969, diventò famoso con un articolo su Rolling Stones nel quale denigrava l’album Kick Out the Jams degli MC5. Quando Mr. Wenner, il direttore della testata, lo licenziò per aver parlato male di Bob Hite e i suoi, Bangs andò a Detroit dove cominciò a scrivere per Creem, per la quale scrisse i suoi pezzi più famosi, in molti dei quali analizzava il rapporto “odi et amo” che intercorreva fra lui e Lou Reed.
Con l’avvento della scena punk, il grafomane californiano si avventurò nei suoi meandri, trasferendosi nella Grande Mela e divenendo frequentatore del CBGB’s, luogo d’elezione delle esibizioni di Tom Verlaine, dei Talking Heads, dei Ramones e della sacerdotessa del rock (non c’è bisogno di specificare chi sia) e del suo gruppo.
Reso celebre alle generazioni a venire a grazie al compianto Philip Seymour Hoffman che lo interpretò nel film Almost Famous (2000), Lester Bangs è ancora più famoso per il volume Guida Ragionevole al Frastuono Più Atroce. Quest’ultima è una vera e propria antologia che raccoglie le sue recensioni migliori o, per meglio dire, i suoi scritti in cui unisce alla critica vera e propria ricordi autobiografici, deliri e paranoie. Scritti elaborati in un lasso di tempo compreso fra gli inizi degli anni settanta e il 1982, anno della sua inaspettata e (non voluta) dipartita a causa di quel cocktail letale costituito dall’oppioide destropropossifene, diazepam e l’antitussivo NyQuil.
I Clash, i Jethro Tull, Van Morrison, i Kraftwerk, i Tangerine Dream, il Duca Bianco, la guerra del Vietnam e i Mass Media, sono solo alcune delle figure che si avvicendano in questo affresco sovversivo di un’epoca, a dir poco mitica e sovente mitizzata, nella quale visse un uomo che della musica fece la sua unica ragione di vita. Infatti, egli non solo è capace di descrivere freddamente tale album o tale performance, ma è in grado di “vivere” ogni sua esperienza, imprimendola su carta e rompendo i canoni stilistici previsti da coloro i quali impongono un certo tipo di recensione. E di esperienze ce ne sono tante. Irreale il suo incontro con Ralf e Florian dei Kraftwerk (i restanti due, Wolfgang e Karl, non parlavano fluentemente l’inglese) e dei loro discorsi inerenti al controllo dell’immaginazione degli spettatori tramite la musica elettronica. Malinconico, al contrario, l’omaggio all’amico Peter Laughner, chitarrista dei Rocket from the Tombs e dei Pere Ubu, morto a soli 24 anni per una pancreatite.
In definitiva, Guida ragionevole al frastuono più atroce è un testo sicuramente irrinunciabile, rivolto ai cultori di quel tipo di scritti impregnati di passione, amore e, perché no, sofferenza verso la musica e tutto ciò che le gravita attorno.