Politica tarantina in materia plastica: gli SFC di Cuenzo Café
di Giovanni Panetta
Intervista ad Enrico De Vincentiis di SFC su Cuenzo Café, hardcore dai suoni diversificati. Sulla distopia della città di Taranto tra passato e presente.

Ancora una volta SFCSo Fucking Confused – torna a parlare di Taranto in questa nuova uscita di nome Cuenzo Café, dopo i precedenti focus sulla Città dei Due Mari con l’album Bad News From Jonio Waste e l’EP Jonic Deathrow Manifesto. Rispetto gli altri lavori, in Cuenzo Café, uscito ad Ottobre 2023, si riscontra una maggiore introspezione, soprattutto nella melodia, oltre ad un’eterogeneità nei suoni e generi che si avvicendano nello scorrere della tracklist. Enrico De Vincentiis, leader del gruppo, sebbene legato ad un punk hardcore classico, trae anche ispirazione da numerosi fonti per le sue produzioni, influenzandosi, oltre che da Ramones e Clash, anche dal punk più freak di Butthole Surfers e NoMeansNo, a testimonianza di un significato organico e non convenzionale nei testi e le trame insolitamente dilatate rispetto altri gruppi della scena hardcore locale tarantina come Carne e Sud Disorder.

La formazione di SFC in Cuenzo Café, oltre ad Enrico alla voce, basso e chitarra acustica, comprende MauroMaurinoCarone e Davide Montinaro alla chitarra e Valerio Masi alla batteria. In più partecipano come “session people” Marina Latorraca alla tromba e trombone e il fratello di Enrico nonché noto artista di reggae in tarantino Guido De Vincentiis, ovvero Fido Guido, alla voce. Per i concerti che seguiranno Mauro esce e per una parte delle date live viene sostituito da Guido che ricoprirà il ruolo sia di chitarrista che di cantante. Inoltre i SFC si avvalgono per la grafica nell’ultimo album del contributo dell’artista belga King Rat, nome d’arte di Gilles Deschamps.

Le etichette che producono l’ultimo album sono le seguenti: Torture Records, Troppa Carne Al Fuoco, Saetta Autoproduzioni, Poison Hearts, Masseria Foresta, TADC Records, Lanterna Pirata, L’Oltraggio, TPIC Records, Terapia Intensiva, BAx HCx, Alcolica Sequestri e Mastice Records.

SFC live

SFC live. Da sinistra a destra: Davide Montinaro (chitarra), Valerio Masi (batteria), Enrico De Vincentiis (basso, voce), Mauro Carone (chitarra).

Di seguito l’intervista ad Enrico De Vincentiis su Cuenzo Café e i progetti futuri.

Allora, Enrico, come avviene la genesi di quest’ultimo Cuenzo Café? Rispetto ai precedenti lavori, qui vi sono tracce più introspettive, anche se in generale domina comunque un punk politico e dinamico. Quali sono state le intenzioni in quest’ultimo lavoro?

Con Cuenzo Café abbiamo voluto prenderci più tempo rispetto Jonic Deathrow Manifesto, ovviamente sia per il numero di pezzi che per nostra volontà, in quanto dall’uscita del nostro 7” ci siamo resi conto che per la registrazione e il mixaggio c’eravamo concessi poca possibilità di tempo; infatti per via delle scarse possibilità economiche e la qualità del processo di registrazione, l’essenza di alcune canzoni non fu resa come le volevamo realizzare. Quindi probabilmente l’introspezione che tu hai colto in Cuenzo Café consiste nel lavoro in sala prove che è stato molto emozionale, in cui il processo di scrittura degli arrangiamenti è avvenuto in maniera intensa; è un disco che ha preso vita dopo la fine della pandemia e a seguire dei successivi due anni; da pochi mesi dopo l’uscita di Jonic Deathrow Manifesto abbiamo lavorato su queste canzoni che non sapevamo sarebbero state incise in un LP, e più andavamo avanti, più ci venivano nuove idee o riarrangiavamo pezzi già finiti. Dopodiché ci rendemmo conto che avevamo completato un buon numero di pezzi, per la precisione dodici, e siamo andati in studio di registrazione da Stefano Manca di SudEStudio con Fabio Dubio (bassista in Carne e Sud Disorder) come produttore, sentendoci praticamente in famiglia rispetto la realizzazione del precedente album.

La prima traccia Starkidz inizia con gli omaggi a Bob Marley, Hüsker Dü, Negazione e altri, per poi confluire in una furia hardcore punk, in cui si avverte dell’introspezione in tema politico, in le parole sembrano mantenersi più sul generale. Parlaci dei temi e della selezione dei sample all’inizio.

Noi dobbiamo tantissimo ai nostri ascolti da quando abbiamo iniziato a vivere il punk hardcore o la musica estrema. Da diverso tempo volevamo fare un album di cover dei gruppi per noi importanti, e quell’intro di skip iniziali ha un senso molteplice, ovvero dare dei punti di riferimento alle nostre radici, introducendo Figli delle Stelle come campionamento insieme a tutti questi altri accenni che tu hai riconosciuto oltre ai Suicidal Tendencies, Gorilla Biscuits e Sangue Misto. Starkidz doveva essere strumentale, ed infatti, come giustamente evidenzi, molte parole rimangono così, proprio perché all’ultimo momento ci è venuta l’idea di aggiungere un testo, l’ultimo dell’album scritto in ordine cronologico. Diciamo che tutto il pezzo vuole essere un tributo, e per noi è il gioco di una radio ideale targata “Confused”; essa trasmette tutti i riferimenti più disparati del nostro vissuto, compreso Roberto Murolo, in quanto vogliamo manifestare in tutti i modi la nostra attitudine punk hardcore, non solo nella musica ma in tutti gli altri aspetti del quotidiano.

C.O.N.F.U.S.E.D. è il pezzo ska dell’album, dalle inclinazione heavy e dagli hook molto convincenti. Un pezzo sicuramente più energico e al tempo stesso solare all’interno del disco, come se avesse la funzione di intermezzo esteso. Parlaci di come avvengono questi elementi in questo pezzo.

Sì, in un certo senso è la canzone più skacore della storia di SFC dopo Destiny presente nel primo album Prigioni. In questo pezzo ci abbiamo lavorato molto, grazie anche al contributo di Marina Latorraca ai fiati, ed esso appare come un pamphlet della band, con un testo che non va molto a fondo e che vuole essere una classica provocazione punk esplosiva rispetto gli altri nostri pezzi, che a livello testuale sono più criptici. Uno skacore alla Voodoo Glow Skulls si va ad inframmezzare con sonorità più danzerecce, in cui il riff nella parte centrale diventa anche rock, spariscono le chitarre in levare e rimane un assolo quasi clashano. CONFUSED racchiude sostanzialmente i primi SFC con l’esperienza di 33 anni.

SFC live

SFC live. In primo piano Davide Montinaro alla chitarra ed Enrico De Vincentiis al basso.

In Whole Lot of Nothing si avverte un suono punk più melodico tra i già citati Hüsker Dü e All (e, perché no?, anche Descendents), con un grandissimo assolo glam punk, lateralmente à la J Mascis dei Dinosaur Jr. Il pezzo ha delle tracce più eterodosse rispetto alle sonorità che vi caratterizzano maggiormente, con lato più metal che viene confermato anche nella successiva Busted, a livello sempre di chitarre. Parlaci del tuo approccio per i generi citati

Whole Lot of Nothing si rifà a pezzi come Something About Love, contenuta nel nostro secondo album, ovvero Try Harder, anche se è più complessa nella composizione. In ogni modo è un classico riferimento al nostro amore per il punk rock melodico, che comincia con i Ramones, il nostro vangelo insieme a tantissime altre band, come i gruppi della Lookout! Records, come Screeching Weasel, The Queers, The Vindictives, The Mr T Experience, ovvero realtà punk caratterizzate da un humour politicamente scorretto e tipicamente yankee del Midwest al tempo stesso. Inoltre, per quanto riguarda sempre il punk, aggiungiamo anche le due etichette della West Coast Epitaph e Fat Wreck. Un altro riferimento, questa volta più insolito, riguarda il thrash metal e l’hard rock, soprattutto per quanto riguarda il suono delle chitarre, già presente nella nostra discografia passata, soprattutto nel nostro primo EP – I Don’t Wanna Grow Up, in cui compaiono i primi due chitarristi di SFC, ovvero Graziano Convertino e Giacinto Solito, veterani nella metal militia tarantina – oltre che in Prigioni, in cui compare una cover di Space Truckin’ dei Deep Purple (con il titolo Spacefuckin’, nda) e in Bad News From Jonio Waste, il quale ha un’impronta più rock. Queste sono le nostre scuole principali, in cui si sommano gli ascolti dell’adolescenza, tra loro abbastanza differenti: nel mio caso devo molto alla SST Records (Black Flag, Minutemen, Hüsker Dü), o anche alla Alternative Tentacles con i Dead Kennedys e al punk più freak (Alice Donut, Butthole Surfers, Tragic Mulatto); Davide invece ha una formazione più da metalhead, ovvero di thrash metal anni ‘80, in aggiunta a frangenti del genere che seguiranno rispetto quel periodo, oltre a conoscere bene e suonare il punk hardcore; Valerio è cresciuto con il punk hardcore americano più classico come ad esempio MDC e Minor Threat.

La title track ha la particolarità del cantato in dialetto tarantino, con il contributo alla voce (non solo alla chitarra) di tuo fratello, nonché grandissimo autore reggae, Fido Guido. Qui infatti uno dei più rari esempi interessanti di punk applicato, in un certo senso, alla musica popolare, ed in particolare a quella di Taranto. Come avviene questo approccio al dialetto?

Innanzitutto Cuenzo Café, il pezzo omonimo, non poteva essere presente in nessun altro dei nostri album, per via del suo stesso titolo e quello che rappresenta. Come Sergio Leone creò la Trilogia del Dollaro, noi abbiamo dato vita alla “Trilogia dei due Mari” o “Trilogia dei due Mali”, che va da Bad News From Jonio Waste, passando per Jonic Deathrow Manifesto concludendosi per l’appunto con Cuenzo Café, tutti dischi con tema centrale Taranto. Il dialetto tarantino comunque non è solo presente nella traccia omonima al disco ma anche in Mentre Tutto Brucia (in realtà il tarantino è presente solo in parte nel ritornello, nda), traccia dalla trama distopica che richiama la copertina del disco. Il riferimento nel titolo è al bancone bar del CSOA Città Vekkia per l’appunto a Taranto Vecchia occupata nel 1989 e successivamente sgomberato da Giancarlo Cito a metà degli anni ‘90, col benservito dei benpensanti tarantini. Il testo, dall’impostazione semplice, vuole essere un’istantanea di quegli anni e al loro fermento culturale, la cui evocazione vuole far riflettere gli attuali anni di ulteriore decadenza.
Per quanto riguarda l’intervento di Guido in Cuenzo Café, esso è avvenuto in maniera del tutto naturale, per via della mancata disponibilità del secondo chitarrista Mauro “Maurino” Carone agli impegni della band e i live di cui avevamo bisogno. Comunque, nonostante il suo abbandono, abbiamo lasciato intatto l’apporto che ha dato in fase di pre-produzione, in quanto artefice di alcune idee nell’album, ad esempio le intuizioni principali dietro l’assolo di Cuenzo Café, che sono poi state sviluppate in maniera definitiva dal primo chitarrista Davide Montinaro, ovvero l’artefice di gran parte degli assolo dell’album. Tornando a Guido, sia lui che Luigi Santoro, batterista di Sud Disorder e precedentemente di Hobophobic, sono due eminenze grigie nel gruppo, i quali collaborano con le loro peculiarità nonché difficoltà del caso per via degli inderogabili impegni personali. Ma in generale nel nostro progetto orbitano diverse personalità che ci supportano, soprattutto per via della conoscenza dei pezzi, e grazie alle quali la realtà SFC è ancora forte nonostante tutte le nostre responsabilità di persone ormai adulte.

SFC con Mauro Carone

SFC live. In primo piano Enrico De Vincentiis al basso e Mauro Carone alla chitarra. Sullo sfondo Davide Montinaro.

SFC e Fido Guido

SFC live con Guido De Vincentiis, in arte Fido Guido, alla chitarra.

Di tutt’altra struttura è Amore e Realtà, ultimo pezzo del disco, ovvero una ballad acustica contrassegnata da un pop cantautorale, sia per suono che per il testo. Ci si discosta dagli altri pezzi, ma non proprio; in Cuenzo Café ricorre spesso un suono più consonante rispetto i precedenti album, sebbene la forte valenza heavy metal e soprattutto punk, in cui quest’ultimo è il genere di appartenenza dell’album, in tutto e per tutto. Cuenzo Café, nel suo variare, rimane un disco fluido, ma che non disdegna i vostri aficionados, offrendo quindi qualcosa di interessante per un pubblico quanto più largo. Parlaci delle intenzioni dietro Amore e Realtà.

Le tracce in Cuenzo Café dovevano essere dodici, infatti non era stato pensato di aggiungere Amore e Realtà. Ho molte canzoni che non sono mai state pubblicate più o meno simili, con solo voce e chitarra acustica. Tale repertorio ha preso vita nella mia attività momentanea di busking in giro per il mondo. Per quanto riguarda questo specifico pezzo, la sua registrazione avviene per caso. Stavo in studio di registrazione con gli altri della band, e mentre mi stavo riscaldando con la chitarra, c’era un microfono volante in sala azionato da Fabio, mentre io eseguo Amore e Realtà, senza che voce e chitarra siano state microfonate. Dopodiché abbiamo deciso di conservare la registrazione e di pubblicarla, anche se sono solo io presente, con l’idea di creare un contrasto non netto con gli altri pezzi, in quanto compare comunque l’attitudine caratteristica degli SFC. Diciamo che Amore e Realtà nasce all’interno dell’album come un semplice divertissement, ma nel nostro stile.

L’immagine di copertina ha una struttura complessa nel ritrarre un paesaggio urbano e popolare dal tratto quasi distopico, vagamente simile a quello che appare nelle tele del pittore tedesco del primo Novecento Otto Dix. Parlaci della cover dell’album, dell’autore, e come tale immagine è diventata parte di Cuenzo Café.

La copertina, che da molti è stata paragonata alle tavole del Prof. Bad Trip, è stata creata da un visual artist belga, il quale disegna anche quadri e fumetti, di nome King Rat e all’anagrafe Gilles Deschamps, e che suona anche in un gruppo garage rock di nome Chiff Chaffs. L’abbiamo contattato con l’idea di fargli raccontare per immagini di un bar immerso in una realtà distopica, con allusioni al cinema noir e horror ai quali ci sentiamo legati, ma anche a certa letteratura distopica che va tanto di moda ma che da noi è in pratica una realtà tangibile. Possiamo dirci veramente soddisfatti di questo lavoro, che racchiude numerosi particolari che ci sorprendono sempre ogni volta che la osserviamo. Uno stile simile in un certo senso a quello della copertina di Bedtime For Democracy dei Dead Kennedys, disegnata da Winston Smith, il quale ogni volta sa come dare il meglio di sé.

Per concludere, parlaci delle prossime novità targate SFC, a livello di live e preparazione di lavori.

Per quanto riguarda la pubblicazione di nuovi lavori, abbiamo l’intenzione e le idee, ma di concreto non c’è ancora nulla. Davide ha sempre tante canzoni messe da parte, su cui prossimamente dovremo lavorare tutti insieme. Pensiamo comunque di cominciare la fase di pre-produzione, probabilmente per un EP o 7”, verso Novembre, quando avremo terminato tutte le date che ci siamo prefissati di suonare. Per il momento abbiamo suonato a Napoli, Firenze, Torino, Trieste, Bergamo, più diverse date in Puglia. Per Marzo ci prendiamo una pausa, e il mese dopo ci facciamo un giro in Germania, ovvero Dresda, Lipsia, Berlino, poi in Olanda e probabilmente anche in Belgio. Quest’estate suoneremo al Distruggi la Bassa nel Ferrarese, il più importante festival DIY estivo in Italia, in cui parteciperanno 7 Seconds e DRI.
Altro aspetto è consolidare il gruppo con un secondo chitarrista, vedremo quindi se ci potrà dare una mano Guido nonostante i suoi impegni (durante le nostre date in Italia, lui era occupato con il suo progetto reggae a suonare a Napoli), anche se, dal momento che SFC è nato con una formazione a tre, per noi non sarebbe comunque un problema rimanere con solo un chitarrista.
Cuenzo Café è stata una grande soddisfazione, non solo per i fan, ma anche per noi che ci ha rivitalizzato, il cui responso nonché il contesto ci incoraggiano a proseguire questa bella avventura, sia nel bene che nel male della situazione attuale.

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