Il progetto GOLD MASS ha pubblicato lo scorso 18 Giugno l’EP autoprodotto SAFE, dove il suo minimalismo nel suono di diffonde anche nel formato discografico da lei scelto nella sua offerta. Lo scorso Aprile avevamo già avuto occasione di sbrogliare alcuni nodi di SAFE e dei suoi primi due singoli insieme ad Emanuela Ligarò, deus ex machina di tutto il progetto, di cui si occupa in più della produzione, promozione e booking, e accompagnata in questo caso da diversi collaboratori: infatti l’EP SAFE è stato co-prodotto da Federica Ferracuti (in arte HU), missato da Federico Nosari (di Ltd Colours), invece si è occupata della direzione dei videoclip Laura Scatena e delle fotografie Juri Ronzoni. In occasione dell’uscita dell’EP torniamo ad interpellare Emanuela sul terzo singolo SOULS e sulla rimanente e più oscura traccia GRAVITY. SAFE desta la nostra attenzione per la sua struttura diversificata, per essere un cristallo intagliato con stili diversi, dalla forma chiara che rifrange luce purificata ma con declinazioni che riflettono il carattere di quei pezzi, a volte più rarefatti e trasparenti (SPACE), più incalzanti (SAFE), distesamente consonanti (SOULS) o metafisicamente barocchi (GRAVITY). In particolare, SOULS e GRAVITY rappresentano due aspetti speculari dell’album; se SOULS irradia una luce solare estiva, come suggerisce il videoclip che accompagna la traccia, le sonorità rassicuranti in GRAVITY sono meno presenti, manifestando in questo caso un suono contorto e astratto allo stesso tempo, riflettendo un clima esotico poco ospitale. Nella panoramica generale, SAFE è un suono futuristico essenziale che esprime quella policromaticità di pattern che si disperdono nell’atmosfera e che ci attraversano e ci accolgono nel loro spirito carezzevole, complessamente astratto e che GOLD MASS invita e farci trasportare levitando lungo il suo sentiero.
Di seguito la mini-intervista a Emanuela Ligarò, più track-by-track dell’EP.
Vedendolo in un’ottica quanto più generale, l’EP SAFE è molto diversificato; sembra di percorrere un giro ellittico intorno al sole, irradiati nello stesso tempo dai raggi lunari, all’insegna di quel minimalismo, quest’ultimo un tema già affrontato nell’articolo precedente sui primi due singoli. In particolare di due successivi SOULS e GRAVITY irradiano calori diversi. Come avviene questa fluida diversità all’interno del concept.
“Ognuno dei pezzi scritti e raccolti all’interno del nuovo EP, contiene un universo di atmosfere ed emozioni proprie, a sé stanti. Sono riflessioni, pensieri e suggestioni che ho avuto negli ultimi tempi, letture e seminari che mi hanno impressionato molto e che ho voluto condividere. Ogni pezzo ha il suo carattere e condivido quanto scrivi riguardo alla loro diversità. Esiste comunque un tratto comune a tutto il lavoro, una fisionomia riconoscibile come quella che ci fa distinguere tra loro fratelli e sorelle e ce li rende accomunabili allo stesso tempo. Ogni realtà guardata da vicino mostra dettagli e peculiarità proprie, ma è sufficiente fare un passo indietro allontanandosi per scoprire un disegno e un’architettura più ampia. SAFE è un EP per il quale ho curato una scrittura e una produzione minimale, fatta di enormi spazi vuoti e silenzi. I pezzi sono letteralmente appesi alla linea melodica vocale, la voce domina su tutto ed è espressione preferenziale delle emozioni che sorvolano su distese di suoni cupi e profondi.”
In SOULS si può respirare una certa atmosfera primaverile o piacevolmente estiva, per via della sinteticità più consonante. Diversamente dalla sonorità più tradizionalmente grown-up riconoscibile nell’EP, si può percepire una certa ludicità nella musica, in un certo senso una luce in luogo di penombra. Come si colloca quindi questa calorosità nel citato frangente, dalle forme rotonde e cristalline?
“SOULS è un pezzo luminoso, sicuramente il più leggero dell’EP. È costruito sopra una melodia scritta al synth che scorre come acqua lungo tutto il pezzo. Mi ha da subito dato una sensazione di luce, di leggerezza e di sospensione. Il video realizzato da Laura Scatena per SOULS è l’esatta trasposizione visiva delle immagini che avevo in mente e che la musica mi suggeriva in fase di scrittura. È sicuramente auspicabile che un disco racchiuda più atmosfere al suo interno e che non rischi quindi di apparire piatto o monotematico riguardo agli stati d’animo. Sicuramente SOULS è decisivo in questo bilancio, anche se il testo risulta malinconico e racchiude un tema che è tutto tranne che leggero o superficiale.”
GRAVITY è l’esatto contrario di SOULS, più giocata su esperimenti micro-ritmici. La voce si smembra spesso, l’oscurità angolare è più palese, dalle tonalità blu e allo stesso tempo dal tatto più soffice per via della voce. A volte un esercizio di disarmonia musicale in cui convergono luci e ombre. Contraddistinto da un clima più autunnale, sembra che si voglia riprodurre la forma contorta e la consistenza rigida di una foglia che cade leggera da un albero quasi dormiente. L’album quindi si chiude con un pezzo più onirico, attraverso un finale malinconico e saccarino allo stesso tempo, quasi scomparendo da un palco ideale in maniera lenta e sfumata. Insieme a SOULS due pezzi eterodossi, ma per motivi diversi; come mai questa angolosità diversamente smussata in GRAVITY?
“GRAVITY è un pezzo importante per me, sia sul piano compositivo che per la materia che tratta. A livello di produzione, mi sono totalmente lasciata andare senza porre alcun limite a quello che stavo facendo, utilizzando la linea vocale come un pezzo di stoffa che si può tagliare a pezzetti e ricucire a piacimento secondo quello che mi suggeriva il gusto. È un incubo angoscioso quello di cui parla, la nostra ombra. Portiamo dentro di noi un peso, una ferita, che ci parla in una lingua che non riusciamo a capire perché non siamo abituati a prestare a noi stessi un ascolto profondo. Le nostre paure ci appaiono come mostri che non vorremmo mai affrontare. Eppure, nel momento in cui decidiamo di ascoltarle, queste si manifestano per quello che sono, le voci tornano a essere umane e riusciamo ad accoglierle, capirle ed esprimerle. Il pezzo si chiude con un’apertura, una luce, abbiamo tutti bisogno di un lieto fine.”
Ora dai una descrizione estemporanea, significati di testi o ricordi correlati dei pezzi che vanno a riempire l’EP SAFE.
“SPACE è una canzone sulla contemplazione dell’universo, la nostra esistenza umana all’interno del cosmo, testimone silenzioso di tutta la nostra vita.
“SAFE esplora la coscienza che nasce dall’aver vissuto un pericolo ed essere finalmente liberi, la meravigliosa sensazione di essere immuni e al sicuro.
“SOULS ci ricorda che siamo isole sconosciute e inesplorate, ci fermiamo solo alla superficie dell’anima umana. Senza uno sforzo personale per conoscersi profondamente, l’amore è solo un’illusione sottile e dolce.
“GRAVITY è una canzone sulla nostra ombra, le nostre paure, tutti abbiamo una ferita dentro, se la ascoltiamo ci diamo la possibilità di guarire.”
Qui l’intervista di Nikilzine a GOLD MASS del 15 Aprile 2021.