DOUBLE-O: DALLA SST ALLA REVOLUTION SUMMER
di Giovanni Panetta
Percorso dall'hardcore all'indie rock. Come si passò dal machismo punk alla cultura liberale della Revolution of Summer, passando attraverso un'insospettabile uscita del 1983.

L’estate del 1985 è stato un momento importante per la cultura indipendente. Risale a quel tempo il passaggio di scettro tra diverse personalità, portavoce nel complesso di due polarità opposte in musica. Tale scisma troverà luogo la capitale degli USA, Washington DC, vedrà da una parte l’hardcore punk iconoclasta, dall’altra l’indie rock di matrice americana che ha un approccio alla sperimentazione più meditato. L’indie rock americano è un genere tutt’ora attuale, da cui si svilupperanno più in là suoni ancora più innovativi, contaminandosi (ancora di più) con krautrock e psichedelia. Molto è frutto di menti che di diritto hanno intuito che l’essenzialità ritmica/melodica/armonica dell’hardcore dava spazio ad ampie e future possibilità sonore fino a quel momento non contemplate, e che ora trame più complesse e una pienezza di suono non potevano essere più disdegnate; il tutto senza perdere un approccio più o meno low fidelty combinato ad un’etica do it yourself. Senza guardare all’epoca del progressive rock, questo suono diventa più pieno in maniera sì barocca, ma in senso lato; ovvero attraverso un’eterodossia con artifici poco tecnici spingendo su intuizioni non ancora emerse fino a quel momento. Per dire, gruppi innovativi come i Moss Icon, di Annapolis nel Maryland, hanno a che fare più con i Minutemen che con i Genesis o gli Yes. Suoni diversi proiettati avanti fino ad oggi.

Rites Of Spring

Rites Of Spring. Attivi dal 1984 all”86.

Parlando dei contenuti, la Revolution Summer dell”85, nasce dalla disapprovazione di molti musicisti emergenti e non della scena indipendente di Washington nei confronti del suono punk hardcore, della violenza di quei concerti e del connaturato machismo e sessismo dei suoi esponenti. Tra i gruppi portavoce del nuovo movimento figurano Rites Of Spring, Embrace, Dag Nasty, Beefeater, Gray Matter, Marginal Man, Shudder To Think, e altri. In questo passaggio di palla ha il ruolo di ricevente la figura chiave della scena washingtoniana, ovvero Ian MacKaye, negli Embrace. Nulla di più sbagliato pensare che il bassista dei Teen Idles, il vocalist dei Minor Threat e il co-proprietario della Dischord, ovvero l’etichetta cardine della scena, da esponente della scena hardcore, sia stato un vecchio punk ottuso, maschilista e con un livello alto di testosterone. Ricordiamo che MacKaye aveva già creato il movimento Straight Edge, dove il concetto di purezza, abusato molto spesso in quel mondo, lo si trasmetteva con vera autenticità nel rapporto con gli altri e nel proprio stile di vita; niente droga, niente carne, niente alcol, vivere con la mente e il corpo sani, e nel pieno rispetto degli altri.

Filler.

Cover di Filler (1981) prima uscita a nome Minor Threat, in pieno periodo hardcore. Foto scattata da Susie Josephson che ritrae Alec MacKaye, fratello di Ian.

Nella prima metà degli anni ’80 però, poste le basi dello Staight Edge, pochi aderirono al movimento in modo scrupoloso. Come si poteva e può maliziosamente sospettare, molti che professavano una fedeltà a quei dettami, li trasgredivano con molta nonchalance, considerando per esempio che ci fu negli anni ottanta il boom delle sostanze stupefacenti pesanti negli USA e in gran parte del mondo occidentalizzato (e proprio per questo lo Straight Edge ne fu una diretta reazione).
Come dicevamo, altro elemento esacerbante della vecchia scena era la pratica ai concerti hardcore dello slamdancing, molto violenta (quello che in Italia viene chiamato “pogo”). Lo Straight Edge tollerava ed incoraggiava queste pratiche, e molti testi di MacKaye di quella prima metà degli ’80 parlano del fare a botte. Inoltre poche ragazze erano coinvolte a suonare, ovvero ad essere protagoniste in quel contesto, e molto spesso venivano relegate ad altro, come fare le fotografie, dare una mano a mandare avanti la Dischord, pubblicare fanzine ed organizzare concerti.

La Revolution Summer voleva in un certo senso rimediare a tutto questo. Allo stesso tempo coglieva l’occasione, come accennavamo prima, ad ampliare lo spettro del punk verso nuovi orizzonti. C’è da dire che molto fu fatto qualche anno prima, e tra l’altro il 1984 fu l’anno di formazione di una delle band cardine di quel movimento, ovvero i Rites Of Spring. Andando però più lontano, questa tendenza al progressismo fu esplicata in particolare dal roster della SST Records, etichetta della provincia di Los Angeles e portavoce dell’hardcore eterodosso. Compaiono all’interno del catalogo due doppi album: Zen Arcade degli Hüsker Dü (un concept album) e Double Nickels On The Dime dei Minutemen dove, in maniera molto diversa, figurano astrattismi di rumore, strutture ritmiche complesse e più distese, e trame sonore più addensate. Per non parlare dell’hardcore atonale che strizza l’occhio al jazz di Black Flag, dei primi vagiti del post-hardcore (in senso proprio) dei Saccharine Trust e del country obliquo dei Meat Puppets.

Double-O

Cover di Double-O (1983).

Come dicevamo, qualcosa però si stava muovendo all’interno di Washington. Già dal 1983, almeno il suono cominciava a sfumare verso qualcos’altro; l’uscita numero 10½ della Dischord, l’EP omonimo dei Double-O, può essere vista in un certo senso come l’anello mancante tra la SST e la Revolution Summer. I Double-O furono un quartetto formato da Eric Langdameo (voce), Jason Carmer (chitarra), Bert Queiroz (basso) e Richard Moore (batteria), e precedentemente fece parte Tom Clinton alla chitarra; una buona parte di questi precedentemente facevano parte dagli Untouchables di Alec MacKaye, fratello di Ian, Queiroz proveniva anche dai Youth Brigade e Langdameo era componente dei Red C. Nell’EP balzano all’orecchio riff di chitarre molto thrash e caotiche, uno degli elementi cardine del suono SST, ma anche di diversi gruppi della Dischord, primi fra tutti Faith e Void. Nel disco partecipa Ian MacKaye come vocalist in pieno stile Minor Threat (Grey To Black) ed è possibile sentire sia feedback di chitarra (abbastanza ricorrenti) che alcuni synth e suoni di sitar (Death Of A Friend). Elementi di transizione tra il vecchio e nuovo, ma soprattutto le linee armonico-melodiche sono caratterizzate da uno stile più aperto e quasi etereo, tipiche di molti di quei gruppi della Revolution Summer e di quell’emo prima ondata a cui spesso si fa riferimento.

 

Flyer Double-O

Flyer dell’unica uscita a nome Double-O.

Non è da escludere infatti che quel sentimento melodico-etereo sia stato trasmesso proprio da quel suono oscuro tipico del thrash e più in generale di derivazione del metal/rock classico (Black Sabbath in primis). Inoltre, non è un caso che molti gruppi underground di quel periodo abbiano affinato il loro sound in quel senso; vedasi gli ascolti di molti dei componenti dei Black Flag (i portavoce di quei primi vagiti), oppure il semplice fatto che nel roster SST compare un gruppo metal, i Saint Vitus.

I primi passi verso l’evoluzione, e un astrattismo sempre più reale nel corso del tempo, derivano non a caso da quella sottocultura americana, tra la provincia statunitense e il progressismo liberale della capitale di Washington DC. Il dado era stato tratto per tante e diversificate novità nel futuro domani.

BIBLIOGRAFIA

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