BORN STUPID E IL POP PSICHEDELICO OBLIQUO DI PAUL LEARY
di Giovanni Panetta
Brevi considerazioni su Born Stupid di Paul Leary, riassunto del passato che riguarda quei protagonisti, tra cui Mark Kramer che con la sua Shimmy-Disc co-produce l'album.
Born Stupid

Cover di Born Stupid (2021).

Il fuoco dell’indie rock anni ’80 si mantiene vivo. È il caso di Paul Leary, componente storico dei leggendari noiser texani Butthole Surfers, il quale ha pubblicato l’ultimo 12 Febbraio la sua seconda uscita in solo, dopo trent’anni dall’esordio The History Of Dogs. Parliamo di Born Stupid, che è stato rilasciato dalla Joyful Noise e dalla Shimmy-Disc, quest’ultima l’etichetta appartenente a Mark Kramer, elemento portante dei newyorkesi Shockabilly (dal suono noise-garage) e componente temporaneo degli stessi Butthole Surfers, il quale ha suonato durante la loro tournée in Europa nel 1985, fino a quando non uscì dal gruppo per via di un’intossicazione alimentare.

Kramer conosceva già i Butthole Surfers, e la prima volta fu durante un tour in Texas degli Shockabilly, ovvero nella data di Dallas in cui aprì il concerto la band di Gibby Haynes e Paul Leary. Questi ultimi arrivarono con una Nova in condizioni precarie e secondo la testimonianza di Kramer la band sembrava di primo acchito formata da “cinque tipi in acido”. Il secondo incontro, in cui i Buttholes stavano bivaccando nell’appartamento di un amico all’East Village diede prova del loro ottemperante e molesto alcolismo e tossicità. Sta di fatto che i performer/musicisti texani (per la precisione di origini di San Antonio) avevano un fascino insano, di un nichilismo distruttore, ovviamente in senso lato per quello che rappresentava la musica di tutto l’indie rock anni ’80; i loro suoni e concerti (anche da un punto di vista visivo) hanno quel ché di potente, obliquo e granguignolesco che non limita la tavolozza della musica nei soliti parametri su cui il suono viaggiava.

Paul Leary

Paul Leary

Forse, e molto probabilmente, il rapporto tra Kramer e il quintetto di rumoristi si consolidò per la fama e per i dischi di questi ultimi. Sta di fatto che, nell”85, Mark Kramer fu chiamato dal gruppo, il quale doveva suonare in alcune date in Europa e avevano necessità di un bassista. Quella tournée europea fu un viaggio delirante, un tragitto nei suoni e nella mente dei Butthole Surfers. Interazione molesta con i Nick Cave & The Bad Seeds nel festival Pandora’s Box in Olanda, l’incontro inopportuno con il loro idolo Alex Chilton, e la cacciata continua del pubblico durante una festa di laurea in Norvegia, mostrano il potenziale lisergico e nichilista della band (raccontati su American Indie di Michael Azerrad (ed. Arcana)), ma soprattutto la voglia di non prendersi sul serio, riuscendo a comunicare nel contesto di quella sottocultura.

Tornando a Born Stupid, il ritorno di Leary nasce da canzoni scaturite da una vis creativa che non sa trattenersi, incentivato dal suo corposo background. La titletrack è per l’appunto la celebrazione di una condizione cognitiva, reale o sospetta, attraverso una ballata pop-psichedelica accompagnato dall’effetto del tremolo tipico del surf rock e che conferisce un tocco obliquo per via di quella convivenza tra forma e materia. What Are You Gonna Do potrebbe far riferimento all’ecologia, ed è un divertissement noise rock che ricalca Jimi, l’apertura di Hairway To Steven. Poi ci sono pezzi riutilizzati, come Gary Floyd Rivisited, dove Paul Leary omaggia il suo storico gruppo attraverso l’ultima traccia del loro esordio in full-length dell”84, ovvero Psychic… Powerless… Another Man’s Sac, che a sua volta omaggia Gary Floyd, entrato nella storia per essere stato a quei tempi il frontman dei Dicks, band hardcore tra blues ed eterodossia eventuale di Austin, dai testi queer e politicizzati. Mentre al termine, The Adventures Of Pee Pee The Sailor è un vecchio brano di Leary, suonato e inciso dai Bad Livers, dai suoni folk rivisitati sempre di Austin, e dai leggendari Meat Puppets, entrambi gruppi che il sardonico chitarrista ha prodotto.

Un album contornato da un sarcasmo diverso da tempi più iconici, più accogliente, immerso nel suo contesto. La visione di intenti che emerge in Born Stupid è diversa, una miscela nella quale non compare solo sarcasmo, ma suoni accoglienti fanno la loro comparsa. Qualcosa di più pop-psichedelico storto, come certe canzoni dei Fab Four più lisergici, dove quelle sperimentazioni ti colpiscono al cuore e alla mente.

Un album diverso, che amplia gli orizzonti stando all’interno dei territori Butthole Surfers.

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