WHAT MAKES A MAN START FIRES?: I MINUTEMEN VERSO IL FUTURO
di Giovanni Panetta
1982: I Minutemen verso il cambiamento, il loro più vistoso capolavoro, ovvero Double Nickels On The Dime, e un sound che ispirerà Sonic Youth e Revolution Summer.
What Makes A Man Start Fires?

Cover di What Makes A Man Start Fires? (1983).

Il mese di Gennaio del 1983 viene pubblicato What Makes A Man Start Fires? dei Minutemen. La genesi del secondo full-length del trio di San Pedro è abbastanza singolare. Tra il 1981 e l”82 non si contano molti concerti del gruppo, e in quelli avvenuti Mike Watt si esibisce seduto. La causa è da far risalire alla sindrome di Osgood-Schlatter, che ha fatto il suo corso nel celebre bassista durante la sua pre-adolescenza. La suddetta malattia compisce le ginocchia, per individuo o solo una o entrambe, provocando l’accrescimento osseo della rotula e il conseguente distacco dalla sua posizione per tensione meccanica. Nel caso di Watt entrambe le rotule furono colpite dal morbo, e dovette subire due interventi ad entrambe le gambe distanziati di nove mesi; nelle due fasi post-operatorie dovette tenere la gamba dritta, e questo impose a tutto il gruppo di smorzare le attività live.

Durante il secondo periodo di ripresa (primavera dell”82), Watt non volle stare con le mani in mano, e decise di lavorare alla scrittura di un nuovo album. Era quindi un periodo di maggiore stasi per i Minutemen; fu anche il fatto che D. Boon, in quel periodo abitava a Culver City, a 40 km da San Pedro, e, lontano dalla possibilità di suonare con gli altri, gli fu difficile scrivere nuova musica. Quindi per coprire quel periodo più rarefatto Watt scrisse diverse canzoni, ovvero gli accordi e le parti di basso più altre idee, affidando i fill di batteria e i solo di chitarra a Boon e a George Hurley. Per quanto riguarda i testi Watt è l’autore principale, scrivendo la metà delle parole, mentre l’altra metà è in parte di Hurley per quanto riguarda le tracce che vanno da Pure Joy a Faith, e di Boon in merito ad una parte contigua formata dalle tracce comprese tra Sell Or Be Sold e Plight.
Dopo qualche periodo di pratica, nell’Estate dello stesso anno i Minutemen sono pronti per registrare i loro pezzi, e lo faranno al Music Lab di Hollywood sotto la guida di Spot, il quale eseguì il missaggio delle tracce al Total Access Studio di Redondo Beach. Inoltre quelle registrazioni presentano come ospite Joe Baiza dei Saccharine Trust in degli overdub presenti in Beacon Sighted Through Fog e Faith.
Passò diverso tempo fino alla pubblicazione dell’album, in quanto la loro etichetta di riferimento, la SST Records, era in crisi economica, per via ad ingombranti guai che i proprietari avevano con la giustizia, ovvero Greg Ginn e Chuck Dukowski, entrambi leader anche nei Black Flag. Nel mentre pensano ad affidarsi a qualche altra etichetta, come per esempio la Thermidor che aveva già prodotto i Nig Heist, un gruppo associato al roster dell’etichetta californiana. La band di Watt comunque si sentiva legata all’etichetta dei Black Flag, quindi posticiparono l’ipotetico passaggio di scuderia (che poi non avvenne attraverso l’esortazione di Joe Carducci, il quale insieme a Mugger gestiva de facto la SST).
Il disegno presente in copertina è di Raymond Pettibon (che dà il titolo all’album), mentre sul retro ci sono i contributi di Baiza, Boon e Gary Jacobelly. Esistono due versioni con artwork diversi, ma con gli stessi disegni: una, quella più ufficiale, presenta tonalità gialle e marroni, mentre nell’altra il giallo è sostituito col bianco.

What Makes back

Retro di What Makes A Man Start Fires?.

Come dicevamo, ogni quarto del disco porta il segno di ciascuno del trio, caso speciale Watt che si prende il primo e l’ultimo quarto. Questa idea che ricalca quella di parti continue di un album dedicate a ciascun elemento della band (tutta ummagummiana) assomiglia a quella adottata per il loro album doppio del 1984, ovvero Double Nickels On The Dime, dove ogni lato portava la firma (per una buona parte di pezzi) di ognuno del trio, caso a parte della quarta facciata dedicata al contributo di diversi ospiti e a più cover. Ma non è solo questo. What Makes A Man Start Fires? racchiude delle intuizioni più astratte, tra pop e rumore (in pieno stile indie rock), le quali rappresentano uno sviluppo rispetto all’hardcore eterodosso del precedente e primo album The Punch Line, e che convergeranno verso il doppio album sopracitato; un’astrazione partorita dalla versatilità di Mike Watt, e che si sottrarrà maggiormente dall’apporto dell’altro autore principale, ovvero D. Boon, più tendente a creare pezzi simil hit radiofoniche. Matasse di suoni e feedback che rimandano al noise rock à la Sonic Youth (i quali dichiaratamente prendevano in parte come modello i Minutemen), oppure ritmi più precisi dai pattern complessi, e buon riferimento per la Revolution Summer washingtoniana, soprattutto per i Beefeater, da cui nascerà invece non a caso il math rock.
La first track, Bob Dylan Wrote Propaganda Songs, presenta un riff di basso adatto per chitarra, e quindi poco convenzionale; a quanto pare in quel periodo Watt, che ha scritto quel pezzo, fu motivato dalla musica di Bob Dylan, che a suo modesto parere fondeva nella sua poetica elementi musicali con alcuni extra-musicali (politici). Un’eterodossia che si diffonde anche in tutto il lavoro e che avrà ripercussioni a seguire.

In sintesi, What Makes A Man Start Fires? è un suono intermedio tra The Punch Live e Double Nickels On The Dime che però, per la sua astrazione spicca verso l’alto. Quel pop nell’ottica del rumore e quel noise nell’ottica del pop rendono il tutto un album “altro”, e che forse, a detta di qualcuno, è allineato ad una progressione verso più raffinate produzioni. Non si può però ignorare il suo valore rumoristico anticonvenzionale che, a ragione di quanto spiegato, ha ispirato molto probabilmente la generazione successiva di noiser; elemento a monte di una successione di suoni che affascina causticamente.

Share This