Viaggi in libertà per Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat
di Giovanni Panetta
Intervista ad Above the Tree (Marco Bernacchia) su Afrofulu, ultimo album di Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat, tra passato e presente.
Cover di Afrofulu

Cover di Afrofulu; artwork di Marco Bernacchia.

Marco Bernacchia, in arte Above the Tree, è una figura cardine del DIY nazionale e non solo, il quale sperimenta tra più forme e colori con i suoi sempre diversi progetti musicali (M.A.Z.C.A., Gallina, Above the tree & E-side, Stregoni). Il Primo Marzo esce, a nome del trio Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat, il disco Afrofulu, per l’etichetta storica marchigiana, affezionata a suoni quanto più non convenzionali, Bloody Sound. La formazione di Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat vede, oltre che Bernacchia, Edoardo Grisogani e Luca Rizzoli, il cui compito fondamentale nel secondo e ultimo disco già citato è stato quello aver generato ritmi e beat elettronici, elaborati successivamente da Marco con l’apporto di parti aggiuntive. Il lavoro ha una componente ritmica esotica e lisergica, in cui il tema politico del disco, quello della multietnicità, viene fruito attraverso un metaforico mezzo aerostatico alienante e distopico, in cui un processo di fermentazione delle tracce ha operato, probabilmente o meno, in maniera significativa, conferendo ipoteticamente un tocco di astratta idiosincrasia.

Per saperne di più di seguito l’intervista a Marco Bernacchia tra passato e presente.

Allora Marco, parlaci di come si combina il tuo progetto Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat con l’essenza che delle tue origini, che partono dal post-rock rumoroso MAZCA e le trame più eteree e dilatate con il tuo solo (per l’appunto di Above The Tree).

La ricerca sonora e la combinazione di sperimentazione e folklore sono gli elementi che legano tutta la mia produzione musicale. Fin dal 1998 con i M.A.Z.C.A. (che è l’acronimo di Movimento Attraverso Zone Comunemente Atipiche) la ricerca si era spostata su immaginari cinetici e psichedelici; cosa che non è cambiata di molto nel 2006 con l’inizio dell’epoca Above the Tree. Chiaramente ci sono state molte fasi in mezzo che hanno portato l’attenzione a volte su derive più spirituali e a volte più carnali, le quali hanno condizionato la percezione esterna.

Anche le collaborazioni e la condivisione di idee in musica hanno generato una resa conclusiva poco compatta. Infatti, nei progetti collaborativi Gallina, Above the tree & E-side, Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat, Stregoni, il risultato finale è stato molto contaminato dai musicisti che hanno preso parte ai vari progetti. A livello di musica d’insieme cerco di lasciare molta libertà per le idee di ognuno più che rispettare fedelmente una mia struttura ideale.

Il primo disco di Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat, Cave_Man, pubblicato per Bloody Sound Fucktory e Locomotiv Records, e in collaborazione con Glauco Salvo e Nicola Manzan, ha un’impostazione più dilatata che rimanda a certo trip hop più psichedelico, permeato da un ambiente più omogeneo e notturno. I pattern sono più rilassati, il groove più tenue, in cui i colori caleidoscopici su sfondo scuro della cover del disco riflettono armonicamente queste caratteristiche. Parlaci delle idee e del mood dietro questo lavoro.

Cave Man era nato per parlare di un’epoca archeologica del passato, la vita nelle caverne, i ritmi rituali, le pitture rupestri e i loro racconti; quindi avevamo pensato di ricreare un’ambientazione oscura e granulare, come se si stesse davanti ad un’opera venuta dal passato. Registrammo il disco in presa diretta su nastro con l’aiuto di Maurizio Abate e Mat Bordin, utilizzando solo attrezzatura analogica. Le collaborazioni con Glauco e Nicola sono arrivate in un secondo momento per impreziosire certi brani con la loro poesia.

Per quanto riguarda il secondo album Afrofulu, qui domina una vitale e dinamica eterogeneità, nel vincolo di un sound lisergico tra suoni afro, reggae e mediorientali, ma anche techno e jungle. Parlaci dell’excursus compiuto con questo lavoro e delle associate intenzioni.

Il nuovo disco invece parla di una realtà più contemporanea come quella delle migrazioni dei popoli oggi, insieme a quello che si portano dietro durante il loro viaggio. Il suono per descrivere il loro percorso doveva per forza prendere i colori della modernità, la cui resa doveva essere concepita come un telegiornale su uno schermo HD. Ho deciso di lavorare di più come producer utilizzando i campioni delle batterie acustiche dei ritmi di Drum Ensemble Du Beat in maniera libera, arricchendoli con voci di terre lontane. Le registrazioni sono state eseguite da me e Luca Rizzoli nel 2016, poi nel mio studio ho prodotto, editato e rimontato tutti i brani in maniera libera, senza schemi. Finito di mixare con Federico Grella e masterizzato da Milo Gamberoff, fu già pronto per l’uscita nel 2019. Successivamente fu lasciato fermentare per cinque anni in un hard-disk infettato da vari virus in più occasioni; al termine è stato raggiunto un risultato più contemporaneo, tra musica elettronica, afrobeat e psichedelia.

Riguardo le tracce, in Bufalo si intrecciano diversi beat rendendo il pezzo puro groove psichedelico, in cui la componente dell’armonia appare più rarefatta e monotonale. Tale rarefazione sembra essere una giusta introduzione all’album, in modo da rendere il ritmo la colonna portante dell’album. Ma secondo la tua testimonianza, quale intenzione si cela dietro questo aspetto?

Bufalo è stato il primo brano di Afrofulu che è stato realizzato, e quindi anche il pezzo che ha dato il mood a tutto il disco. Come ho detto prima il disco è stato realizzato in divenire, partendo da registrazioni di ritmi e pattern di Edoardo Grisogani e Luca Rizzoli (Drum Ensemble Du Beat), e poi da me remixate. Nel momento della composizione di questo brano, ero alle prese con una ricerca fatta sulle poliritmie e sulla musica africana. Quello che ho provato a fare è stato sovrapporre su diversi livelli le batterie con ritmi diversi per ottenere un flusso che fosse sghembo e lineare allo stesso tempo, ispirandomi alle gare di velocità tra camion e bufali.

Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat

Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat; foto di Luca Zambolin, editing di Marco Bernacchia.

Nella traccia Talker X domina un suono afro con elementi melodici mediorientali, attraverso un ritmo costante e un fluire coinvolgente. L’unione di Africa e Medio Oriente appare interessante, sebbene sia stato già esplorato in passato (ad esempio nei Dead Can Dance). L’idea sembra essere stata quella di creare un pezzo cardine nella vostra produzione, e, attraverso la combinazione di tali elementi, abbiate creato al tempo stesso qualcosa di molto più esotico e soprattutto interessante. Qual è l’intenzione dietro questo pezzo?

L’idea era di far convivere vari mondi nello stesso pezzo, cercando di riuscire a collegare due discorsi fatti in epoche diverse nella storia. La nostra intenzione fu quella di definire musicalmente un preciso momento che fosse non convenzionale all’interno di tutto il magma dello spazio-tempo. Un discorso che riesca a racchiudere uno scenario ancora attuale. Chiaramente non era nelle nostre intenzioni realizzare un pezzo cardine, ma se ci siamo riusciti ne siamo contenti.

Tracce di noise-ambient si trovano in FC Lampedusa, pezzo incentrato su un suono magmatico e fugace. Un intreccio di delay e loop si intensificano nello scorrere dell’ascolto, in cui si incontrano intuizioni musicali che circuitano intorno alla dub in associazione a beat progressivi, seppur con una incisività neutrale per via di climax sonori più sparsi e leggeri. Come avvengono tali elementi in questa specifica traccia?

F.C. Lampedusa parla di un viaggio che parte dal caos e dall’oscurità, che ha come meta luoghi più luminosi. l’F.C. Lampedusa è una squadra di calcio di Amburgo che include al suo interno solo giocatori che sono passati per Lampedusa durante la loro rotta per l’Europa.

Per concludere, parlaci delle prossime novità su Above the Tree & Drum Ensemble du Beat.

Da maggio saremo in tour per presentare il disco live. Potete trovare prossimi aggiornamenti a questo link (canale Instagram di Above the Tree).

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