Si sa, in ambito musicale pescare nel calderone dei seventies è sempre stata un’abitudine di massa, da più di un trentennio. Lo hanno fatto anche i Lemon Twigs nel loro ultimo Songs For The General Public? Dal titolo può sembrare, ma non è così. La loro non è una strategia scientemente messa in atto, è più semplicemente una naturale conseguenza della maniacale conoscenza dei vinili di quegli anni, patrimonio casalingo del padre musicista, dapprima ascoltati, poi suonati in cameretta, fatti propri e infine sapientemente miscelati in questo ultimo lavoro.
I Lemon Twigs sono un duo di polistrumentisti di Hicksville – New York, composto dai fratelli Brian e Michael D’Addario, di evidenti origini italiane. Qui sono alla loro terza prova su vinile, album su cui ha messo le mani Jonathan Rado dei Foxygen con il benestare di Tony Visconti, storico produttore di David Bowie. Un lavoro ricco di strumenti vintage tutti suonati dai fratellini, un disco carico di orchestrazioni, una deliziosa minestra ricca di sapori classici, dai Beatles ai Velvet Underground, da Elton John agli Abba. Il disco si apre con Hell On Wheels, un corale inno giovanile al sapore di bubblegum rock con un cantato sguaiato alla maniera di Mick Jagger. Live In Favor Of Tomorrow ha una progressione armonica degna dei migliori Beach Boys. Segue No One Holds You (Closer Than The One You Haven’t Met), brano che sembra uscito da un disco di Paul McCartney & Wings. Mark Bolan fa capolino nella successiva Fight, il brano più glam dell’album. Somebody Loving You è un synth-pop a metà tra i Tame Impala e “Il Tempo delle Mele”. Con Moon, traccia un tantino più sporca e acida del resto dell’album, i nostri tornano su territori più metropolitani, di velvettiana memoria, con The One, l’episodio più riuscito del disco, un sapiente mix di melodie catchy, archi e chitarre elettriche. In Only A Fool i D’Addario danno sfoggio di tutta la loro abilità in un brano progressive dai tempi dispari. Il tutto sfornato da due giovanissimi e talentuosi musicisti che instillano gocce di speranza nell’agonizzante panorama musicale mondiale, un balsamo all’insulsaggine di trap e affini che tanto danneggiano le nostre orecchie.
Un disco che non ci fa gridare al capolavoro, ma ci fa tirare un sospiro di sollievo riguardo al futuro del rock and roll.
THE LEMON TWIGS – LA SEDUZIONE DEI SEVENTIES
di Nino Colaianni
Recensione di Songs For The General Public (2020).