SST E SONIC YOUTH, UNIONE DI DUE SPONDE
di Giovanni Panetta
Il 1987 si porta dietro il 1984; intorno a quel periodo, nella SST Records c'è una luce che vacilla ma che irradia causticamente, con Sonic Youth, Dinosaur Jr e altro. Un nuovo punk, fervido e decadente.

Il processo riformatore dello spettro del punk anni ’80 ha dato il suo rilevante apporto, sia nella musica che nella moda. L’implementazione della velocità, attraverso un’invocazione di una nuova violenza, ed il suo nichilismo nietzschiano che ha reso più elastico certo costume dell’epoca, ha rivoluzionato quei tempi, contrapponendo la tendenza ad un certo edonismo patinato in nome di una propositività dai tratti politicizzati; tendenze quasi contrapposte che vanno a costituire due facce della stessa medaglia, in cui, in via ufficiale, una coscienza collettiva e solidale sarà meno presente all’interno di quel periodo.

SST logo

Logo della SST Records.

L’hardcore, corpus sonico visceralmente iconoclasta del punk e in assoluto il primo vagito di quello spettro, avrebbe passato la palla al più policromato indie rock, o American indie, che ha vissuto la sua prima fase fase più fulgida nel 1984. In quell’anno il genere, che guarda ai luccichii sixties, in primis Grateful Dead, Blue Öyster Cult, Creedence Clearwater Revival, ma anche Black Sabbath, Velvet Underground e Stooges, ha vissuto in quel periodo una fase illuminata, sia attraverso i patriarchi della SST Records, ovvero Black Flag, Minutemen e Saccharine Trust, che altre non meno importanti band di quel roster come Hüsker Dü e Meat Puppets. Tali suoni, rappresentati emblematicamente da lavori come My War dei Black Flag o la coppia dei doppi vinili Zen Arcade degli Hüsker Dü e Double Nickels On The Dime dei Minutemen, sono comunque abbastanza ancorati ad un estetica vicina agli echi hardcore (non del tutto scomparsi in quell’anno), dove la misantropia dei testi di My War, il disagio adolescenziale del disco degli Hüskers, e le loro linee molto spesso caotiche e dissonanti, richiamano a più voci quel periodo caustico.

Nata a Hermosa Beach, la SST Records fu un’etichetta fondata inizialmente da Greg Ginn (chitarrista e mente dei Black Flag), di cui in seguito divenne co-proprietario Gary McDaniel, in arte Chuck Dukowski. La label si faceva portavoce di un hardcore eterodosso e nuovo, senza però perdere quella buona dose di quella decadenza dai toni individualistici dell’hardcore punk stesso; all’interno del roster i Meat Puppets facevano un abbondante uso di droghe, all’interno della crew dei Black Flag aleggiava un clima di discordia, e Henry Rollins, cantante di questi ultimi, durante le trasferte si teneva in disparte dagli altri scrivendo in solitaria il suo diario di bordo, che sarà pubblicato come Get In The Van nel 1994 per la sua casa editrice 2.13.61. Tornando a Ginn, inizialmente un esperto di elettronica, il quale apportava sempre qualche modifica al suo equipaggiamento, tra cui alla sua Ampeg Dan Armstrong, (la sua SST, Solid State Trasmissions, non ha esordito come etichetta discografica ma come attività di mail order con la quale vendeva per posta strumentazione radio modificata della Seconda Guerra Mondiale), cercava di dare il suo contributo alla sperimentazione legata allo spettro del rock’n’roll sghembo, all’arte dell’intrattenimento più di rottura; la popular music offerta dai Black Flag di Greg Ginn, sempre diversa, vuole essere un punk oltre il punk, oltre il buon senso, indignando i benpensanti sbandierando a momenti misoginia, razzismo, ribaltamento nietzschiano netto degli ideali del progresso, manifestato anche come “anti-punkismo”. È proprio intorno al 1984 che i componenti dei Black Flag si fanno crescere barba e/o capelli, o cominciano ad essere avvezzi a lunghissime jam nelle sessioni di pratica e nei live, flirtando con certa cultura freak che indignava apertamente gli allora kid dell’hardcore. Ma dopo un paio d’anni buoni quella componente nichilista in quella macro-scena si smorzerebbe o si sublimerebbe in qualcos’altro.

Sonic Youth

Sonic Youth, 1987 circa. Da sinistra a destra: Thurston Moore (chitarra, voce), Kim Gordon (basso, voce), Lee Ranaldo (chitarra, voce) e Steve Shelley (batteria).

Tra il 1986 e l”88 vi è in tutto e per tutto un periodo di rinascita per la casa discografica indipendente della California meridionale. Si producono dischi importanti, questa volta di una più solare psichedelìa, per esmpio con Happy Nightmare Baby degli Opal, Fuck dei Leaving Trains, Jupiter Eye dei Das Damen; vi sarà la rinascita di Mike Watt e George Hurley dalle ceneri dei Minutemen con i Firehose, e nel 1988 i Soundgarden di Seattle entreranno a far parte del roster con Ultramega OK. Il gruppo legato al movimento che verrà denominato grunge si colloca non a caso in un periodo nel quale la label voleva ampliare il suo roster dandogli respiro nazionale. Già un po’ prima di quel periodo l’etichetta è interessata ad una band noise rock di New York legata al punk tradizionale, al passato movimento no wave e all’avanguardia di Glenn Branca. I Sonic Youth a quei tempi avevano dei contratti con la Homestead di Gerard Cosloy e la Blast First! di Paul Smith, attraverso i quali avevano pubblicato il loro disco Bad Moon Rising, non a caso strizzata d’occhio ai Creedence Clearwater Revival, e manifestazione di un certo nichilismo, conseguenza necessaria dalla decadenza della loro metropoli, reazione all’edonismo diffuso dalla classe politica (e accademica) dell’epoca, e che cita il rumore bianco di Metal Music Machine di Lou Reed.

Il contatto effettivo tra le due entità delle due coste opposte degli USA, la californiana SST e i Sonic Youth, avviene attraverso Ray Farrell. Originario del New Jersey e trasferitosi a San Francisco dopo i suoi vent’anni, egli lavorava in un negozio di dischi, organizzava concerti e si occupava di booking. Cosloy si affidò a lui per organizzare i primi concerti dei Sonic Youth in California. Allo stesso tempo, durante il suo supporto alle band locali, fece amicizia con Joe Carducci, il quale lavorava alla SST, ovvero al mastering e ai layout dei dischi dell’etichetta. In seguito Carducci chiese a Farrell se poteva di dare una mano per la promozione delle band SST. Immediatamente Farrell si trasferì in zona Los Angeles per dare il suo contributo. Così l’apporto di Farrell fu quello di estendere il raggio d’azione dell’etichetta, passando il materiale discografico alle college radio, fino a quel momento bistrattate dall’etichetta californiana. In quel periodo c’era infatti un conflitto con gli ascoltatori legati a quelle stazioni radio, maggiormente di estrazione borghese, e più confidenti a suoni per lo più accoglienti, in primis new wave e post-punk. L’apertura avviene proprio con Farrell, e cade in quel periodo una maggiore apertura mentale nella scelta di quegli artisti sopracitati, facendo convergere sonorità più rotonde anche se eterodosse. Un caso è quello dei Sonic Youth, band con cui Farrell aveva stretto ormai un certo rapporto. Di lì a poco, la band fece parte dell’agenzia di booking legata alla label di Ginn e Dukowski, la Global Network Booking. In Thurston Moore, leader e chitarrista della band, stava crescendo un maggiore interesse per la SST, storica roccaforte di molte band che idolatrava, legando già con alcune di quelle personalità, e aveva già da New York una corrispondenza  con Mike Watt, che era scaturita dal primo per via del suo apprezzamento per le compilation Mighty Feeble e Feeble Effort della New Alliance, sub-label della SST.

I Sonic Youth non si sentivano più a loro agio con la Homestead, e durante il loro viaggio in California legarono di più con l’etichetta del luogo andando a cena con Chuck Dukowski. Alla fine l’adesione al roster SST avvenne naturalmente, e oltre a due singoli – Starpower e Master-Dik – uscirono due dischi full-length, fondamentali nella storia indie rock: EVOL e Sister, pubblicati rispettivamente nell’estate del 1986 e a Giugno del 1987. Rilasciati quindi da SST (per la distribuzione americana) e Blast First! (per quella europea), i titoli di entrambi affondano le loro origini in campi artistici diversi dalla musica: “EVOL”, l’inverso della parola “LOVE” (e in inglese foneticamente equivalente a “evil”), è il titolo di un film diretta Tony Oursler, il quale aveva collaborato con la band nel video di Making The Nature Scene per le riprese nei club di Manhattan. Sister invece prende il nome dall’ossessione dello scrittore Philip K. Dick per la sorella gemella morta a un mese di età; l’autore fondamentale nel genere fantascientifico, in cui prende piede l’elemento ultraterreno in una versione tentacolare e palpabile in maniera claustrofobica, ha ispirato il gruppo newyorkese per due pezzi di Sister: (I Got A) Catholic Block e Schizophrenia, quest’ultima indirettamente riferita al fratello di Kim Gordon (bassista, cantante e autrice dei Sonic Youth), Keller. Altre associazioni extra-musicali, sono: Shadow Of A Doubt, di EVOL, il cui testo proviene dal film Strangers On A Train di Alfred Hitchcock (in Italia doppiato e ribattezzato L’Altro Uomo); Tuff Gnarl, in Sister, è un’autocitazione ad una recensione scritta da Moore sulla sua fanzine Killer, nel quale dava una descrizione della band hardcore proveniente dalla Virginia Iron Cross (“Tuff Gnarl” può significare “deformazione nel tufo”, oppure indicare un “dimenarsi tufaceo”, ovvero uno stato di agitazione violenta che induce quella musica). Un rimando più propriamente musicale è sicuramente Tom Violence, dedicata a Tom Verleine dei Television e star del CBGB’s, pilastro fondamentale per la carriera dei Sonic Youth.

La musica di entrambi gli album è permeata da una certa melodia e suono introspettivo che rimanda al post punk di matrice europea, dove i testi, sommariamente scritti dai tre componenti principali (Thurston Moore, Kim Gordon e Lee Ranaldo) offrono una versione disincantata della New York decadente o della società americana in generale di quegli anni attraverso un occhio e una mente ogni volta diversa per autore. Una violenza e una elasticità nella struttura dei pezzi, retaggi delle influenze hardcore punk e del loro maestro Glenn Branca, sono ancora protagonisti. Può aver fatto la sua parte un certo suono washingtoniano (Revolution Summer), per un’apertura e sistematicità nella scrittura, ma colpisce come si tiene fede a quelle origini. Il punk, l’avanguardia e anche il free jazz sono motori immobili nel processo creativo dei Sonic Youth, che per catalizzarsi utilizza quelle sonorità indie rock che hanno caratterizzato il 1984, e che strizzano l’occhio ai sixties; Minutemen e Hüsker Dü sono dei devoti a quella poetica grandiosa che ha caratterizzato i ’60 luminosi, sia nel nome dell’intrattenimento che dell’arte. EVOL propende verso un suono più etereo, religioso e oscuro allo stesso tempo, mentre Sister è energico, piacevolmente esacerbante. Due facce della stessa medaglia che rappresenta l’atonalità melodico-armonica e il caos senza regole dell’hardcore.

Dinosaur Jr

Dinosaur Jr, 1987-86. Da sinistra a destra: J Mascis (vove chitarra), Murph (batteria), Lou Barlow (basso, voce).

Nel roster SST i Sonic Youth si portarono una band del Massachussets, di Amherst, i Dinosaur Jr. Il gruppo, improntato su una psichedelìa magmatica, e che qualcuno all’epoca definì “shoegaze” (termine già utilizzato prima degli anni ’90, e da non associare necessariamente all’accezione più specifica legata alle sonorità di gruppi come My Bloody Valentine e Slowdive) per via dell’utilizzo intenso dei pedali, fece un primo concerto a New York nel 1985-86, al quale assistettero Kim Gordon e Thurston Moore, incoraggiati da Gerard Cosloy della Homestead, quest’ultimo un amico del leader dei Dinosaur Jr, J Mascis. La band locale apprezzò quel concerto e strinse amicizia con loro, e nel corso del tempo fu deterministica nelle scelte nella band del Massachussets, in quanto grande band che univa (come i Sonic Youth ma in maniera differente) sonorità accoglienti e sperimentazione. Sempre più coinvolti dal loro potenziale, nel Luglio 1987 entrarono a far parte della SST con You’re Living All Over Me e successivamente con Bug, del 31 Ottobre 1988. Due idee di musica diverse; YLAOM è sicuramente il più psichedelico, è frequente un suono che diventa fisico, e che assimila una certa solidità e velocità dalla cultura punk; Bug è pop eclettico, e meno grezzo del precedente. C’è una linea di continuità dove il suono diventa meno sghembo, in cui dall’esordio Dinosaur, dalle sonorità più disturbate (anche dal punto di vista della melodia), ci si sposta vero una maggiore luminosità.

Sta di fatto che presto l’avventura nella SST per i due gruppi, Sonic Youth e Dinosaur Jr, presto finì in quanto se ne andarono dal momento che l’etichetta accumulava debiti per produrre sempre nuovi album, secondo uno stacanovismo che propendeva verso la quantità anziché la qualità; aspetto che si rifletteva nella filosofia di Greg Ginn, instancabile lavoratore sia come musicista che come imprenditore DIY. Un modus operandi insolito che portò inesorabilmente la fine effettiva della label californiana.

Share This