PAPER MICE: IRONIA E PROGRESSIVE MATEMATICO
di Giovanni Panetta
Intervista a Taylor Hales e Dave Reminick dei Paper Mice, riguardo 1-800-MONDAYS, il loro ultimo album permeato dal consueto math punk, ma che rimanda a certo progressive.

Cover di 1-800-MONDAYS (2021).

I Paper Mice sono un trio di Chicago che potremmo definire di genere “math punk”. Questi ultimi si formano nel 2008, costituendo un primo nucleo principale con Dave Reminick (voce, chitarra, piano), John Carroll (batteria) e Adam McCormack, dove quest’ultimo nel 2013 sarà sostituito al basso da Taylor Hales. Per via del loro modo di suonare, contorto e veloce, basato su ritmi intensamente articolati, Paper Mice deve molto ai Minutemen e NoMeansNo, attingendo così alla rumorosità del noise più recente, anche se i riferimenti possono essere più indiretti. Il 7 Maggio 2021 viene pubblicato, per la Three One G Records, il loro terzo album, ovvero 1-800-MONDAYS; Le atmosfere si fanno più austere, ma sempre matematiche e gioiose, con il contributo in Trial By Fire e The Cynic Route di un quartetto d’archi, ovvero lo SPEKTRAL QUARTET (Doyle Armbrust alla viola, Maeve Feinberg al violino, Clara Lyon al violino e Russell Rolen al violoncello), i quali offrono degli intermezzi di sospensione o sorpresa all’interno del suono, e in It’s Your Funeral di Mike Hogg al basso tuba e di Ben Roidl-Ward al controfagotto, che conferiscono un tono grave e vibrante, in contrapposizione all’impostazione angolosa e nitida generale. Nell’album vige infatti una eterogeneità nella musica (insieme anche a suoni di telefono e campane a vento) rispetto il vulcanico sound degli esordi quasi in pieno stile punk (in senso lato), e che si inclinerà verso un’organicità maggiore, più lirica a tratti, e verso una nuova assonanza tutta matematica, ma permeata sempre da energie diverse, attraverso geometrie del suono diverse. Comunque, quello di 1-800-MONDAYS è un suono di svolta, quasi in pieno stile progressive, che rimanda a certo Canterbury sound che viene sublimato secondo un’ottica math rock. Sonorità che sono destinate a deviare verso qualcos’altro, vista la mente fervida e energica del gruppo.

Di seguito l’intervista a Taylor Hales e Dave Reminick, sulla poetica del gruppo, il loro passato, presente e futuro.

Come nascono i Paper Mice e come si evolvono? Da dove prende spunto il vostro nome? Inoltre, raccontateci della lavorazione di 1-800-MONDAYS, un altro album dal punk angolare e matematico, ma permeato da una nuova giocosità; ce ne volete parlare?

Taylor Hales: “Abbiamo scritto (i pezzi del) disco negli ultimi sette anni o quasi, nei quali abbiamo suonato insieme come trio, con me (Taylor) che va a sostituire Adam al basso. Una parte differente che puoi sentire la dobbiamo al cambio di personale nella band. Adam e io condividiamo molto nelle nostre sensibilità, gusti e modi di suonare, ma siamo comunque persone diverse!

“La band ha sempre avuto un umorismo gioioso e l’allegria è sempre stata una parte della band sin dall’inizio, sia nei testi che nella musica. È una delle cose che preferisco della band, ovvero la confluenza di rumorosità, densità, divertimento e allegria nella musica. In questo disco ci siamo concessi di suonare con suoni e arrangiamenti più studiati. Ovvero è la stessa sensibilità musicale, solo che si estende a pochi nuovi elementi che sono esorditi nella nostra poetica.”

Dave Reminick: “Adam, il nostro bassista originario, e io suonavamo insieme in una band in Michigan, e ci trasferimmo a Chicago quasi nello stesso periodo. Dopo aver provato con pochi batteristi, alla fine (e di sicuro fortunatamente) incontrammo John, e cominciammo a scrivere canzoni insieme. Non molto tempo dopo che il nostro secondo album (The Funny Papers) fu pubblicato, Adam decise di spostarsi in California; da questo momento Taylor entra a far parte della band. Abbiamo suonato con Taylor per i passati sette anni o quasi.

“L’idea iniziale per il nostro nome della band viene dal fatto che i nostri cani hanno nomi di topi dei cartoni animati. Ma anche, considerando che tutti i nostri pezzi riguardano storie di notizie bizzarre, ci piaceva immaginarci come dei “paper mice”, dei topi da carta, i quali cercano tra i giornali idee per le loro canzoni.”

1-800-MONDAYS è un album meno spigoloso rispetto i precedenti, per certi versi più melodico, e che si avvicina ad una certa grandeur del progressive meno convenzionale, implementata da un suono più polifonico, con campioni e orchestra; un elemento a favore è una sospensione maggiore nelle parti, nei cambi di tempo, evitando di più tendenze ad elaborare il ritmo in maniera viscerale e spontanea. Un disco più cerebrale, lirico, contraddistinto da una psichedelìa barocca nella melodia, ma attraversato da una scrittura illuminante, policromata e al tempo stesso complessa. C’è stata un’effettiva corrispondenza con il progressive/Canterbury Sound?

Taylor Hales: “Non ascoltiamo molto prog, ma dal momento che stiamo parlando di quell’album e le persone hanno ascoltato i pezzi, noi in essi ci abbiamo sentito molto “Gentle Giant”, che è abbastanza lusinghiero. Inoltre in realtà io non li ho ascoltati prima di percepire quella somiglianza e, adesso che lo so, lo apprezzo. (Quei) dischi suonano incredibili oltre al fatto di avere grande musica che è sperimentale e “difficile”, inoltre sono ancora meravigliosi ed è una gioia ascoltarli.

“L’elemento prog deriva sicuramente dal fatto che siamo più vecchi e meno energici, e che, un’altra volta, allarghiamo gli arrangiamenti un po’ oltre il trio, e avere uno studio di produzione esteso sembra essere caratteristico di molti dei più importanti dischi progressive.”

Paper Mice

Paper Mice, da sinistra a destra: John Carroll, Dave Reminick e Taylor Hales. Foto di Ed Bornstein.

Inoltre in 1-800-MONDAYS vi è un suono più luminoso, rotondo, incentivato dal suo essere polifonico; in Trial By Fire e The Cynic Route, anche attraverso la presenza dell’orchestra, si entra in delle istanze diverse, in stile simile alla struttura fisica di un ornitorinchide. Una maestosità angolosa e arlecchinesca realizzata attraverso quelle collaborazioni. Vi chiedo come nasce l’idea dell’orchestra e se ci saranno ulteriori sviluppi per il futuro.

Taylor Hales: “Avevamo discusso brevemente tra noi del fatto che ci sarebbe piaciuto inserire parti di orchestra nei futuri pezzi/registrazioni, e poi con maggiore consapevolezza cominciammo a lavorarci. Una delle maggiori soddisfazioni di questo disco è stato il terreno di cui abbiamo fatto piazza pulita, e volevamo cominciare da tutti quegli elementi – soprattutto l’orchestrazione, la registrazione e gli effetti di missaggio – e espanderli in qualche modo. Siamo in un certo senso incantati nel pensare quali altri elementi possiamo aggiungere, e quali altri approcci potremmo impiegare mentre percorriamo (i nostri) cammini creativi.”

Dave Reminick: “Taylor e John hanno espanso il loro suono in un attimo, attraverso cori, overdub, strumenti ausiliari, etc. Al momento sono stato reticente all’idea, (ma) una volta che ci siamo liberati delle barriere, la nostra immaginazione si è espansa. La nostra prima iniziativa è stato (creare) un’armonia vocale in tre parti nella sezione più distesa di “Trial By Fire”. Ma, quando venne il tempo di registrare, ci sembrava che il generico carattere cinematico di quella sezione richiedeva un approccio “sopra le righe”, così abbiamo aggiunto un quartetto d’archi, un piano e anche delle campane a vento.”

Il vostro suono barocco (in senso lato) è un’inclinazione recente. Penso al vostro primo album, Paint It Pink (pubblicato nel 24 Agosto 2009, per Cassette Deck Media Conglomerate), dove si attinge a piene mani dai NoMeansNo, Minutemen, e più lateralmente da Brainiac e US Maple. Paesaggi analogici, spontaneamente geometrici prendono piede, attraverso un’attitudine più prog-noise rispetto gli spigoli più scolpiti di 1-800-MONDAYS, senza però perdere un rumorismo di fondo. Vi chiedo, secondo voi, quanto c’è dei gruppi citati nella vostra musica più recente, e in generale quanto dovete a loro?

Taylor Hales: “Di questi artisti/band, probabilmente dobbiamo dobbiamo molto agli US Maple, in quanto vengono da Chicago. Una parte importante del suono e dell’approccio di quella band è che risulta essere una continuazione della musica underground di Chicago, (con) i concerti che vedevamo e facevamo, le band con cui suonavamo, e tutti i nostri amici in quel mondo sono forse l’influenza più importante nel nostro suono e nella nostra scrittura. Sicuramente finivamo per somigliare molto a NoMeansNo, US Maple, etc, anche se posso dirti che stavo ascoltando molto metal nel periodo in cui scrivevo alcune di quelle parti, e Dave ascoltava musica latina, e l’armonia a tre voci e la presenza di archi deve molto ai Beach Boys; Dave ha scritto la sua tesi di dottorato su Pet Sounds, e ha trascritto l’intero album nota per nota, quindi quel disco lo ha assimilato intensamente dentro di sé.”

The Funny Papers (del 4 Settembre 2012, per Three One G) prende una via di mezzo tra 1-800-MONDAYS e Paint It Pink, con un lirismo maggiore rispetto il primo album, ma mantenendo uno schema più propriamente angolare. Linee più sospese in cambi di tempo caustici attraverso un caleidoscopio ritmico, dalle linee nette e spigolose, che rimanda al fervore di un luogo urbanizzato, cittadino. Quanto è stato decisivo The Funny Papers per il vostro ultimo e terzo album, e quanto conta l’elemento metropolitano nella vostra musica?

Taylor Hales: “Come ho affermato precedentemente, volevamo provare un po’ di nuovi approcci nella scrittura, ed ignoriamo completamente come questo si svilupperà nelle canzoni in seguito. Vogliamo solo continuare ad espanderci, in qualsiasi modo possiamo, quindi il prossimo disco sarà differente, ma non vogliamo sapere come!”

Dave Reminick: “Penso che la tua analisi vada dritta al punto. Da più punti di vista, The Funny Papers è un album di transizione per noi, in particolare verso il crescente melodismo e schemi più intricati – elementi che raggiungono il culmine con 1-800-MONDAYS. Gli aspetti più ruvidi e duri della nostra musica agli esordi sono ancora molto presenti; anche se non dominano nel nostro suono in maniera estesa come una volta.”

Per concludere, speriamo che veniate in Italia o in Europa a suonare. Nel frattempo quali saranno le prossime novità in ambito Paper Mice, e cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro prossimo album?

Taylor Hales: “(Per il momento) vogliamo solo andare in tour per supportare questo disco, anche se sarà complicato cominciare a ripartire su molti fronti, e molto della traiettoria della pandemia mondiale è ancora incerta. Il nostro primo successo sarà andare in tour qui negli Stati Uniti, ma sarebbe un sogno fare un tour europeo.”

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