PANTA REI PER I QQQ∅QQQ
di Giovanni Panetta
Intervista a Tommaso Busatto e Carlo Mantione dei qqq∅qqq, progetto tra periodicità e naturalistica psichedelìa. Un suono all'insegna del motto eracliteo "panta rei".
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Cover di A Lustrum Before Revelations (2021).

Il progetto di Venezia qqqØqqq, costituito da Tommaso Busatto (synth) e Carlo Mantione (chitarra), realizzano un’idea di astrazione sospesa attraverso suoni periodici, distorti, inconsciamente e vitalmente oscuri. Nati nel 2015, il duo esordisce in full-length nel 2017 con Burning Stones Of Consciousness, attraverso un approccio più astratto e ordinato; con l’album successivo (del 14 Febbraio 2021, ma in realtà registrato nel periodo 2015-’16), ovvero A Lustrum Before Revelations (per Casetta, Toten Schwan Records, È Un Brutto Posto Dove Vivere e Contemplatio), le trame di fanno più naturalisticamente lisergiche, buie e più barocche, dal andamento fugace all’insegna del motto eracliteo panta rei. Una sospensione sospesa, arcaica, che trova la collaborazione di Mirko Volpe (synth, drum machine, il quale ha registrato, missato e masterizzato l’album), Kuro Silvia (per quanto riguarda l’artwork e le foto, dove in copertina compare un suo disegno di nome “Bucorvo Nilgau“, tratto dalla serie “Chimere Impagliate“) e La Piuma (alla voce in RIHTMA e Hypothesis).

Ne parliamo meglio nell’intervista al duo, sul loro passato, presente e futuro sonori.

Allora cominciamo dal contesto; come nascono e si evolvono i qqqØqqq nella loro cornice oscura, lisergica e magica? Da dove deriva il nome del vostro duo e come va pronunciato?

“Ci sono tanti modi di poter narrare la nostra nascita. Alcuni molto pragmatici e fattuali, altri più misteriosi e sottili. Un po’ come avesse deciso per noi una sorta di inconscio collettivo.
“Il progetto è nato nel 2015 e non sembra passato poi molto da quel giorno. Ci siamo incontrati; abbiamo suonato; abbiamo registrato. Tutto nello stesso giorno. Ne è nato il nostro primo EP, Insect’s Ritual. Il nome deriva dall’esigenza di esprimere un gioco di parole che riguarda il sentirsi vuoti emotivamente anche in mezzo alle altre persone. Vuoti insieme, dunque. Insieme vuoto. Le “q” hanno una storia differente e goliardica. Non ne abbiamo mai fatto mistero ma fondamentalmente sono state inserite quasi casualmente per stemperare quell’aura di pesantezza che forse contraddistingue il significato di cui abbiamo parlato prima. Inoltre le troviamo graficamente appaganti.”

La vostra drone music si esprime in senso lato attraverso un rumorismo lirico, a suo modo emozionale. Ne è la prova la prima traccia RIHTMA del vostro ultimo album A Lustrum Before Revelations, dove luci ed ombre si confondono, synth e chitarra si rincorrono in modo da creare un suono più angolare, oscuro e nello stesso tempo dalla consonanza mistica ed eterea. La voce di La Piuma e morbida in paesaggi rotondi e affilati in prospettive diverse, confondendo piacevolmente nel contesto astratto e più tradizionalmente concettuale. Come avviene in voi questa relazione tra figure musicali diverse?

“Ciò che avviene non lo reputiamo intenzionale, o meglio, non lo è da un punto di vista stilistico. È molto spontaneo. Ognuno porta il proprio bagaglio di inconsapevolezze che si rivelano e manifestano. È tutt’ora un percorso auto-conoscitivo. Ed è anche molto gratificante. Ci sono state diverse epifanie nelle nostre vite. E in noi coesistono sia l’etereo che l’oscuro, così come l’astratto e il tangibile (che si compenetrano). E ancora di più, com’è naturale che sia.”

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qqq∅qqq live. Tommaso Busatto (a sinistra) e Carlo Mantione (a destra) Foto di Fabio Montecchio.

La titletrack ha un’impostazione più grandiosa attraverso suoni sintetici, dove la chitarra, che conferisce un melodismo più antropico, si amalgama con il ritmo della drum machine che dona una struttura, rendendo quel flusso etereo più viscoso. Le sonorità sembrano disperdersi, andare alla deriva, ed è percepibile un incanto estatico dilatato per due volte, esacerbandosi gradualmente in caos naturalistici e arcaici con appendici di echi distanti e drammatici. Una traccia più maestosa, nel nome di una levitazione barocca, di sospensione nella sospensione, secondo una stregata struttura ricorsiva. Volevo sapere da dove nasce questa ricerca per il sospeso; inoltre l’idea è quella di direzionare la vostra poetica in senso autoctono, nell’accezione mitologico-mediterranea recondita?

“Ancora una volta, la ricerca della sospensione, l’attesa, lo scorrere dei suoni compiuto in un certo modo sono forse il nostro modo (come in realtà di tante altre persone) per esprimere ciò che proviamo e raggiungere una catarsi.
“Riguardo la domanda finale non siamo sicuri di aver compreso del tutto ciò che ci hai chiesto, ma crediamo che recondito sia una bella parola.”

Per quanto riguarda Hypothesis sono presenti atmosfere più vellutate, maggiormente liriche. Sembra di entrare in un tempio tra luce e ombra, dove il sentire è di illuminazione caleidoscopica con figure appuntite e arabescate. Inoltre il tutto fluisce attraverso un’elettronica obliqua, quasi astratta, ma tradizionale in senso esotico. Qual è la vostra idea di sintesi del suono, e inoltre la vostra intenzione è quella di plasmarla in senso panteistico, tra suono artificiale e sonorità naturalisticamente profonde, idealmente essenziali?

“Non abbiamo esattamente una meta in questi termini. però è interessante l’uso dei termini che hai fatto, forse astratto ed esotico sono delle parole che più si avvicinano al suono di Hypothesis, tradizionale no, ma comunque vorremmo poter lasciare anche un certo margine di libera interpretazione dei nostri pezzi, altrimenti perderebbero di astrazione.
“Spesso e volentieri emerge una sorta di minimalismo nella nostra musica e in verità anche a livello sonoro non usiamo molti elementi (anche se può non sembrarlo). Crediamo siano delle nostre necessità che vengono a galla. Fare Tabula Rasa (tra l’altro brano importantissimo di Arvo Part, specie nella sua sezione Silentium) e poter ricostruire quasi in punta di piedi un’interiorità spesso fatta a pezzi e frammentata. L’artificiale non è meno importante del naturale. Per quanto un suono sia sempre lo stesso in verità non lo è mai poiché cambiamo anche noi nel tempo (panta rei in qualche modo, poiché cambiano chi ascolta e la percezione emotiva di quel suono).”

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Tommaso Busatto. Foto di Fabio Montecchio.

C’è in un certo senso una linea di continuità all’interno della vostra discografia. L’album del 2017, Burning Stones Of Consciousness, sviluppa meglio un’idea lineare e indisturbata da sentimenti esterne, tranne di meno per l’ultima traccia, Crumbling Plains And Burning Stones Of Consciousness (in collaborazione con H!U), più surrealista nella scrittura e nel combinare le varie componenti. Mentre nella traccia Bury The Sun And the Deer Will Reveal Your Destiny che appare nello split con KAOSMOS del 2019, di nome Sins And Destiny Revelations Under A Buried Sun, viene di più implementata quel tipo di sperimentazione eterodossa e sinteticamente acida, per poi culminare nell’album successivo del 2021. Vi chiedo, in quale contesto si colloca A Lustrum Before Revelations? Avete percorso una strada in discesa per una maggiore spontaneità?

““A Lustrum Before Revelations” è stato registrato tra il 2015 e il 2016 (le tracce sono state rivelate quindi a ben cinque anni di distanza). È in qualche modo un materiale diverso dalle altre uscite che hai citato. Tutte partono dall’improvvisazione, ma vanno verso sentieri diversi. È pur vero che poi questi sentieri si incontrano spesso.
“Piccola curiosità, i pezzi del nostro primo disco “Burning Stones Of Consciousness” e la traccia dello split sono stati registrati tutti nelle medesime sessioni limitando enormemente le sovraincisioni, poiché vogliamo che quel che facciamo suoni sempre spontaneo e autentico, il più possibile fedele al lavoro in fase di composizione e registrazione. Non giudichiamo chi utilizza altri metodi a scanso di equivoci. Tra l’altro per il prossimo disco abbiamo proceduto in maniera un po’ diversa ma è avvenuto da sé anche quello (spoiler), perciò bene così.”

Per concludere diteci quali sono i prossimi progetti di qqqØqqq? Inoltre descriveteci le iniziali intenzioni sulla successiva uscita discografica.
Grazie e a presto.

“Nei prossimi mesi abbiamo in programma di rilasciare in formato fisico i nostri primi due EP in un unica cassetta, cordialissima proposta che ci è arrivata dall’etichetta cilena Templo Sagital. Il ricavato della vendita delle tape sarà devoluto in beneficenza, daremo più dettagli in seguito.
Vorremmo poi anche ultimare, finalizzare e rilasciare il nostro prossimo disco.
“Per il resto siamo in un torbido mare (o laguna), ad infinitum.
“Grazie di cuore per lo spazio e il tempo dedicatoci e per le considerazioni e le domande. È stato molto utile per poter riflettere.
Stay empty, C. & T.”

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