NUOVA NO-WAVE IN FORMA ELECTRO PER I MADMADMAD
di Giovanni Panetta
Nuova e più recente elettronica, tra krau e no-wave. I MADMADMAD parlano del loro percorso, delle ispirazioni, di quel teatro dell'assurdo che è la nostra realtà.
MORE MORE MORE

Cover di MORE MORE MORE (2020).

Nuovi suoni fanno da sfondo al panorama musicale più recente. Questa volta si parla a un gruppo che fonde le geometrie krautrock con suoni in libertà della no-wave newyorkese, fino ad arrivare all’elettronica dei Black Devil Disco Club. Parliamo dei MADMADMAD, che il 1° Ottobre dell’anno scorso hanno pubblicato il loro secondo album, ovvero MORE MORE MORE, a distanza di quasi un anno e mezzo dal loro disco omonimo, e uscito per la loro etichetta di riferimento, ovvero la STAC. La band, formata da Benjamin Bouton (chitarra, synth), Kevin Toublant (basso, moog) e Matt Kelly (batteria, percussioni), offre una visione moderna di suoni sintetizzati che analogici che si ripetono, o che variano affastellandosi costituendo un vero e proprio muro sonoro nel nome del rumorismo. La matrice dance/elettronica di base ha uno scopo secondario, mostrando il lato più cacofonico della musica, il quale, per ragioni non di strutture ma di significati, assomiglia tanto alla no-wave di James Chance e Lydia Lunch a cui il gruppo londinese guarda come riferimenti. Senso del noise che nella loro fanzine (MADMADMADzine) si manifesterà in forma dadaista, facendo il verso a quel teatro dell’assurdo a seguito dell’Inghilterra della Brexit.

Di recente il gruppo è al lavoro sul prossimo album. Durante l’attesa abbiamo scambiato qualche parola con la band sui loro lavori, le influenze e altro. A seguire l’intervista che approfondirà tutti gli argomenti citati.

Allora, MADMADMAD ha una fervida idea di come dovrebbe operare l’underground sonoro, incentrandosi sul ritmo con velleità funk. Ma come e quando nasce il progetto, e con quali intenzioni?

“I MADMADMAD sono nati pochi anni fa, quando tre di noi hanno cominciato a suonare nella nostra casa trasformata in studio a Tottenham (North London), in cui registrammo delle jam a tarda notte che ci colpirono. Avevamo un approccio nel creare in generale molto DIY, e trovammo ispirazione nei suoni più mutant della no-wave anni 70s, nel post-punk e nella disco, e anche nella scena elettronica dei primi anni ’00. Sentiamo di avere qualcosa di forte, e che questa musica riflette, almeno per noi, il caos e l’assurdità che crescono dei tempi che stiamo vivendo. Strane cose stanno per arrivare”.

MORE MORE MORE è un disco nuovo, anche rispetto le produzioni precedenti. Il vostro punk funk elettronico diventa più astratto e più fluido; sonorità e attitudine dei Gang Of Four ma con più velocità e con in mano le moderne tecnologie. Inoltre un suono che si oscura in chiave quasi più propriamente krautrock nel secondo lato, dando prova della propria poliedricità. Ma soprattutto qualcosa di diverso, che vuole dare nuova linfa attraverso l’unione dei generi succitati con slancio verso l’alto creando nuove intuizioni. Ci volete raccontare qual è stato il processo creativo che è culminato con questo lavoro?

“Abbiamo speso molto tempo nell’esibirci live fino al primo album (fino all’imperversare del COVID). Questo ci permise di pianificare e scrivere nuovo materiale che potremo collaudare dal vivo quando ci esibiremo. Il nostro nuovo album MORE MORE MORE è fortemente instillato di questa energia. In quei momenti abbiamo esplorato il nostro potenziale nel nostro deposito-laboratorio, alla ricerca di nuovi strumenti e nuove espressioni sonore. Linee di basso da ballo ipnotico e beat di batteria spumeggianti di rimando a riff di chitarra e suoni industriali, glitch, balbettii, tutto mescolato insieme nella foga di qualche catartica danza”.

Anche il primo album omonimo è un valore aggiunto, e lavora molto in astrazione; esso è incentrato su un punk funk contaminato da una propensione per la melodia ed allo stesso tempo dal kraut. C’è da dire che è un disco dal ritmo più lento e dalle trame più meditate; un impostazione più classica plasmata da una creatività sempre nuova e in divenire (rispetto anche al primo EP). Mi chiedo se vedete l’album MAD MAD MAD nel mezzo di un percorso che si sofferma nel lavoro di trame più riflessive e melodiche per poi proseguire verso qualcos’altro.

“Il nostro primo album pone le sue fondamenta sul nostro sound e sulla nostra visione in generale, quindi in riferimento al percorso della band. Il modo in cui abbiamo registrato è stato molto spontaneo, e così ancora operiamo. Adesso, quando creiamo nuova musica, proviamo con forme e trame sonore differenti. Continuiamo ad esplorare, testando costantemente nuove cose. La sperimentazione è fondamentale per noi, essa è uno spazio dove sentiamo di poterci pienamente esprimere e essere noi stessi. MORE MORE MORE è soprattutto il risultato di quello che succede sul palco dal nostro primo album”.

Si può dire che voi rinnovate un genere, come abbiamo accennato, che ricorre spesso, ovvero il punk funk attraverso suoni e tecnologie più moderne, attingendo dall’elettronica in maniera originale e rumorista. Mi chiedo da chi vi siete fatti influenzare e qual è il vostro background di ascolti. E’ chiaro che questo tocca sia lo spettro della musica indipendente di derivazione “rock” che quello dell’elettronica. Ma quale ha la meglio secondo voi?

“Amiamo rinnovarci! Ci coinvolge molto. Non ci sentiamo confinati in un genere. Certamente, punk funk può descrivere ciò che viene fuori da quello che facciamo, ma la nostra musica è un incrocio di molte influenze e non abbiamo delle etichette in mente quando la creiamo. Il krautrock DIY e il tocco elettronico nella nostra musica vengono fuori da diversi ingredienti che ci piace riprodurre. Nei tardi anni ’70/primi ’80 la scena di New York fu una grande dimostrazione della creatività musicale e visuale, mescolando tanti generi e allo stesso tempo abbattendo codici prestabiliti e etichette convenzionali. Troviamo ispirazione in tanti artisti, da Snakefinger o DNA a Parliament e Black Devil Disco Club. Abbiamo creato dei mixtape di tutta la roba che amiamo sul nostro MixCloud, se siete curiosi. (https://www.mixcloud.com/madmadmadmusic/)”.

La STAC Records (Strange Things Are Coming Rec.) ha prodotto tutti i vostri lavori. Il vostro primo EP è la sua prima uscita tra l’altro. Che legame avete con quest’etichetta, che ha scritturato artisti dai generi sperimentali e diversificati?

“STAC è la nostra base attraverso la quale auto-pubblichiamo [I nostri lavori], brillantemente messa in piedi da Leon [Brichard], che è parte della band. Egli produce e lavora con noi in studio, e si prende anche cura della distribuzione. Grazie a STAC siamo in grado di creare le nostre edizioni limitate in vinile, ed essere davvero indipendenti. Questo rapporto è cruciale su come la band si occupa della pubblicazione di materiale, e [da quel momento] ha cominciato ad essere notata”.

Avete creato anche una fanzine, per l’appunto MADMADMADzine. Attraverso delle immagini e un linguaggio dadaista emerge una creatività surreale, dove il tema del grottesco si fonde con quello politico (si va da un discorso trascritto di Theresa May “samplizzato”, passando per la locandina di un film dove i protagonisti sono uova cucinate, a cronache di una malattia che provoca l’impulso ad auto-amputarsi gli arti superiori). Mi chiedo com’è nata l’idea della fanzine e, a detta vostra, cosa volevate infondere nel lettore.

“La ‘zine è nata come illustrazione della nostra musica, un collage elementi quasi no-sense legati in una forma organizzata. Per noi è uno dei molti modi di mettere in luce l’assurdità del mondo nel quale viviamo, e nello stesso tempo scherzare con esso. Ecco perché amiamo il Dada. Il movimento dadaista è nato un secolo fa, in un tempo dove il mondo fu – da un certo punto di vista – ugualmente un posto assurdo, e la loro affermazione e manifesto sono oggi ancora innovativi. Siamo anche colpiti dai lavori degli scrittori Guy Debord e Marshal McLuhan. Debord descrive la nostra vita all’interno della società il declino dell’essere verso l’avere, e quello dell’avere verso il mero apparire. Con l’imposizione di Internet e dei social medie, questo non è mai suonato così reale. McLuhan, attraverso lo slogan ‘il mezzo è il messaggio’, spiega come I nostri strumenti di comunicazione ci formano, a prescindere dal loro contenuto. Internet e smartphone, I nostri più recenti media, hanno completamente trasformato la nostra psiche. Ci vorrà del tempo solo per comprendere in quale misura. Adesso viviamo in un mondo che potremmo confrontare con quello dei racconti di Orwell. Sembra un punto di non ritorno per l’umanità. La logica ci dovrebbe condurre a trovare soluzioni collettivamente per molti problemi esistenziali delle nostre specie e dell’ambiente, ancora siamo sempre più in contrasto, se non divisi”.

Link per scaricare la ‘zine qui.

Per concludere, speriamo che tutto andrà per il meglio per tutti noi. La musica e l’intrattenimento sono in questi momenti tragici una faccenda marginale. Anche se pensare ad essi in seconda istanza, aiuta a ricavare un beneficio nonostante questo periodo orribile, e a sentirci più raccolti. Siamo spettatori.
In ogni modo, cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima uscita?
Grazie, e in bocca al lupo.

“Sono d’accordo. Speriamo che tutto vada per il meglio, e noi dovremo agire per esso. Sapendo da dove cominciare può essere spaventoso. Musica e intrattenimento sono comunque marginali in questi momenti, anche se c’è economicamente un ritorno. Non ci sono dubbi che questo momento del nostro tempo si tradurrebbe in un periodo di ricca creatività. Molte persone hanno subìto cambiamenti nella loro vita vivendo da sole in questo anno passato, e la musica è uno sfogo per molti ascoltatori e creatori.
“Per la nostra prossima uscita, aspettate di essere sorpresi! In questi momenti spiamo registrando del materiale, e abbiamo portato le nostre sperimentazioni in nuovi territori. Vedremo di condividere qualcosa, ma per adesso dovete essere pazienti”.

Sito del gruppo: madmadmad.xyz

 

Share This