MOJO BAG, TRADIZIONE PSYCH RECENTE PER I CRAMPO EIGHTEEN
di Giovanni Panetta
Intervista a Nino Colaianni e soci di Crampo Eighteen, nuova band psichedelica che pubblicherà a Marzo il loro primo album, Mojo Bag; tra glam e tradizione blues.

Cover di Mojo Bag, che vedrà la luce a Marzo 2021.

I Crampo Eighteen, band barese composta da Nino “Crampo” Colaianni (voce e chitarra e prima in That’s All Folks e Lily Of The Valley), Vanni Sardiello (batteria e anche in Veronika Voss e Comfy Pigs), Michele Danza (basso, e già in Feltura) e Luca Stero (chitarra, già in Lily Of The Valley, That’s All Folks e Anuseye), ha già pianificato la pubblicazione del loro e primo album a nome della band, e prima uscita con quella formazione (praticamente non più solo un progetto solista), registrato al Lucky Recording. Infatti a Marzo uscirà Mojo Bag, un kit per dei riti magici tutti psichedelici di cui ci sarebbe bisogno in questi tempi difficili. Un urlo a gran voce che unisce psych poco ortodosso e storico rhythm & blues con le sue contaminazioni di glam e tracce di incedere più in senso punk, e che danno conferma che l’autoproduzione è la più florida forma di libertà nel contesto locale.

Molto dell’album è stato promosso via concerti e qualche anticipazione in sala prove, dando un’anteprima del potenziale psichedelico di quella band. La copertina di Mojo Bag, che esprime al meglio la loro attitudine lisergica dalle origini in un certo senso voodoo è stata realizzata dall’artista Ale LovesBooga; una foto di un’opera fisica e realizzata a mano per la band.

Approfondiremo gli argomenti citati nell’intervista alla band, che seguirà a questa introduzione.

Mojo Bag, il vostro primo album, sembra essere una sintesi delle precedenti poetiche, convogliando le energie per la prima volta di una vera e propria band. Ma qual è stata la genesi di quello sarà a valle di questo corso il vostro primo vinile?

Nino Colaianni: “Già dalle prime prove con Michele, Vanni e Luca e dai live che sono seguiti è subito stata chiara la direzione che il nostro sound avrebbe preso. È inevitabile che un progetto musicale si nutra delle esperienze di ogni singolo elemento della band. Per me Crampo Eighteen è la perfetta alchimia di quattro musicisti con la stessa attitudine alla musica e con più o meno lo stesso background di ascolti. Per questo Mojo Bag sarà un disco diverso dai precedenti sia in termini compositivi che di sonorità”.

Parlando dei suoni, le lande desertiche di The Man With One Ear e psichedelia futurista di Monkey Garden si incontrano e vengono catalizzate in qualcosa di più potente, riverberato, preciso, con una produzione più curata (ma non troppo) e con qualche tratto glam come si evince bene in I’ll Be Good. Potremmo definirlo un “glam psych”, un valore aggiunto per quanto concerne la sostanza, leggero ed efficace nella forma, dai testi, più tradizionali, che scivolano in maniera godibile. Vi trovate d’accordo con questa descrizione? Nel caso, cos’altro volete infondere nell’ascoltatore?

Nino Colaianni: “Wow, mi piace questa definizione “Glam Psych”, mi ricorda gli Earth Eighteen una band anni 90 che ho molto amato (come si evince dal nome). Sì, condivido il tuo giudizio, i nuovi brani sono indubbiamente più potenti e precisi e allo stesso tempo, come dici tu, più leggeri ed eterei, probabilmente per via della maggiore libertà compositiva che mi sono concesso anche grazie alla sicurezza che i riscontri positivi dei dischi precedenti hanno infuso in me e nella mia coscienza artistica. Il nuovo è un album più eterogeneo dei suoi predecessori, un disco in cui sono confluite diverse influenze che hanno dato vita ad una strana creatura, un po’ come il contenuto delle mojo bag della tradizione voodoo. Sono molto soddisfatto del risultato. Come musicisti vogliamo solo divertirci e far divertire, nel puro spirito del rock & roll; chi ascolterà Mojo Bag potrà lasciarsi andare al sogno, perdersi nello spazio ma anche ballare e innamorarsi. Anche l’esperienza in studio con i ragazzi è stata molto formativa, nonostante fossimo già tutti abbastanza sgamati in fatto di registrazione, è sempre una scommessa avere a che fare con le nuove tecnologie, specialmente per degli scapocchioni come noi, dobbiamo ringraziare Marcello Magro del Lucky Recording per averci risolto diverse situazioni di impasse”.

Oltre al suono che ricalca un glam non covenzionale, si possono respirare fumi lisergici (Harrison), sono presenti trame da blues elettrificato (Down To Mexico), scorrono momenti di armonie sospese (Oxy Blues) o un incedere più punk (Devil’s Hand); ma ogni scelta stilistica viene optata in nome della psichedelia che fa parte della tua storia. Una scelta, quella della poetica psych, molto delicata, dal momento che è un genere abbastanza ricorrente. Voi ci siete riusciti bene e avete creato il giusto mix di elementi differenti. Penso inoltre che siano decisivi gli ascolti, e ti chiedo; quanto è stato preponderante lo spettro psych rock dall’esterno (come gli Screaming Trees/Mark Lanegan) o sono stati preponderanti altri elementi?

Nino Colaianni: “È vero quanto dici, è proprio il mio modo di intendere la psichedelia, quasi come un mantello con cui vestire i brani, un tappeto di sonorità sul quale farli camminare. D’altronde non dico nulla di nuovo, la psichedelia come genere a sé non esiste, psichedelico è un aggettivo che va sempre accostato ad altre definizioni. Gli ascolti di cui parli e i nomi che citi sono nel mio DNA, ma l’elenco delle band che mi hanno influenzato potrebbe essere lunghissimo. Ti dico una cosa, ultimamente sto ascoltando molto soul e rhythm and blues della Motown  o alcune cose di Elvis, beh inutile che ti dica che molto nasce da lì. Quel che conta per me è che il processo creativo sia il più naturale possibile, un flusso di emozioni e di energia, è li che sta la psichedelia”.

Crapo Eighteen (band)

I Crampo Eighteen più recenti. Da sonistra a destra: Nino Colaianni, Michele Danza, Vanni Sardiello e Luca Stero.

I tre nuovi musicisti, insediati in pianta stabile, hanno tutti e tre background differenti. L’unico che si avvicina storicamente al tuo sound è Luca, già in Lily Of The Valley (guarda caso), That’s All Folks (anche se non vi siete trovati assieme) e Anuseye. Anche se la riuscita del sound sta anche nei loro ruoli combinati con le rispettive formazioni. Comunque, ho saputo per esempio che Vanni proveniente dal mondo del noise/post punk ha dovuto rallentare di molto la velocità del suo drumming, e ovviamente penso che la stessa cosa sia avventa a Michele, che ha dovuto placare la sua furia metal. Ma detto dagli altri componenti, come si sono trovati nell’esperienza Crampo Eighteen, e come sono collisi elementi in quel modo disparati?

Nino Colaianni: “È vero che ognuno di noi ha gusti e ascolti variegati nel proprio bagaglio ma in fondo non così distanti, siamo coetanei, tutti figli di ciò che si ascoltava per strada dagli anni 90 in poi. Di certo nessuno di noi ascolta afro o reggae per dire, d’altro canto però posso dirti che sono abbastanza rigoroso in fatto di gusti musicali, per esempio non capisco tutti questi hype attorno a nomi tipo Protomartyr, Idles o Viagra Boys, roba che piace tanto a Vanni (ride, nda), per questo fatico molto a tenere a bada i suoi bpm. In realtà nella mia testa il nostro sound consiste proprio nel vedere crescere e trasformarsi i brani che porto in sala prove. A volte vado a risentirmi i demo che sottopongo agli altri e quasi non li riconosco più. È questo il potere della musica è quasi come il risultato di un quadro di Pollock”.

Vanni Sardiello: “Ho inizialmente aderito al progetto di Nino per suonare dal vivo le canzoni che lui aveva già messo sul disco, quindi di fatto suonando le parti di batteria pensate da lui stesso. Non immaginavo che la cosa si sarebbe evoluta al punto di scrivere ed arrangiare insieme canzoni per un nuovo album, e di fatto mi sono da subito trovato inserito in un contesto familiare in quanto la scrittura e l’idea che aveva Nino dei nuovi pezzi non era così distante dai due vecchi suoi album dei Crampo e quindi ero già abituato a ripensarmi in un nuovo contesto sonoro, diverso da quelli più concitati a cui ero abituato sin dai tempi dei Veronika Voss. Chiaramente è una bellissima esperienza formativa anche per me perché non si finisce mai di imparare”.

Michele Danza: “Pur avendo militato per anni in una band metal in passato ho avuto esperienze in gruppi hard rock, amo da sempre un certo tipo di rock americano e in particolare delle band con un sound ipnotico. Il progetto di Nino è stato per me sin dal primo ascolto come una forza che si è appropriata del mio corpo e ha scatenato in me e una reazione travolgente e appagante. Mi son detto “devo collaborare con lui””.

Luca Stero: “Non è importante il come, il quando o il dove ma il risultato! E questo è un ottimo risultato nonostante il low budget e il periodo depresso e deprimente”.

Crampo Eighteen rappresenta una novità nel contesto locale, e penso sia in buona compagnia. Ma a riguardo. cosa pensate delle altre band pugliesi? Inoltre vi sentite parte di una scena?

Nino Colaianni: “Si probabilmente siamo una novità nella scena locale che è tendenzialmente più heavy. Ultimamente abbiamo condoviso alcuni live con diverse band baresi vicine a noi più per attitudine che per affinità musicali. Non so dirti se esista una vera e propria scena, penso che con la presenza delle band locali sui social network sembra ci si conosca tutti ma in realtà siamo tutti più isolati e individualisti e questo è un male per la musica che invece ha bisogno di cooperazione per produrre una scena”.

Per concludere, speriamo quanto prima di vedervi live. Nell’attesa spero di avere tra le mani Mojo Bag vinile, e diteci cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album, se c’è almeno una prospettiva in quel senso.
Grazie e a presto.

Nino Colaianni: “Tutti moriamo dalla voglia di tornare a suonare live, soprattutto noi che avremo un album da promuovere. Non ti nascondo che avevamo forti dubbi sulla realizzazione del disco in questo periodo ma poi ha prevalso la voglia di non fermarsi e non arrendersi agli eventi. L’urgenza creativa era così forte che abbiamo deciso di sfogarla chiudendoci in studio per tutto il mese di ottobre, proprio mentre fuori il mondo sembrava andare a rotoli noi ci siamo rifugiati in quello che ci fa stare meglio.
“In primavera uscirà il disco e siamo sicuri che in un modo o nell’altro riusciremo a proporlo dal vivo a costo di portare in spalla i generatori fin sulla murgia e organizzare un festival”.

Tracklist di Mojo Bag:

01. Harrison
02. Down To Mexico
03. Mojo Bag
04. I’ll Be Good
05. You Better Run
06. Oxy Blues
07. Devil’s Hand
08. Gimme Sugar

Inoltre è possibile fare un pre-ordine dell’album Mojo Bag contattando la band attraverso l’e-mail che potete trovare nella pagina Bandcamp dei Crampo Eighteen, dove tra l’altro potete ascoltare e acquistare le precedenti uscite del gruppo.

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