NUDE/DUNE, ELETTRONICA TRA ACUSTICA E FANTASCIENZA
di Giovanni Panetta
Analisi su NUDE/DUNE e il suo contesto, e intervista agli autori Black Lagoon e HEXN.
NUDE/DUNE

Cover di NUDE/DUNE (2020). Realizzata da Mik Boiter.

L’elevata inclinazione per la sperimentazione degli ultimi anni ha portato a riesumare (ancor di più) suoni iconicamente storici, come avviene per esempio col krautrock; molto spesso, e per fortuna, diventa difficoltoso incasellare tali sonorità all’interno di un’asettica classificazione. È interessante quando i generi si rincorrono, si uniscono, alla ricerca di una qualitativa elevazione. È il caso di molta elettronica, dove non solo il confine tra analogico e digitale non è netto, ma certamente sarebbe un errore scegliere tra due opposti che devierebbero dalla concezione di musica che l’artista ha ideato, nell’insieme dei suoi elementi.

Afraid!

Cover di Discography 2004/2008 degli Afraid!, in formato tape e prodotta dalla Non Piangere Dischi nel 2018.

La Non Piangere Dischi, etichetta vicentina, gestita da Alberto Brunello e Juri Clavello e nata nel 2015, ha dimostrato di averlo capito subito; in mezzo ai suoni sintetici, drone, kraut e ambient, ci aggiunge anche suoni analogici di diversa estrazione, e soprattutto la discografia degli Afraid!, gruppo del passato tra lo screamo distorto permeato da esplosioni ritmiche vicine al math rock, e di stanza tra Verona e la provincia di Vicenza. Una cassetta che racchiude le loro produzioni pubblicate originariamente dalla Holidays Records (insieme a qualche uscita autoprodotta), e che esplica qualcosa di singolare in quel contesto. Negli Afraid! partecipa anche Andrea Signorini, il quale di recente (3 Luglio di quest’anno), con il suo moniker Black Lagoon, ha pubblicato uno split insieme a HEXN (il già citato Alberto Brunello), ovvero NUDE/DUNE, sempre per la Non Piangere Dischi, e per Slimer Records. Alberto, oltre che solista, ha suonato il synth in HARTAL!, gruppo che rientra in quel discorso precedente grazie alle sue atmosfere lisergiche tra kraut con sfumature spaziali e psichedelìa.

Per quanto riguarda lo split, ne abbiamo parlato meglio con HEXN, (che ha contribuito per la parte di NUDE) e Black Lagoon (autore di DUNE) affrontando anche il tema dell’immediato futuro. Un’uscita nata in maniera molto spontanea che delinea le loro personalità diverse, sia musicalmente che nei contenuti. Due parti a loro modo speculari e intercambiabili. Di seguito l’intervista.

Alberto/Hexn e Andrea/Black Lagoon, parlateci di come nasce e si sviluppa la vostra release NUDE/DUNE e con quali intenzioni.

Black Lagoon: “Ciao, Io e il mio caro amico Alberto ci siamo sempre sentiti in sintonia (musicale e non), abbiamo sempre collaborato e suonato assieme nelle maniere più estemporanee. Durante la bizzarra fase del lockdown ci siamo sentiti spesso, abbiamo scoperto che stavamo facendo entrambi nuove musiche. Ci è venuto più che naturale fonderle in unico progetto, scoprendo poi che la sintonia era veramente tangibile (né io né lui avevamo sentito le tracce dell’altro prima delle fase finali)”.

DUNE rimanda non a caso al mondo fantascientifico della saga di Dune, creato da Frank Herbert. Sia per quanto riguarda i titoli delle tracce che per giocare in certi punti con linee melodiche mediorientali (si fa riferimento anche ad alcune parole di origine araba all’interno del succitato universo), c’è una certa intenzione a voler sonorizzare le scene di quell’avventura dai toni epici e futuristici allo stesso tempo, ma soprattutto c’è contemplazione, attraverso bordoni di synth eterei di estrazione krautrock, conferendo un certo misticismo fedele all’opera fantascientifica. Andrea, vorrei sapere da te cosa ti ha colpito in particolare nella saga che poi hai sublimato in musica.

Black Lagoon: “Per prima cosa ti ringrazio per le tue parole che corrispondono ai miei pensieri rispetto a questo disco. Devo dire che nei libri di Herbert le ambientazioni sono uno dei primi elementi ad avermi colpito molto e come dici giustamente tu, sono piene di rimandi al mondo orientale e/o medio orientale. Leggendo il libro, queste sonorità mi sono venute spontanee (sarà che sto ascoltando anche molto Muslimgauze) e fin da subito ho cercato di creare una sorta di trama sonora con degli elementi circolari che facessero da sfondo a questo immaginario. Questo tipo di fantascienza raccoglie tutte le tematiche che mi affascinano, ovvero il lato mistico e rituale, centrale in Dune (starò parlando del libro o del disco? Chi può saperlo) e il futuro dove il progresso scientifico sembra aver lasciato il passo a quello mistico (ti dice qualcosa Luke Skywalker? Sì, mi permetto di fare anche della spicciola e gretta critica letteraria-cinematografica). Sarebbe scontato, forse fin troppo facile, risponderti facendo riferimento alla spezia che allarga le percezioni umane (o meglio fremen), ovviamente c’è il rimando all’uso rituale e consapevole di sostanze psicoattive che ci hanno regalato molto a livello artistico, nel mondo musicale e non. In generale, il panorama estetico musicale nel quale vuole pescare Black Lagoon è proprio quello di futuri immaginati che suonano come già passati e obsoleti e che da questa obsolescenza traggono un fascino particolare e peculiare e quindi, cosa meglio di bordoni di synth eterei di estrazione krautrock per sublimare in musica questi sentori”?

Se DUNE ha un tema ricorrente, NUDE sembra essere meno permeato da un tema prefissato; i titoli delle tracce sembrano essere abbastanza esotici, o astratti o perlomeno lontani dalla cultura occidentale (perdonatemi se sbaglio). Esotismo che anche stavolta si può percepire in alcune linee melodiche. (Gensi a quanto pare può far riferimento ad un eroe patriottico della Cina comunista). C’è da dire che le trame sonore, sempre di un kraut elettronico, sono più affastellate e elastiche, rendendo il suono (in sé) il protagonista di quell’ascolto. Chiedo quindi all’autore, ovvero Alberto, quali sono i riferimenti e le ispirazioni principali di NUDE, i cui pezzi esplicano una disarmonia che riflette comunque un’ipotetica natura aliena.

HEXN: “Le influenze di NUDE sono le stesse che mi porto dietro dalla nascita di HEXN. Cerco di scavare nel passato creando un futuro antico (cit.), unendo suoni sintetici a strumenti acustici con la speranza di stabilire un’unione tra l’ancestrale, conosciuto e rassicurante, ed il nuovo, sperimentale e a volte scomodo”.

Come ho accennato prima, NUDE è la metà più dinamica dello split, mentre in DUNE c’è maggiore contemplazione metafisica. Volendo generalizzare, il kraut cosmico con sprazzi più terrei è il fil rouge che lega tutta la release. Vi chiedo se ci sono state delle indicazioni premeditate più specifiche per la scrittura dei pezzi, o le due metà dello split possono essere ascoltate anche separatamente.

HEXN: “Questo split è nato in maniera molto spontanea; durante il primo lockdown sia io che Andrea avevamo preparato dei pezzi che abbiamo deciso di fare uscire assieme. Ci conosciamo da molto tempo e abbiamo fatto svariati concerti assieme, il più delle volte con una parte centrale e/o finale, dove i nostri due set si fondevano in una jam session di sintetizzatori e amicizia. Non c’era dubbio che i due lati avrebbero funzionato bene assieme.
“Inoltre, il mese prima dell’uscita di NUDE/DUNE, abbiamo pubblicato Heroes, un EP di tre tracce registrate durante due dei live sopracitati ed una session in studio”.

Heroes

Cover di Heroes (Black Lagoon e HEXN, 2020). Opera di Mik Boiter.

Black Lagoon: “Come dicevo prima, nessuna indicazione, semplicemente il cosmo ci ha indicato vie simili”.

Lo split nasce come l’unione di due dischi ascoltabili anche separatamente. Il lavoro in solo risulta essere sicuramente più facile di questi tempi; inoltre una “collaborazione separata” come la vostra è un buon modo di sentirsi legati ad una un gruppo sodale di artisti. Mi chiedo se ci saranno presto nuove unioni di intenti (per es. split, raccolte), o più in generale usciranno novità da parte vostra.

Black Lagoon: “Sicuramente faremo altre cose assieme, anche perché è sempre un piacere collaborare con gli EROI (vedi spotify) Juri e lo stesso Alberto di Non Piangere Dischi, e con i prodi di Slimer Records. A noi e alla nostra carica non ci ferma nessuno”.

HEXN: “Ho sempre amato le collaborazioni, in diverse occasioni ho condiviso il palco con percussionisti e batteristi (Perø, Laura, Pedro, Mattia). Mi ha sempre affascinato la danza sonora che si crea durante un live, dove l’improvvisazione si basa semplicemente sull’intesa e il gusto condiviso.
Sono molto soddisfatto anche dei due pezzi registrati di recente assieme a Vera Spektor, uno per il suo nuovo album che vedrà la luce a breve in uscita per Pressuredspeech e uno per una compilation (spero a breve pure quella!).
“Ma la collaborazione più importante è nata con il 7” YY (Zen Hex, 2018), composto da due tracce nelle quali la presenza del maestro Giuseppe Dal Bianco è essenziale. Oltre ad essere la chiave della parte melodica, aver suonato live ed in studio con Giuseppe mi ha dato moltissimo. Ora nelle nuove tracce che sto scrivendo, comprese quelle di NUDE, sono io a suonare gli strumenti a fiato, ma siamo d’accordo che nel futuro, probabilmente molto prossimo, collaboreremo di nuovo.
“Quindi sì, novità”!

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