I Tiger Flambé sono un duo da Venezia costituito da Flavio Bevacqua (chitarra) e Carlo Zulianello (batteria). Il loro suono, arricchito da loop e qualche synth, è all’insegna di un flusso sonoro composti dai colori multi-variati e iper-dinamico, nell’ottica di una periodicità che non stanca mai. Il gruppo prende le mosse da un progetto nato precedentemente, ovvero i Trompe Le Monde, costituito dai due insieme a Nicolò Ferrazzo, e che condivide con i Tiger Flambé una certa eterodossia in musica in fede allo spettro noise/post-hardcore, ma in senso molto più analogico e graffiante (comunque un trio in pausa che pubblicherà in futuro un nuovo lavoro). Un suono ludico, quello dei Tiger Flambé, fatto di immagini sonore stilizzate ed elastiche, attraverso un uso sapiente delle loop machine che muove i passi da un suono originariamente math rock per poi essere de facto mai derivativo. Il duo veneziano ha pubblicato una prima uscita omonima, ovvero un EP di quattro tracce, prodotta da Tommaso Mantelli (Kirlian, Captain Mantell, etc) nel suo studio di registrazione (Lesder Studio, in zona Treviso) suonando anche i synth ad una traccia (Zacatecas); inoltre l’EP è stato pubblicato per Floppy Dischi, Marsiglia Records, Dischi Decenti, e Brigante Records and Productions. Un primo assaggio, quello di questa prima uscita, che mette in chiaro le intenzioni del gruppo, ponendo i presupposti per un prossimo album ancora più movimentato e fervido, senza perdere d’occhio una sperimentazione matura.
Ne parliamo con i protagonisti per quanto riguarda le varie tematiche associate.
Carlo e Flavio, come nascono e si sviluppano i Tiger Flambé, un progetto dove la velocità e il vostro suono arricchito di elettronica sono protagonisti?
“I Tiger Flambé nascono dal menù di un ristorante di sushi della provincia di Venezia in una sera di fine autunno. Da tempo sentivamo la voglia (e il bisogno) di sperimentare e di creare un progetto basato interamente sui loop e sulla ripetizione martellante di un riff fino alla sua totale destrutturalizzazione. Lo vedevamo sicuramente come un nuovo modo di esprimerci, ma prima di tutto come una sfida. Una volta letto il titolo “Tiger Flambé” nella descrizione di un piatto di sushi al ristorante, avevamo anche trovato un nome. Così, nel gennaio del 2019, ci siamo chiusi in una saletta e abbiamo cominciato a scrivere i primi pezzi in duo chitarra/batteria. Dopo un bel po’ di prove, un concerto/rodaggio a casa di un amico e uno iato forzato causa pandemia, nell’estate 2020 abbiamo registrato quattro canzoni in due giornate nel Lesder Studio di Tommaso Mantelli e il 23 marzo 2021 è uscito il nostro primo EP per Floppy Dischi x Dischi Decenti x Marsiglia Records x Brigante Records and Productions. Ora eccoci qui, a condividere con chiunque altro la speranza di potere riprendere a fare concerti il prima possibile.”
Il vostro sound rientra nella tradizione che è esordita con Hella e Battles, anche se ci sono novità per il suo maggiore processo di sintesi; attraverso un suono magmatico che evoca immagini stilizzate dalla natura digitale, in una struttura granulare e torrenziale espressa dalla chitarra e dai suoi loop, si propende verso un’astrazione più fluida, dai toni pop e dalle trame spesso più eteree, e allo stesso tempo guadagnando un’aritmia complessa, magmatica e coinvolgente. I vostri quattro brani sono energici, associando tale temperamento a un calcolato uso delle moderne tecnologie. Sicuramente vi sapete muovere molto bene in quello che da molti viene definito “math rock”, ma non solo questo. Ci sono colori vividi nella vostra musica, c’è mente come mezzo e vitalità come fine. Inoltre, ascoltandovi, il corpus post-rock (inteso generalmente come ricerca musicale attraverso le tecnologie più moderne, e che strizza l’occhio alla storia passata) non è poi così diverso da quello dei suoni più propriamente matematici del Nuovo Millennio, dove il tutto è visto come un continuum; riconoscete quindi che la vostra può essere vista come un ampliamento di una famiglia di sonorità?
“Pur venendo spesso inclusi nella enorme e assai diversificata famiglia ‘math rock’, fin dall’inizio noi non ci siamo mai imposti alcun paletto. Certamente influenze di questo tipo ci sono e derivano dai nostri gusti e dai nostri ascolti. Anche il fatto che tutta la nostra musica sia basata sul concetto di ‘loop’ e ripetizione ci avvicina a queste etichette. Forse ciò che più ci differenzia dalla maggior parte dei gruppi math rock e post rock è il fatto che abbiamo sempre immaginato i nostri pezzi come qualcosa su cui la gente potesse ballare. Ci piace descrivere la nostra musica come i Don Caballero senza talento prodotti da Giorgio Moroder.”
La componente ritmica, fluida, quasi a costituire un muro sonoro, è preponderante nel vostro lavoro, ed è a-classica nell’attingere da nessuna o da tutte le tradizioni precedenti. Sia chitarra che batteria fanno il loro corso in quel senso. Sembra non chiaro dove finisca il ritmo e cominci melodia e armonia. Ma in fase di lavorazione che valore date al ritmo nella vostra poetica?
“Per noi il ritmo è sicuramente fondamentale. Il nostro stesso concetto di melodia deriva dalla ripetizione di un riff o anche un semplice rumore, che, ripetuto, viene legittimato. Per noi, dunque, la melodia può essere costituita anche semplicemente da un rumore loopato e reiterato, su cui poi si costruisce la trama del pezzo intero. L’importante è che rimanga in testa e sia ballabile.”
Il vostro EP omonimo è un progresso da Ohrwurm pubblicato nel 2016 da voi, con la collaborazione di Nicolò Ferrazzo, a nome Trompe Le Monde, dai tratti più ortodossi e post-hardcore, ma dall’attitudine comunque astratta. C’è la voglia, con il vostro successivo duo, di creare qualcosa di nuovo e in maniera più sistematica, senza sbavamenti e in maniera più liscia e geometricamente concava. Come si colloca l’esperienza Trompe Le Monde nella vostra maturazione musicale?
“È stata un’esperienza importantissima sotto tutti i punti di vista. Noi due ci siamo conosciuti grazie ai Trompe Le Monde e anche in questo progetto non ci siamo mai posti paletti dal punto di vista musicale: suonavamo semplicemente ciò che eravamo all’epoca, come ora suoniamo ciò che siamo. Abbiamo cominciato quando avevamo rispettivamente 17 e 20 anni, ora ne abbiamo 24 e 27, e come qualsiasi altra cosa nella vita, anche la nostra musica cambia col tempo. A tal proposito, ricordiamo che i Trompe Le Monde sono al momento in pausa (dovuta agli impegni personali e lavorativi di ognuno) ma non sciolti: prima o poi uscirà anche il loro nuovo album.”
In Kolumbo e Zacatecas ci sono alcune parti che sembrano attingere a certa dub o che ricalca quel genere nei pattern ritmici, per un certo accentarsi nei movimenti in levare; mentre in tutto l’EP sono frequenti bordoni elettronici di sottofondo, e riff di synth scanditi ed elastici di Tommaso Mantelli (Captain Mantell) in Zacatecas. Non è nuova la convergenza della sfera punk/indie/alternative con certa sintesi sonora dall’impostazione o più ballabile o più colta. Ma come nasce in voi questa contaminazione artistica (anche rispetto il precedente progetto)? E come nasce la collaborazione con Mantelli?
“I pattern ritmici in levare li abbiamo adottati dalla musica dance più che dub o reggae. Le diverse contaminazioni nascono dai nostri gusti, che con il tempo si sono evoluti, e dalla voglia di pitturare un paesaggio piuttosto che un altro. Con Ohrwurm, da ventenni, avevamo forse più rabbia da esprimere. Ora è altro ciò che ricerchiamo.
“Per quanto riguarda l’amicizia con Tommaso Mantelli, lo abbiamo conosciuto per la prima volta nel 2015 a un concerto a cui partecipavano sia i Trompe Le Monde che il suo progetto Kirlian. Da allora è stato amore a prima vista. A lui ci eravamo rivolti per stampare le copie fisiche di Ohrwurm, e a lui abbiamo subito pensato quando dovevamo scegliere dove andare a registrare il primo disco dei Tiger Flambé. La sua è una presenza importante all’interno del disco: è intervenuto in prima persona in più punti e ci ha anche regalato il suo contributo synth-noise nell’ultima traccia Zacatecas.”
Per concludere, speriamo di vedervi live appena e se sarà possibile. Nel frattempo, se volete anticipare qualcosa al vostro pubblico, quali saranno le vostre prossime novità in preparazione?
“Ci stiamo muovendo per organizzare più concerti possibili durante questa estate grazie al supporto delle nostre etichette, che ci hanno dato un grandissimo supporto fin dalla nascita del progetto durante questo periodo così difficile per la musica in generale. In arrivo anche un videoclip di uno dei pezzi dell’EP e tanta nuova musica, in cantiere ormai da tempo.”