LCDP E L’ANNO DEL NOISE PIÙ ASTRATTO
di Giovanni Panetta
Sintesi del percorso musicale in piena libertà de La Confraternita Del Purgatorio e track by track di ... Le Palle.
... Le Palle

Cover di … Le Palle (2015).

Aldilà di qualsiasi preconcetto, il noise “progressivo” europeo ha avuto piena vita nel sud-est italiano. Taranto e dintorni (nel nuovo millennio) ha avuto risonanza continentale, attraverso band innovative come Ada-Nuki, HysM?Duo, Bogong In Action, IONIO e Capase; gruppi che guardano e si fanno guardare anche al di fuori delle Alpi, portando con sé il loro suono dissonante e caoticamente artefatto, e ciascuno di questi con le loro peculiarità. Una realtà dalla relativa breve durata che ha significato per molti qualcosa nuovo, soprattutto nel contesto locale.
Un valore aggiunto in quanto colleghi in prossimità è l’apporto de La Confraternita Del Purgatorio, trio barese, formato da Fabio Gesmundo alla chitarra, Giovanni Todisco alla batteria e Luca Tomasicchio al basso, e nato intorno l’inizio degli anni ’10. Musica verbalmente dissacrante e musicalmente senza regole, lavorando di una feroce astrazione attraverso la formazione tecnica dei tre musicisti. Il gruppo ha pubblicato due album (Pera/Pere nel 2013 e … Le Palle nel 2015) tre split (rispettivamente con Les Spritz, Tougsbozuka e i bosniaci Gudron, i primi due nel 2014 e il terzo nel 2016) e un EP del 2013 con il quale hanno esordito. Testi e artwork stereotipici con un apparenza da intrattenimento che mirano a destabilizzare l’ascoltatore più conformista e ottuso, rovesciando in particolar modo i valori della religione e del machismo.

Questo articolo si focalizzerà sul secondo lavoro, ovvero … Le Palle, dove gli LCDP sono nel pieno della loro maturità e delle loro elucubrazioni sonore. In quegli anni il noise stava proseguendo in pieno il suo matrimonio con l’elettronica, o per lo meno quell’astrazione che deriva da molti di quei flussi distorti. Un disco simile che va in quella direzione è l’album omonimo dei messinesi Les Spritz, sempre dello stesso anno (del 6 Novembre 2015, mentre … Le Palle è dell’8 Ottobre), che gioca molto col concetto di cacofonia, anche se in maniera più periodica. Entrambi i progetti decideranno di unirsi parzialmente lo stesso anno in Trrmà (Giovanni Todisco e Giuseppe Candiano, quest’ultimo chitarra e synth nel gruppo siciliano), dando prova di un noise che confluisce nell’avanguardia, più rilassato e meditato. I due dischi non sono altro che una (in)sospettabile anticamera verso quel duo più nuovo. Un’astrazione affastellata che sarebbe implosa in qualcos’altro di nuovo e più celebrale e nitido, per poi proseguire.

Particolarità di … Le Palle sono le due facce opposte e speculari. Il primo si incentra su un mondo di immaginari supereroi, l’altra sull’associato tema dei problemi; entrambi in chiave dissacrante nei confronti di un certo buon pensiero conservatore che in molti casi asfissia.

Nell’intervista al gruppo barese che seguirà vengono offerte le generalità approfondite de La Confraternita Del Purgatorio, descrivendo anche il culmine raggiunto col secondo lavoro, e un relativo track by track che sintetizza i testi e i pensieri che danno anima ai pezzi.

La Confraternita Del Purgatorio.

La Confraternita Del Purgatorio live a La Corte Dei Miracoli (Taranto, 15 Marzo 2012). Da sinistra a destra: Fabio Gesmundo, Giovanni Todisco e Luca Tomasicchio. Foto di Cassandra La Porta.

Allora ragazzi, presentateci il progetto de La Confraternita, parlateci di come è nato e come si è evoluto.

“Ciao, Nikilzine e grazie per questa interview!
“La storia de La Confraternita nasce dal primo contatto, di ognuno di noi tre, col rifiuto verso le tendenze discografiche che ci erano state imposte da una piccola etichetta con la quale “firmammo un contratto” tempo prima.
“Firmammo un contratto di produzione col gruppo in cui suonavamo tutti e 3 prima (un gruppo letteralmente POP Italiano che, oltretutto, toccava lidi pop già in decadenza in quegli anni).
“Questa esperienza ha fatto da apripista alla necessità di volerci esprimere liberamente e tramite qualsiasi cosa ci passasse per la testa.
Cominciammo ad ascoltare tantissima musica di ogni tipo, senza minimamente limitare i generi.
“Abbiamo studiato tutti e 3 musica classica e l’inclinazione alla scoperta, anche in ambito accademico, ci ha sempre accompagnati come un formicolio nelle mani.
“Vero è che abbiamo scoperchiato un vaso di Pandora eccezionale, fatto di band incredibili e musicisti/compositori molto stimolanti, che “scommettevano” musicalmente sull’impossibile (la musica noise, il prog nascosto dietro una scelta sonora particolare, il “punk” come attitudine ma immerso in un suono peculiare e “nuovo”).
“Preparammo I primi 2/3 pezzi che ci piaceva tantissimo suonare e riascoltare (Videodrome, Radio Maria e Gianni) e, da quel momento, fondammo ufficialmente il gruppo pubblicando su internet il video di Radio Maria.
“Entrammo in contatto con Taranto e con la questione della filosofia del DIY; Scoprimmo i gruppi che viaggiavano dappertutto, scendevano e salivano da TUTTA L’Europa e il Mondo.
“Non ne avevamo ancora preso parte alla scena DIY perché non avevamo ancora capito COME si facesse a farne parte.
“Percepimmo, però, che l’unico modo fosse: Suonare dal vivo.
“Registrammo 4/5 brani su CD-r e, dopo le prove, ci fermavamo puntualmente a disegnare le copertine ad origami che avevamo realizzato (TUTTE DIVERSE con colori a pastello o a spirito).
“Venimmo in contatto virtuale con i Les Spritz di Messina, che scoprimmo sarebbero stati in Puglia a suonare il mese successivo.
“Decidemmo di organizzare un loro concerto nella nostra zona, supportandoli anche sul palco e provammo a chiedergli se potessimo unirci a loro anche nelle 2 date successive… Ovviamente accettarono! Riuscimmo a farci ascoltare per la prima volta e, dobbiamo dire, andò benissimo!
“Conoscemmo Giorgio (Maniglia, ndr) di Musica per Organi Caldi e Alberto (Tanese, entrambi nei Capase, ndr) a Taranto.
“Nel frattempo, con i Les Spritz nacque un legame eccezionale, e al Dalek Studio di Messina registrarmmo il nostro primo disco : pera/pere, del quale stampammo un vinile da 24 minuti, 12 pollici, monolato (risate, ndr).
“È andata avanti così fino al primo tour in Europa con I Les Spritz, fu un’esperienza incredibile che volevamo subito ripetere.
“Abbiamo conosciuto tutta la scena DIY europea, con la quale abbiamo successivamente avuto l’occasione di partire in tour con diversi gruppi e solisti tra loro, come: Don Vito, Daikiri, Les Singe Blanc (citando I gruppi con i quali abbiamo avuto più tempo per condividere cose potentissime).
“Poi è arrivato … Le Palle che ha esaltato tutti gli aspetti della musica che avevamo scritto prima di quel momento: ha esaltato violenza sonica, velocità di esecuzione, complicatezza nell’arrangiamento, ha esaltato ancora di più l’aspetto ironico e offensivo verso ogni fottuto cliché (razzismo, sessismo, machismo ecc) e riuscivamo a fare 50/60 concerti l’anno.
“Dopo … Le Palle eravamo un fiume in piena di tour in giro per tutta l’Europa.
“Di ritorno dal tour in Inghilterra, percepimmo una stanchezza generale dovuta a tanti fattori: personali, lavorativi e universitari.
“Dopo uno stop di un po’ di mesi, decidemmo di cambiare nuovamente: provavamo a scambiarci gli strumenti, ad eliminarne, o ad aggiungerne.
“Tentammo l’assenza della chitarra e del basso, per provare ad occupare meno spazio possibile per poter viaggiare in aereo, e il risultato fu che: la musica era una bomba, che sarebbe potuta solo migliorare e che potevamo viaggiare in aereo (risate, ndr).
“Partimmo per la Spagna e il Portogallo insieme ai Don Vito (ma anche Francia, Germania, Svizzera e Belgio), ma al ritorno quella stanchezza si fece risentire…Così decidemmo di fermarci e coltivare ognuno le proprie priorità”.

Al di là della cornice da divertissement, si può dire che il vostro è un gruppo dalla evidente vena progressiva, ma non solo. Il colmare il potenziale musicale attraverso brani free form (in senso lato)e tecnicamente complessi elude in toto dal math rock più convenzionale, tra l’altro esplorato poco.
Come avete già esposto, non è un caso che appartenevate alla scena continentale del noise europeo, tra cui Le Singe Blanc, Don Vito, Les Spritz, OvO, Daikiri, Tougsbozuka, Gudron, Djeco, Haossaa, etc. Una musica a tutti gli effetti a respiro internazionale (come i vostri tour insieme ad alcuni dei gruppi già citati), nella rete fittamente recondita nella quale navigate. Parlateci meglio di quali erano le vostre intenzioni e a chi la vostra musica era rivolta.

“La nostra intenzione era esattamente quella che è la musica di LCDP: un’ironia tagliente quanto la stessa musica. Contenuti che sottolineavano le nostre passioni come: i cartoni animati giapponesi, il grottesco, l’odio nei confronti della TV nazionale, mischiando tutto col sarcasmo che spesso veniva anche incompreso e, alle volte, era incomprensibile (risate, ndr).
La nostra musica era rivolta a tutte le persone rotte di palle dall’intrattenimento”.

LCDP e Uzeda

Locandina di un concerto de La Confraternita, di spalla agli Uzeda, nel 2016.

Vorrei incentrare questa intervista sul vostro secondo album, ovvero … Le Palle, del 2015, prodotto dalle etichette francesi Et Mon Cul C’Est Du Tofu? e Tandori Records e quelle italiane HysM? e Musica Per Organi Caldi. Nel corso della vostra carriera si sono toccati territori sempre più diversi da quelli ufficiali della musica, anche quelli solitamente più diversi. Con il full length succitato prosegue tale esplorazione verso una musica totalmente libera ma strutturata, descrivendo pattern astratti complessi e dall’elastica costituzione. Un primo lato più astratto e astrattamente punk e un retro incentivato da una creatività grottesca cara al primo lavoro (Pera/Pere). Un album che destabilizza per la sua rumorosità ma fa suscitare l’interesse del musicista tecnico più rodato. Dandovi la parola, cosa ha significato per voi quel lavoro?

“… Le Palle è il disco che ci ha fatto viaggiare davvero. Quel disco lo suonavamo, in parte, dal vivo già prima di registrarlo. Quando lo abbiamo registrato, ci ha aperto le porte ai tour più lunghi e frequenti di sempre”.

… Le Palle lo vedo un po’ il gemello del disco omonimo dei Les Spritz, anch’esso del 2015. Come avete già detto voi e la band originaria di Messina siete due band dai destini intrinsecamente intrecciati. Sono sicuramente due dischi di svolta per ognuno dei progetti, e dal mio punto di vista un passo verso il progetto Trrmà di Giovanni Todisco e Giuseppe Candiano. Voi cosa ne pensate?

“Beh, con i Les Spritz abbiamo condiviso tantissime cose e idee, a noi però, con … Le Palle, ci è sembrato di aver toccato dei punti di nichilismo mathcore esagerati”.

Parlando del titolo, è solo una componente della vostra estetica che mira a fare della dissacrazione o c’è dell’altro?

“… Le Palle perché ci capitarono svariate scocciature per registrare il disco e stamparlo (risate, ndr)”.

Ora date una descrizione di ognuna delle tracce del disco; ricordi o degli elementi peculiari oppure pensieri estemporanei che caratterizzino ciascuna di esse.

Cap. Occhia: “Un militare col casco a forma di glande”.

Flash Condom: “Un preservativo più veloce della luce, riprendendo il nome del supereroe Flash Gordon”.

GogOpoWeRgENderBendErPoweRgOgO: “Un gruppo di travestiti eroi della Terra, basandoci sui Power Rangers”.

Membro Kid: “Suggerito da un amico per completare i supereroi, ricordando Nembo Kid”.

Nome D’Arte? Tintoretto: “Un pittore che si sbianca l’ano quando invecchia”.

Paura & Delirio Dal Barbiere: “Paura della figura di merda”.

Tic-Tac: “Bellezza e normalità nei Tic nervosi”.

Shit Is Falling: “La soddisfazione che si prova durante un’evacuazione sostanziosa”.

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