Continua la ricerca sulle band tarantine di quel periodo che è stato, diciamo così, di transizione, ovvero gli anni ’90. La cosiddetta “Taranto Noise” si sarebbe spostata negli anni successivi in territori più progressivi o astratti, nonostante quelle stesse band ne erano parzialmente consapevoli. Infatti, per la loro e tanto ostentata attitudine punk, band come EKP prima e Ain’t successivamente hanno come prerogativa quello di sfogare la loro rabbia con urla e sugli strumenti.
EKP nascono intorno al 1994, i quali confluiranno in parte negli Ain’t nel ’96, che dureranno anch’essi circa due anni. I due gruppi trovano come elementi comuni Francesco Sangregorio detto Fracchio alla chitarra e voce e Giorgio Maniglia alla batteria. In EKP compaiono anche Majla Stasi (voce) e Stefano Guido (basso), mentre Ain’t vede al basso Massimo Calò, il quale di seguito accompagnerà Giorgio in altre esperienze sonore (Ozio, Logan). Due uscite complessivamente: un demotape per EKP e l’EP autoprodotto Unknowen per il trio degli Ain’t.
Sia EKP che Ain’t, almeno nelle intenzioni, vogliono essere manifestazioni del punk nostrano, elaborato attraverso un’attitudine grezza e spontanea, e soprattutto, prima di più e poi di meno, da musicisti alle prime armi per via della giovane età; infatti in quel passaggio dall’una all’altra band c’è sicuramente un guadagno in tema di struttura dei pezzi. Secondo Francesco: “Le band sono l’evoluzione l’una dell’altra e nascono dal disagio paesano, fatto di noia e diversità culturale. Si era giovani ed entusiasti creativi e c’era la voglia di spaccare quel sistema che ci circondava”.
In definitiva, però, in entrambi i progetti c’è un’impostazione punk/melodica tutta lo-fi, e volendo azzardare un’etichetta potremmo dire noise pop. Inoltre le voci spontanee, la chitarra e i suoi feedback graffianti, il basso e la batteria minimali che a volte convergono in momenti di ritmo in libertà, offrono un quadro che delinea, anche nell’ottica dell’intrattenimento, nuovo slancio dal punto di vista creativo in ambito locale.
Però l’unione di rumore e melodia non nasce dal nulla. Gli EKP infatti risentono dell’influsso dei Veronika Voss (di cui abbiamo parlato diverse volte su Nikilzine), per via dell’attitudine pop-rumorista e tra l’altro anche della presenza in entrambe le band di una ragazza nel ruolo di cantante (rispettivamente la Stasi e Gemma Lanzo). I componenti degli EKP avevano infatti ammirazione per i Veronika Voss, i quali condividevano la stessa sala prove con i primi. Soprattutto, Majla era profondamente colpita dal modo di cantare di Gemma e Giorgio ha imparato a suonare osservando all’opera il batterista dei Veronika Voss, ovvero Vanni Sardiello; nulla poteva escludere una prevedibile contaminazione. Non mancano però delle differenze peculiari: il suono del gruppo di Gipsy Lonoce è più strutturato melodicamente e ritmicamente, mentre quello relativo alla demotape che abbiamo prima citato è più propriamente punk con tentativi di musica in libertà.
Sicuramente due gruppi su piani differenti, ed entrambi sono da apprezzare per motivi diversi, quasi opposti. Rispondendo alla domanda se gli EKP si sono sentiti in debito con la scena locale passata di Taranto, Francesco ha spiegato: “non credo ci siamo sentiti in debito, anzi; quel periodo è stato un riscatto. Per noi suonare e sapere di essere seguiti nel nostro piccolo era tanto. Sapevamo che era importante per chi ci veniva a trovare, anche solo in sala prove; […] davamo loro la possibilità di integrarsi in qualcosa di diverso e trasgressivo. Il nostro punto di forza non era l’esibizione in sé ma il contorno. Ed è vero, ci preoccupavo che non finisse il vino piuttosto”.
Per quanto riguarda gli Ain’t, questi ultimi hanno parecchi elementi in comune con gli EKP, tuttavia sono evidenti delle differenze; il suono sempre primitivo acquisisce un’anima diversa, discostandosi dal melodismo lo-fi precedente; la forma è più chiara, però sempre libera nell’astrattismo che evoca (in senso lato). Come esempio, la versione di You degli Ain’t ha pattern ritmici meno immediati e punk rispetto a quella di EKP, ma comunque cacofonici. Sicuramente un passo in più verso la “Taranto Noise” che si delineerà successivamente, soprattutto col roster della Psychotica Records, etichetta noise tarantina gestita da Michele Maglio (Logan).
A riguardo dei nomi dei due gruppi, quello di EKP nasce dal titolo di un’opera dell’età classica, ovvero gli Erotikà Pathémata (Le pene d’amore), composta dal poeta greco Partenio di Nicea. Naturalmente, l’espressione di negazione con cui si sono firmati gli Ain’t è da ricondurre al suono graffiante della band.
Vari concerti dei due gruppi sparsi nella provincia di Taranto, mentre più specificatamente per gli Ain’t ci fu un’esibizione in Basilicata ad un locale chiamato Mush Room (zona Bernalda (MT)).
Dopo il trasferimento di Francesco da Taranto anche l’avventura degli Ain’t avrà termine. La conclusione di quest’analisi è che sicuramente c’è un filo conduttore tra il noise pop dei Veronika Voss e la “Taranto Noise” degli fine anni ’00 e anni ’10 (HysM?Duo, Bogong In Action, Ionio…) che sicuramente passa attraverso le due band di cui abbiamo parlato, e che sono state a mio avviso anche delle palestre formative per chi continuerà l’esperienza nell’underground ionico (Giorgio e Massimo). Molto è stato dato felicemente al caso, ma attraverso il leitmotiv dell’elemento punk, che è il nucleo, in un modo o nell’altro, di ogni cultura indipendente, più o meno recente.
Una cultura punk della provincia italiana alle porte del secondo millennio, sempre e comunque veloce e sgraziato contro ogni conservatorismo.
Ringrazio Francesco Sangregorio e Vanni Sardiello per l’aiuto alla stesura dell’articolo.