KINA E THE ACT, UN’ITALIA DAL BASSO
di Giovanni Panetta
Discorso sullo split Kina/The Act
Kina, The Act, split

Cover dello slit Kina/The Act (1991).

La comunità indipendente italiana è sempre stata l’antidoto al provincialismo della classe medio-bassa dello Stivale; era ricorrente l’immagine paradigmatica di gruppi che con il loro furgone mal funzionante percorrevano tutta l’Italia (e non solo) con l’intenzione di diffondere la loro musica abbinata alle loro idee di uguaglianza e libertà. Nota era anche l’affiliazione di questi gruppi alla causa del DIY. È il caso dei Kina, storica band aostana ed indipendente della prima ora, catalogata come hardcore ma con un’attitudine più “melodica”, che dopo aver pubblicato piccoli grandi album come Se Ho Vinto, Se Ho Perso (1989), insieme ai tarantini The Act, band che sperimenta prima tra suoni jingle jangle e garage, per poi esternare anche una buona attitudine al soul, pubblicano lo split Mondo Mai Visto (1991) rilasciato come inserto ad Urlo e pubblicato anche per la Blu Bus. I due gruppi, danno sfoggio della loro arte, e lo fanno come possono, con lo spirito di quegli anni e di un’Italia più compatta, dove la fredda Aosta e la surriscaldata Taranto (dall’inquinamento) si sentono un po’ più unite; un’Italia che si congiunge per gli estremi. Tra una ballata acustica (la title track dei Kina) e un soul-blues con un pizzico di new wave (Third Degree degli Act), e il caso di dire che il 7″ di Mondo Mai Visto è una perla per collezionisti, anche un po’ nostalgici ma non solo.

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