Intervista ai Violent Scenes, tra elettronica, catarsi e post-punk
di Giovanni Panetta
Intevista a Giorgio Cuscito e Gianfranco Maselli (Violent Scenes), sul loro ultimo EP Rebirth. Svolta verso elettronica tra post-punk e teatro greco.
Violent Scenes

Violent Scenes. Foto di Antonio Stea.

Spesso luoghi e tempi trovano nuova vita nella musica, raccontando quell’excursus o immagini archetipiche, elaborando un dialogo con i tempi moderni. I Violent Scenes, provenienti dalla zona di Acquaviva delle Fonti e Sannicandro di Bari (in provincia di Bari), alle prese con sonorizzazioni e pièce teatrali, elaborano trame sintetiche con chitarre e sampler attingendo dalla tragedia greca, facendosi influenzare non solo dal concetto di catarsi, ma da sonorità post-punk dominanti negli ascolti del gruppo.

I Violent Scenes sono formati da Giorgio Cuscito (voce, testi, basso), Gianfranco Maselli (chitarra, basso), Gianvito Novielli (chitarra, elettronica) e Antonio Iacovazzi (batteria, elettronica, programming). Essi hanno pubblicato un album (Know by Heart, nel 2017, per Angapp), un EP (Stimmung, nel 2019), lo spettacolo teatrale Abbandoni con la compagnia pugliese Teatro delle Rane, un reading dei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, il live painting Sushumna con l’artista visiva siciliana Silvia Ruggeri, più diverse sonorizzazioni, nonché aver fondato negli ultimi anni l’etichetta SAC Recordings (Stand Alone Fest), un tributo all’omonimo anime diretto da Kenji Kamiyama.

Nel 2018 a Catania sonorizzano Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth, e da quel momento si sono sviluppate nuove intuizioni per l’EP Rebirth per via delle analogie tra i suoni presenti nell’opera del regista Hideaki Anno e la poetica musicale del quartetto originario dalla Murgia pugliese. Nel secondo EP sopracitato sono presenti campioni provenienti da Know by Heart e Stimmung, passando dalla naturalezza delle chitarre distorte e da un’elettronica analogica per arrivare ad un collage sintetico dalla forma più glitchata.

Dopo Rebirth e la prima edizione dello Stand Alone Fest, svoltosi a Luglio 2022, il successivo progetto più recente di SAC Recordings e più legato ai Violent Scenes sono le Gloam Sessions, ovvero esibizioni di artisti legati al circuito di Stand Alone Complex (ma non solo), i cui filmati sono stati diretti da Antonio Stea (regista bitontino che tra l’altro ha curato quasi tutti i videoclip dei Violent Scenes).

Nella prima esibizione di questi live, svolti tra le campagne murgesi durante il crepuscolo, è protagonista il cantautore di Noci (BA) Checco Curci con il brano Mezza Minotauro in cui attraverso sonorità rotonde e confortevoli si narra di un amore in declino.

Rastroni (Andrea Rafaschieri) suona nella seconda delle Gloam Sessions, esibendosi in un brano (Corri) del suo esordio e ultimo disco Anime da Frutto, suonando in forma acustica e minimale una parte del suo racconto presente nel suo concept album.

Nella terza sessione compare una composizione, Pietre Tagliate, della chitarrista Stefania Armenise, in cui lo strumento effettato riproduce sonorità rarefatte e soavi, in linea con il paesaggio aureo nello sfondo del filmato.

Di seguito l’intervista a Giorgio Cuscito e Gianfranco Maselli dei Violent Scenes riguardo Rebirth e vari aspetti della loro poetica musicale.

Rebirth è un’occasione di rinascita, dopo lo iato di tre anni e il periodo oscuro della pandemia; tre brani dall’intenso sperimentalismo contraddistinti da un’elettronica espressionista. Se Know by Heart (2017) ha sonorità prettamente analogiche e smussate, e Stimmung (2019) è più rarefatto e costante, in Rebirth si va oltre entro territori lateralmente barocchi dove sonorità classiche e sghembe si incontrano offrendo qualcosa di ancora più eterodosso. Parlateci del contesto dell’album e di un possibile leitmotiv.

“È cominciato tutto durante un set live a Catania nel 2018. Stavamo sonorizzando dal vivo “Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth”, film che segna la conclusione dell’opera a noi carissima di Hideaki Anno. Durante l’esecuzione, come in un’agnizione, abbiamo riconosciuto le rime che durante la performance si generavano fra l’opera visiva e la nostra musica. Come se non fosse abbastanza, l’inno di rinascita che si sprigiona nel finale dall’opera di Anno sembrava dialogare anche con la trasformazione che i nostri stavano attraversando dopo l’uscita tre anni addietro di “Know by heart”. Li stavamo infatti riarrangiando in chiave elettronica per avere a disposizione un set “portatile”. Questa motivazione banalmente tecnica si è convertita in una rinascita sonora e, in un secondo momento, in un disco a sé stante dove tre dei brani del nostro primo disco hanno preso nuova vita.”

Di seguito un track-by-track di Rebirth, vostra ultima uscita. (Commentare quanto viene detto attraverso anche una descrizione personale dei pezzi e/o altri elementi aggiuntivi nella scrittura e/o contesto)

Il testo di Unit-01 ruota attorno al concetto di autenticità e spontaneità, con uno sfondo naturalistico. La musica è un divenire continuo, ed è caratteristico la frammentarietà della forma canzone, in cui la parte digitale è un magma glitchato che distorce o contrasta la componente analogica. Inoltre il pezzo presenta delle somiglianze con From Above, dal primo album Know By Heart.

“Si, le analogie con il brano d’apertura del nostro primo disco non sono casuali. “Unit-01”, infatti, è proprio lo step evolutivo della nostra From Above. La struttura formato band dove basso, chitarra e batteria si dilettavano in quella staffetta a metà fra la drum n’base e la dub in cui abbiamo riconosciuto a posteriori Radiohead dei primi anni 2000 e dischi come “Endtroducing” di Dj Shadow, ha lasciato il posto alla dolcezza delle chitarre che con gli anni si sono fatte più eteree e ad un mare digitale ritmico in cui, fra i glitch taglienti e i synth vitrei, ci siamo ricordati di non lasciare per strada il ritmo incalzante finale del brano originale.”

Questa volta, le parole Unit-02 mettono in relazione tragedie di violenza o meno tra luoghi e tempi opposti, che siano biblici o contemporanei. La musica, suddivisa in un’istanza più rarefatta e la successiva più massiva, è più lineare e periodica, attraverso un’elettronica allo stesso tempo espressiva. In più il pezzo ha delle analogie per testo e musica (soprattutto all’inizio) con Violent Scenes da Know By Heart.

““Violent Scenes” è, da sempre, il nostro brano più politico. Sotto l’egida dei cori gregoriani che abbiamo inserito in apertura, passando attraverso l’oscurità che è stata esagerata e scalando le asperità delle chitarre glitchate, ci siamo accorti che il brano sembra quasi aver accentuato il suo richiamo al Sacro (in origine solo testuale) in cui risiede la soluzione al problema sollevato sin dalla versione originale del pezzo. Viviamo tempi tragici che, in un paradosso post moderno, sembrano aver dimenticato gli insegnamenti della Tragedia e della Catarsi introdotta da Pericle nel Teatro Greco. Le scene violente, che nelle rappresentazioni teatrali dell’antichità venivano celate, e la morte sono state completamente private della loro sacralità. Anche quel senso pedagogico un tempo proprio di questi concetti sembra essere svanito. Oggi assistiamo ad una loro costante e vuota strumentalizzazione sul palcoscenico dei mass media, delle strade e del nostro linguaggio.”

Unit-03 descrive una situazione di disagio personale, per via della condizione personale o anche esterna; il pezzo inoltre richiama musicalmente una struttura sonora dal retaggio new wave, associata con elementi innovativi ed eterodossi, dove l’elettronica irradia tutta la potenzialità lateralmente barocca, precisa nei particolari. Questa volta compaiono analogie verbali e musicali con Weigh Me Down, sempre dall’esordio Know By Heart.

“Sì. Finora ha risposto Gianfranco, ora rispondo io, Giorgio, poiché questo brano rappresenta testualmente e musicalmente una mia esperienza. Avevo 18anni e tornavo a casa, a Gioia del Colle (BA), dopo aver passato una giornata meravigliosa a Taranto. Taranto per me è sempre stata la new wave! È la città dove sono cresciuto musicalmente e per me, che mi sono avvicinato alla musica con i Joy Division, puoi immaginare quanto sia stato importante ritrovare il mio disagio personale nell’oscurità della città. Ricordo il Gabba Gabba, uno dei club più belli di sempre. Tante sono state le notti, piene di musica, passate a Taranto e quella mattina tornavo a casa, a piedi, lungo il mare, dopo aver visto, non ricordo chi, forse i Suzanne’ Silver, al Gabba Gabba, e passato la notte a casa della ragazza che amavo. Canticchiavo dei versi che sarebbero poi diventati il ritornello della canzone: “There’s nothing to understand, you need to see how it ends; there’s nothing to understand, you just need to feel”.”

SAC – Stand Alone Complex – è la vostra etichetta che distribuisce Rebirth. Nell’ultimo periodo il progetto/collettivo sta coinvolgendo artisti dalle poetiche più disparate da tutto il Meridione italiano: tra cui, Rastroni (Antonio Rafaschieri), Atto Seguente (Andrea Vernillo), i Faintin’ Goats e non ultimi i 23 & Beyond The Infinite con la psichedelia cosmica e lateralmente crampsiana di Lumpen Del Mundo, uscito a Maggio 2022. In più SAC vuole incentivare la cultura locale non solo come etichetta ma anche come promotrice di eventi, con lo Stand Alone Fest, all’insegna di musica, cultura e dibattiti. La prima edizione si è tenuta a Luglio 2022, quindi vi chiedo come vedete lo svilupparsi del festival per le prossime edizioni. Inoltre, quali saranno le prossime novità di SAC come label?

“Con Stand Alone Complex stiamo sviluppando diversi progetti e idee musicali. In merito ai dischi che hai citato, ricordo l’ultimo, “Following Figures” di Atto Seguente, uscito a Settembre, che sta facendo parlare molto di sé, soprattutto all’estero. Sempre a Settembre, da un’idea di Gianfranco Maselli, abbiamo lanciato la prima Audioscena: un progetto sperimentale di editoria sonora che è qualcosa in più di un audiolibro e qualcosa in più di un reading musicale. Le Gloam Session invece sono live al crepuscolo registrati in presa diretta da Gianvito Novielli con la regia di Antonio Stea e pubblicati in esclusiva per Indie-eye. La nuova Gloam uscirà tra qualche giorno. A questo link potete trovare tutto questo.

“La prima edizione dello Stand Alone Fest è stata bellissima, ha raggruppato tutti gli artisti con cui stiamo lavorando e nuovi amici. Siamo già al lavoro per la seconda, che si terrà sempre nel Castello di Sannicandro di Bari nel corso dell’estate 2023.”

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