Il lirismo urbano e contemporaneo dei Sad Pony Girl
di Giovanni Panetta
Intervista al trio da Cuneo dei Sad Pony Girl, riguardo il loro EP Guerrilla.
Guerrilla

Cover di Guerrilla.

I Sad Pony Girl sono un trio proveniente da Cuneo formato da Fabio Anghilante (basso), Eleonora Natilii (voce) e Alberto Costa (audio engineering). Tra sonorità ambient in senso etereo e gusto urbano per il noise-pop delle ultime frontiere, il suono si struttura in modo ossimorico tra elementi di accoglienza con contrasti di repulsività. Il primo EP, Guerrilla (per EEEE, Vollmer Industries e Coypu Records), ne è un valido esempio, in cui emerge una versione sintetica e aliena di I Luv the Valley, un pezzo dei Xiu Xiu (originariamente intitolato I Luv The Valley Oh!), dove il lirismo a tratti fisico del vocalist Jamie Stewart viene traslato in una consistenza del canto essenziale e contemporanea, grazie alla interprete nonché figura poliedrica in aggiunta a letteratura e teatro Eleonora Natilii.

Parliamo insieme al trio citato della loro uscita discografica e della associata poetica.

Dai ritmi ipnotici e le atmosfere soffuse che conferiscono una luce minimalista, fredda, ma multicromatica, il vostro esordio, ovvero Guerrilla EP, esprime una certa malinconia e disillusione nel suono, infondendo un ironico senso di accoglienza. La peculiarità del progetto è un utilizzo ponderato dell’elettronica, non troppo estroso o weird ma funzionale nel compensare la parte strumentale e il cantato. Quali sono i possibili riferimenti in tal senso?

Sad Pony Girl: “Credo che il nostro approccio all’elettronica sia più epidermico che cerebrale. Non volevamo riempire né stupire, ma piuttosto creare un’opportunità di dialogo con e per la voce; un pretesto di litigio o di innamoramento, o entrambi. Se devo citare dei riferimenti, penso a certe cose dei Portishead o dei primi Notwist, oppure alla fragile eleganza dei Lali Puna, dove l’elettronica diventa quasi una protesi emotiva.”

Il cantato melodico più consonante si amalgama con una componente rap nella voce, in maniera più netta o maggiormente sfumata con l’ambiente, in cui è comprensibile un certo sperimentare a partire dall’esperienza non propriamente musicale di Eleonora. Quest’ultimo è un altro elemento interessante nella vostra poetica, una scrittura in questo caso timida che potrà avere ottimi sviluppi. Eleonora, a cosa ti ispiri per il tuo modus operandi nella voce?  

Eleonora Natilii: “Vado a istinto. E inseguo i miei limiti. Le muse da cui traggo ispirazione raggiungono sempre, infallibilmente, la perfezione, ma io le amo per le esitazioni e le sbavature che le braccano, che le sfidano, che si intuiscono al di là del controllo sulla performance vocale. Mi affascina l’alternanza tra parlato e cantato, come nei musical, solo che se fossi in un musical sarei Robert Smith che canta A Forest.”

Attraverso una lullaby dalle tonalità bluette, si delinea il percorso sonoro di Pond. Tale introduzione all’EP vuole essere una carezza psichedelica per l’ascoltatore, in cui il piano sequenza uditivo si delineano scenari sempre diversi, in cui il suono statico ma piacevolmente vibrante infonde una sensazione di eleganza e lateralmente nicciana. Come avviene l’idea per questa first track?

Sad Pony Girl: “Il brano iniziale è nato come una piccola visione dal finestrino, mentre il mondo passava lento e lontano. Ci piaceva l’idea di un’introduzione che non spiegasse nulla, ma abituasse a un certo respiro. L’eleganza viene forse dalla distanza: suoni che sembrano osservarti da dietro un vetro. E sì, la malinconia qui è più onirica che disperata. Un inizio da sogno lucido, ma sempre col cuore un po’ incrinato.”

La reinterpretazione di I Luv The Valley degli Xiu Xiu (tratto dall’album Fabulous Muscles) appare come essenziale rispetto il brano originale, in cui gli elementi hanno una forma planare, un gioco di effetti attraverso nubi terree con contorni accennati, il tutto visto dall’alto. Un pezzo idiosincratico e si armonizza perfettamente con il vostro repertorio. Come nasce la scelta di tale brano?

Sad Pony Girl: “Xiu Xiu è stato un detonatore emotivo per noi. La loro capacità di essere fragili e feroci nello stesso momento ci ha sempre ispirati. Abbiamo scelto I Luv the Valley OH! perché è come se parlasse la nostra stessa lingua interiore, fatta di picchi improvvisi e vuoti affettivi. La nostra versione è più disegnata a matita, ma la ferita rimane. Abbiamo tolto il pathos più violento per lasciare solo la cicatrice.”

Soffice come un albero è il pezzo intitolato Nostalgia, dalla struttura più fluida, in cui le componenti vivono di una osmosi più democratica, insieme ad una corposità di suono, in una certa misura marmorea, in associazione al candore del suono. Come avviene tale minimalismo o omogeneità negli elementi citati?

Sad Pony Girl: “Nostalgia è un brano che ha trovato la sua forma da solo, quasi per sottrazione. Ogni suono, ogni battito, ha dovuto meritarsi il proprio spazio. Volevamo che sembrasse scolpito nella nebbia. Il minimalismo è stato un’esigenza più che una scelta: c’era bisogno di silenzio tanto quanto di suono.”

Un suono più idiosincratico ma rarefatto caratterizza Teddy Bear, idoneo nell’imprimere sensazioni di introspezione, la cui caoticità del suono rispecchia eventi e dettagli del quotidiano. Come avviene tale componente rumorista in questo pezzo?

Sad Pony Girl: “Il rumore in Teddy Bear è il nostro modo di dire che la vita non è mai solo musica. Dentro ci sono la caffettiera, le finestre sbattute, le parole interrotte. Quel brano è una specie di collage domestico, costruito con scarti e respiri. Il caos serve a bilanciare la dolcezza: volevamo che l’ascoltatore si perdesse come quando apri un cassetto e trovi lettere che non sapevi di aver scritto. È intimo, disordinato, reale.”

Share This