FLARE, brillare di luce autentica; intervista a GOLD MASS
di Giovanni Panetta
Intervista a GOLD MASS (Emanuela Ligarò) sul singolo FLARE. Musica, parole e videoclip progettato con AI.
GOLD MASS

GOLD MASS. Foto di Dafni Planta.

FLARE, il nuovo singolo di GOLD MASS, nome d’arte dell’artista elettronica Emanuela Ligarò, esce oggi (13/01/2023) sulle piattaforme digitali come Bandcamp e Youtube. Il pezzo, a detta dell’artista, appare come una naturale continuazione dei precedenti pezzi contenuti nell’EP SAFE, in cui questa volta il tutto si arricchisce di dettagli interessanti e più progressivi in un pezzo calorosamente downtempo. Il singolo inoltre è stato missato e masterizzato dal produttore di base a Milano Stefano Puddighinu (Essē), collaboratore con grandi firme come Sony Music e MTV.

Il nuovo pezzo è accompagnato da un videoclip realizzato dall’artista grafico Stas Sumarokov attraverso un algoritmo di deep learning open-source che lavora sul dato testuale di nome Stable Diffusion, progettato dal team CompVis della LMU di Monaco di Baviera. Elaborando pattern di immagini prese dal web, viene realizzato un video auto-generativo, in cui schemi astratti riproducono concetti naturalistici come se fossero apparentemente paesaggi di gioielli e pietre preziose.

Discutiamo di tutto questo con Emanuela nella seguente e breve intervista su FLARE, attendendo anche ulteriori sviluppi riguardo il prossimo album che uscirà a Giugno 2023.

FLARE delinea un brillamento della propria anima che tende ad espandersi aldilà dei propri limiti, un po’ come avviene nella tua discografia. Il minimalismo di SAFE sembra prospettarsi opposto a quello del prossimo album, probabilmente più organico e irregolare. FLARE ha una forma più granulare, più scolpita come un rilievo sulla facciata di una cattedrale gotica, una metafora alternativa dell’anima in questo caso, dove correnti cosmiche interagiscono con i moti convettivi del Sole, in cui l’energia esterna si oppone, in un certo senso, all’energia interna. Volevo chiederti come nasce la traccia e questa differenza più marcata rispetto al precedente EP.

“La mia percezione è che FLARE inizi esattamente dove SAFE era riuscita ad arrivare, le due tracce sono come un passaggio di testimone alla staffetta. È la naturale prosecuzione di un cammino che mi ha portato a spingermi un poco oltre nella ricerca del suono e nella produzione elettronica. Mi sembra di poter dire che FLARE sia la traccia che ad oggi ha richiesto più impegno e immaginazione da parte mia. Più che di differenza rispetto ai lavori precedenti, parlerei di una loro naturale evoluzione: per quella che è la mia impressione, i semi erano già ben visibili e sono inevitabilmente venuti alla luce. Tutto questo è sicuramente legato agli ascolti che ho fatto e sto facendo negli ultimi tempi, che mi hanno certamente influenzato. Niente resta fermo nella vita, o meglio, ciò che è fermo è morto oppure è finto. Per cui se quello che scrivi non è qualcosa di meccanico, ma il risultato sincero del tuo rapporto con il mondo esteriore ed interiore, ossia la tua personale lettura di quello che senti e vivi, la musica non potrà che evolvere coerentemente. FLARE è nata in un’unica sera, a ridosso del capodanno dell’anno scorso. Ricordo che sarei dovuta partire la mattina dopo, ma avevo la sensazione che quello a cui stavo lavorando fosse promettente, per cui ho chiuso la scrittura quella notte. La produzione invece mi ha impegnato per più tempo.”

Nell’ultimo pezzo si incontrano ancora una volta sonorità downtempo, ma anche elementi house e techno, più rigorosamente elettronici, ancora di più rispetto a prima. In merito a questo vorrei chiederti quanto è stato importante l’aspetto automatico in FLARE.

“FLARE è chiaramente un invito a ballare, a lasciarsi travolgere dal ritmo. Non essendo affatto la mia naturale attitudine quella di scrivere musica per persuadere le persone a ballare, oggi mi sembra magnifico pubblicare una traccia che possa ispirare movimento in altri corpi. Se mi soffermo a pensarci, è davvero qualcosa di potente questo: è come indurre un’azione a distanza, così come vale per la forza elettromagnetica o quella gravitazionale. La mia ammirazione per chi fa dance, oggi è massima. Nell’ultimo anno, ho ascoltato molto le produzioni di Howling, JamieXX, Floating Points, Bicep e sono stata anche ad alcuni bellissimi festival. Queste esperienze hanno inevitabilmente lasciato traccia nel mio gusto e nel mio intento quando mi sono trovata a produrre una traccia come FLARE, nella quale resta comunque riconoscibile un’atmosfera scura e inquieta, che mi è molto familiare.”

FLARE

Artwork del singolo FLARE, realizzato da Dafni Planta.

Il testo tratta temi quali la pazienza su sé stessi e i rapporti con gli altri, facendo emergere la fiamma caratteristica di ciascuno di noi, la cui consapevolezza ci farà commuovere. Come nascono questi temi e come sono legati con i tempi moderni.

“La mia scrittura nasce sempre da esperienze personali che vivo. I testi dei miei pezzi non sono altro che pensieri che ho avuto in mente per un certo periodo di tempo e sui quali ho sentito il bisogno di ragionare, per poi condividere la mia riflessione non appena le idee sono apparse più chiare. Ogni volta che capiamo qualcosa, questa ci appare improvvisamente semplice, perde peso e urgenza. Anche un’esperienza dolorosa, quando è capita, è gestibile. È utile riflettere su quello che viviamo, sulle emozioni e sui comportamenti. Dovremmo sempre cercare di essere in grado di dare una lettura lucida di quello che abbiamo intorno, ma non restando distaccati e insensibili, piuttosto andando in profondità sulle cose, senza paura, fino a capirle. FLARE richiama l’idea di un enorme e violenta esplosione, una luce e un bagliore incredibilmente intensi. È un’esortazione a vivere la vita non da spettatori, ma in modo assolutamente attivo e presente. È un invito a nascere di nuovo, venire alla luce una seconda volta, però in modo pienamente consapevole e per scelta unicamente propria. Dovremmo tutti rinascere, ognuno di noi, iniziare a brillare improvvisamente come in un’esplosione luminosissima. Dovremmo sempre farci le domande più scomode, per poi essere pronti a rompere i vincoli che ci tengono spenti e ci vogliono ancorati a realtà che non ci rappresentano. Quanto siamo disposti a comprometterci? Questa è la domanda. L’apparizione di ciascuno di noi sulla terra è limitata nel tempo, impegniamoci a viverla in modo intenso e autentico, ricercando continuamente la verità e vivendo coerentemente con essa. Non c’è un altro modo per vivere davvero, se non quello di un’esistenza passiva e di comparsa.”

FLARE ha anche un video generato tramite AI, astratto e in cui pietre preziose e pelli squamate si trasformano quasi in modo escheriano (dal pittore olandese Maurits Cornelis Escher, che giocava con il concetto matematico della ricorsività), ma volevo chiederti se è stata fatta una selezione delle immagini date in input all’algoritmo e come è stata direzionata.

“Il video che accompagna FLARE è frutto del lavoro del visual artist Stas Sumarokov, di base a Valencia, impegnato nell’arte del coding AI e degli algoritmi generativi. Quando mi sono imbattuta nel suo lavoro, ho avuto da subito la convinzione che i video da lui generati si sposassero magnificamente con FLARE, per questo oggi sono molto felice del frutto di questa collaborazione. Stas è impegnato in diverse discipline di programmazione visuale, in particolare il video di Flare è stato realizzato con Stable Diffusion che è un modello di apprendimento automatico deep learning di recente pubblicazione. Tale modello viene utilizzato principalmente per generare immagini anche molto dettagliate a partire da descrizioni di testo, ma non solo, può avere anche altre applicazioni, tra cui quella di ricostruire a partire da un testo, la parte mancante di un’immagine. A differenza di altri modelli generativi, il codice di Stable Diffusion è stato rilasciato pubblicamente come open source e può funzionare senza richiedere risorse di calcolo onerose. Questo ha fatto sì che si creasse da subito un immediato interesse da parte di un gran numero di grafici e artisti digitali, che sono andati ad aggiungersi ai diversi laboratori universitari di AI che da tempo sono impegnati a produrre modelli simili. In FLARE la generazione di immagini è stata indotta a partire da una serie di parole chiave che coinvolgono nomi di diverse pietre preziose, muschio e kintsugi, un’antica tecnica giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica utilizzando l’oro per saldare insieme i frammenti.”

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