EXTREMA RATIO: VITA DAL CAOS PRIMORDIALE
di Giovanni Panetta
Intervista a Extrema Ratio; confronto con gli autori della loro opera prima A Dangerous Method, tra silenzio e rumore in una scomposizione del suono atto al rinnovamento.
A Dangerous Method

Cover di A Dangerous Method (2021).

Gli Extrema Ratio sono un nuovo progetto dalle tinte noise/free jazz, dietro il quale si cela un intento concettuale che dà anima a quei rumori. Il quartetto è formato da .xlaidox. (o .xlx., già in .right in sight. e Indigesti, nonché artista grafico per Vacation House Records e Blu Bus Dischi, e firma per Dynamo, Blast e Rumore) alla voce, Alessandro Cartolari (Anatrofobia, Masche) al sassofono baritono, Valdjau Kathportha (LOMBAS-X, VKP) che è autore di glitch e altri disturbi elettronici, e Diego Rosso (Ex-p, Masche) alla batteria. Il progetto ha pubblicato questo 28 Febbraio una prima uscita in CD, ovvero A Dangerous Method per la ADN Records, registrato e missato da Dano Battocchio, e masterizzato da James Plotkin.

L’anima che personifica quei suoni frammentari e caotici, densi di vuoti e pieni in maniera disomogenea evidenzia il contrasto tra assoluto e soggettivo, dove quel caos/frammentarietà prende vita attraverso i testi di Pier Paolo Pasolini, Antonio Gramsci, Mao Tse-tung, e ovviamente quelli di .xlaoidox. e un cut-up di William Burroughs; quel rumore diventa protagonista, assurgendo al compito di ribaltare la realtà in meglio, attraverso la lotta (artistica o meno che sia), che si manifesta attraverso un disordine convergente, con forma.
Inoltre suoni tra storia e attuale che permeano la release, tra noise moderno e jazz sperimentale in senso largo (la musica di Theorem è ispirata liberamente a Canon di Charles Mingus).

Abbiamo rivolto delle domande al quartetto, concernenti quegli argomenti associabili alle loro intenzioni, alla poetica, ai progetti passati e futuri e altro. Di seguito l’intervista.

Allora, cominciamo dalla prima domanda: come nasce e si sviluppa Extrema Ratio, un progetto che a mio parere sembra muovere i primi passi da un istinto primordiale realizzato in musica?

Alessandro: “Il progetto è iniziato nell’estate 2018, con l’idea di unire le nostre esperienze e passioni musicali in un nuovo progetto che unisca urgenza espressiva, improvvisazione, un certo primitivismo sonoro, in una musica il più possibile non idiomatica. Fare convivere la tensione hardcore, con il fuoco dell’improvvisazione di stampo popolare, cercando di trovare un suono essenziale, nudo e crudo”.

Un istinto che si esplica in parti distese o suoni scarni, che si esacerbano in urla, elettronica rumorista o free jazz caotico. Nelle prime tracce sono dominanti i glitch di Valdjau Katportha, che disegna il Caso come una mente mefistofelica e ultraterrena può fare, e il sassofono di Alessandro Cartolari, dal timbro profondo e vibrante, che conferisce fisicità al suono. Negli ultimi due pezzi sembra che quel caos calmo esploda successivamente ad un’implosione, a cominciare dalla fase più calda generata in asthenic rite (dal suono solido, anche con l’aggiunta di ospiti, ovvero della voce di Fritz Welch e la tromba di Luca Benedetto). La voce di .xlaidox., insana e aleatoria, e la batteria impetuosa di Diego Rosso, che caoticamente offre struttura al lavoro, sono altri elementi che arricchiscono il quadro tra caos e accenni di minimalismo, per cui secondo una media statistica siamo di fronte ad un inferno dormiente realizzato in musica. Come mai quindi la scelta di quei vuoti sonori combinati con quelle parti più musicalmente violente? Inoltre che valenza ha il caso all’interno del vostro suono?

Valdjau Kathportha: “Tutti i nostri pezzi nascono da improvvisazioni completamente libere che vengono poi “razionalizzate” in un secondo momento, quindi non so se si possa parlare di una vera e propria scelta, almeno a livello conscio/consapevole. Crediamo piuttosto che la scelta, questa sì consapevole, di concentrarci più sulle suggestioni sonore/concettuali anziché sui riferimenti a generi o stili specifici eccetera, permetta a ciascuno di noi di costruire “in divenire” il suono di Extrema Ratio, usando tutto quello che in qualche lustro di ascolti a 360 gradi ci ha colpiti e/o influenzati al punto da venire fuori in maniera istintiva. E’ proprio quest’approccio “spontaneista” a fare sì che il flusso di pieni e vuoti (anche all’interno dei singoli pezzi) si generi ed evolva in maniera naturale, senza costrizioni di sorta, come una specie di continuo ed indefinito “solve et coagula” con un reattore nucleare sull’orlo del collasso come athanor alchemico, che hai reso benissimo nell’immagine di “inferno dormiente”… con un sonno leggerissimo.
Può forse sembrare paradossale, ma proprio il fatto di partire dall’improvvisazione, senza stabilire nessun tipo di direzione per i minuti successivi, fa sì che non ci sia una casualità in senso stretto, quanto piuttosto una sorta di “caos ordinato”, che si sviluppa dal rincorrersi reciproco di ispirazioni soggettive, filtrate dagli altri assecondando ognuno, momento dopo momento, la propria sensibilità e la propria ispirazione, in una sorta di retroazione positiva che genera risultati a volte inaspettati per il singolo, ma comunque, in qualche modo, voluti da Extrema Ratio”.

Extrema Ratio live

Extrema Ratio live. Da sinistra a destra: Valdjau Kathportha, .xlaidox., Diego Rosso e Alessandro Cartolari. Foto di Cinzia Bertodatto.

Sembra che A Dangerous Method dipinga (concettualmente) gli scenari nichilisti, carnali, cinicamente e vorticosamente lisergici di Pasto Nudo di William Burroughs. Il fatto che un tale panorama e la scelta di un cut-up dello stesso Burroughs (presenti nell’inizio di naked convulsions) siano presenti nel vostro lavoro insieme a citazioni di Antonio Gramsci, Pier Paolo Pasolini e Mao Tse-tung filtrate in rumore, denota la necessità di mettere ordine con quel flusso attraverso la dialettica, in pieno tema marxista. Sembra che quel disordine sia astrattamente innovatore, e che vuole combattere l’altro e più diffuso caos della realtà, più visceralmente edonista e (auto)compiacente. Una guerra fra titani in movimento, sola costante che può generare una vita, bassa o alta che sia, nel bene o nel male. Ma come si colloca questa distinzione di corrispondenze tra sintassi e semantica in musica?

.xlx.: “Nel dialogico confrontarsi e contrapporsi fra sintassi e semantica, nello scambio perpetuo fra significato e significante (dove il significato si fa significante), nel plastico eternarsi della compenetrazione fra indagine e reale si struttura il processo del pensiero che EXTREMA RATIO, sotto grafia di suono, trasforma in soggetto indipendente, nella demiurgica pulsione della creatività.
“Drenando l’urgente impazienza delle tempeste di sostanza, nel margine chiuso del concreto, negli squarci dei bagliori che sgrondano e si fecondano con chiarezza convulsa dove la luce plurima prima vacilla poi brilla sui coltelli, l’istinto inviolato ribolle entropico fra ribellioni, strategia, attacco.
In un concatenarsi di rimandi infiniti le parti creative in atto si frantumano nel primordiale big-bang magmatico per ricombinarsi e generare nuova vergine materia.
“Il caos primordiale è il liquido amniotico da cui assurge la fremente ibridazione della creazione, da cui l’emancipazione dall’ortodossia liturgica − liberata dalle asfittiche cornici del visibile attraverso un urgente emancipazione a partire dalle condizioni del sensibile − sollecita le categorie di analisi in una spirale di crescente devianza dagli schematismi assegnati a favore di nuove forme palesi.
“Prendendo spunto dal nietzschiano: “bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante”, non esiste soggetto senza soggettivazione come processo singolare di interpretazione del sostanziante respiro, del fulmine di consapevolezza, del vibrante emancipante, che non verrà così cancellato o distrutto o superato dialetticamente ma riscritto diversamente, significato in modo nuovo e inatteso. Il soggetto viene quindi sovvertito e ripensato come pratica di soggettivazione sempre in atto che ritorna, incessantemente, sul (rinnovato) reale possibile.
“L’ampia alternanza tonale sortisce da subito effetti stimolanti sotto il profilo emozionale, qualcosa che attiene all’espansione dei sensi/sentimenti, all’avulsione dalle limitazioni, al libero fluire dell’urgenza, cronografia tridimensionale di una traboccante estrosità.
“Seguendo la tua suggestione, così come in Marx l’astratto si riporta al concreto concludendo e determinando la vera dialettica, in EXTREMA RATIO la forma generata dalla sintesi fra suono e testo trova compimento in una totalità di relazioni estremamente focalizzate, non più caotiche ma strutturate”.

Extrema Ratio live.

Extrema Ratio live. Foto di Cinzia Bertodatto.

Il sassofono baritono si colloca favorevolmente nella tradizione musicale noise/free, penso ad artisti come Peter Brötzmann o Luca Tommaso Mai. In A Dangerous Method il suono di quella estensione del sax dà vibrazione grave al vostro sound; sonorità che va in profondità della pelle simile ad un avviso di un nemico in prossimità. Ma in realtà in che modo ricade la scelta su tale strumento?

Alessandro: “Come ti dicevamo la nostra musica è figlia delle nostre esperienze, il sax baritono è il mio strumento. Il baritono è il frastuono che genera il silenzio, uno dei simboli di una grande tradizione, ma nel mio piccolo è soprattutto il suono del mio corpo attraverso il metallo”.

Inoltre un gruppo che cela un corposo background; dall’hardcore di Right In Sight, passando per il free jazz (sviluppato più in senso proprio e in forma eterodossa) di Anatrofobia fino alla techno di VKP (che ha collaborato anche con i corregionali Origod). In più Masche è un progetto abbastanza in linea con Extrema Ratio, ma forse più melodia e suono pieno, e in Kalvingrad è possibile scorgere una direzione per quanto riguarda la struttura, la quale converge nel caos aleatorio ed e ancor più free/elettronicamente rumoristico di A Dangerous Method. Vi chiedo se considerate Extrema Ratio a valle delle vostre esperienze musicali pregresse.

Valdjau Kathportha: “Indubbiamente le esperienze musicali pregresse e/o parallele di ciascuno di noi hanno un peso specifico non indifferente all’interno di Extrema Ratio. Al tempo stesso hanno dato vita a una sorta di filtro che, generato dall’idea implicita di voler suonare in modo altro rispetto ai singoli progetti, ha fatto uscire ognuno dalla propria zona di comfort musicale, creando una tensione che si riflette in quello che suoniamo”.

Per concludere, speriamo di vedere un concerto quanto prima, ovviamente quando sarà possibile. Nell’attesa, diteci quali saranno le prossime novità di Extrema Ratio e degli altri progetti.

.xlx.: “Assumiamo la tua speranza e la facciamo nostra declinandola in augurio: EXTREMA RATIO ha spirito situazionista e la sua condizione naturale si esplica e rinnova nella performance dal vivo.
“Stiamo esorcizzando questo (lungo) periodo di privazioni continuando ad assecondare la creatività che ci ispira alla codifica di nuove idee… citando Vassily Kandinsky “l’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla e indica il contenuto del futuro“.
“Marcheremo quindi il prossimo futuro con un nuovo pezzo su compilation indetta da ADN Records e con il video di Theorem“.

Grazie e a presto.

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