Il math rock washingtoniano degli anni ’90, entità necessaria della Revolution Summer del 1985, era un corpus sonoro progressivo (in senso lato) legato in proprio alla cultura punk. Il movimento nato nella capitale amministrativa degli USA vedeva la presenza di diversi nomi nascosti e stelle cadenti, come Hoover, Shudder To Think, Farraquet, Jawbox e Autoclave. Queste ultime, un quartetto femminile attivo dal 1990 al ’91, ha offerto un’idea di suono ritmicamente matematico, organico, attraverso un suono punk con linee melodiche rotonde, e con cellule ritmiche più oscillanti. Il gruppo è costituito da Mary Timony (chitarra e voce), Christina Billotte (voce e basso), Nikki Chapman (chitarra e voce) e Melissa Berkoff (batteria, basso), e può essere ritenuta una componente distaccata dal roster dell’etichetta più importante di Washington DC, centro nevralgico di quei suoni fervidi e in un certo senso insoliti: la Dischord Records, che in questo specifico fu affiancata da altre etichette nella produzione dei lavori delle Autoclave, e queste ultime facevano parte di un canale di distribuzione legato alla label di Ian MacKaye e Jeff Nelson, ovvero la Dischord Direct.
Un primo nucleo del gruppo ha origine dagli Hazmat, nati nel 1989, con Christine e Melissa, ma l’anno dopo questi ultimi si sciolsero e subentrano Mary e Nikki. La prima uscita, l’unica pubblicata nel periodo di attività, è il mini-album Go Far, dai suoni più raffinati, combinati con suono matematico e alternative pop allo stesso tempo. Come dicevamo, Go Far è una coproduzione della Dischord e la K Records, che unite per l’occasione si fanno ribattezzare DisKord (nel retro della copertina del mini-album è possibile riconoscere l’unione dei loghi che rappresentano le due label), è stato registrato da Barrett Jones, e missato da quest’ultimo insieme a Bendan Canty (batterista dei Fugazi, e precedentemente in Rites Of Spring e Happy Go Licky) e dalle Autoclave stesse. I suoni, lisci, smussati, armonicamente dissonanti, richiamano un melodismo lirico, agrodolce in senso indie rock, attraverso una ritmica levigata e caoticamente barocca. I’ll Take You Down è l’essenza di questo 7″ dove un testo pop, si combina con un tempo tronco, la cui imprevedibilità, o disturbo, rende il tutto non convenzionale e qualcosa da contemplare. La titletrack e It’s Not Real Life sono più austere e angolari, ma sempre dalle evidenti aritmie. Il 7″ richiama per i timbri e le estensioni tonali l’universo femminile di Breeders e Throwing Muses, ma in pieno stile washingtoniano, più libero e anticonformista.
Precedentemente allo scioglimento ufficiale del 1991, le Autoclave registrarono un 10″ omonimo, che uscirà postumo ricevendo il contributo nel missaggio di Geoff Turner (che ha dato il suo apporto per quanto riguarda le registrazioni), Brendan Canty, e Autoclave. Il disco è stato pubblicato oltre dalla Dischord anche dall’etichetta della Billotte, la Mira Records, piccola etichetta che promuoverà suoni di derivazione punk al femminile. Il 10″ è permeato da un suono più asciutto e una tendenza in nome di un’eterodossia più sospesa, anche se balza all’orecchio una sensibilità melodica esplicata maggiormente dalla traccia Hot Spurr, dove tutta l’attenzione è incanalata nel melodismo vivo del ritornello, che converge in quell’attraente stop and go verso la fine. Dr. Seuss, dal ritmo monotono che subisce delle variazioni in senso matematico, rendendo più complesso il beat, ha linee più ondivaghe in modo da interpretare il pezzo come un unicum all’interno del lavoro. Dai colori freddi, lungo un corso rallentato, sono Still Here e Vision, in cui le battute si dilatano ed è presente un senso della melodia più angolosa e più minimale, con sprazzi di suoni esacerbati e caotici. Bulleye è permeata da un maggior lirismo nelle linee vocali e strumentali per poi propendere verso una forma più terrea. Dimostrativa della maggiore atonalità di questo 10″ è la versione di I’ll Take You Down, reinterpretata in maniera più dolceamara, arricchita da una sensibilità sulla dissonanza.
Lo spirito che si cela dietro la meteora delle Autoclave è sicuramente l’idea di un math rock in senso punk, non propriamente virtuosistica, ma che possiede un suono fervidamente creativo tra Washington sound, Alternative rock al femminile, e in parte Riot Grrrl (non a caso, la Billotte sarebbe confluita dopo lo scioglimento del gruppo nel giro delle Bratmobile, appartenente a quel movimento femminista legato alla cultura pop). La poetica delle Autoclave è interessante, in quanto supera il suono di gruppi come le già citate Breeders, portando l’elemento femminile all’interno della letteratura sui cambi di tempo, e nello stesso tempo attraverso una scrittura intelligente e nuova, facendo fruire appieno quel suono ad un pubblico più ampio possibile. Sonorità che vive di un tatto morbido e trame caotiche, una novità per l’epoca che è durata pochissimo; stella cadente di un’oscurità notturna.
Il gruppo verrà dismembrato in seguito al trasferimento di Mary a Boston (dove entrerà a far parte degli Helium), quello di Nikki ad Olympia (dove formerà le Rastro!), e quello di Melissa a New Orleans. Successivamente, nel 1997, uscirà per Mira e Dischord la discografia completa (con la stessa cover del 10″ omonimo) che include i due mini-album, una traccia Summer, che compare in Lever, ovvero uno split della Simple Machines del 1992, dove collaborano anche Severin, Scrawl e Circus Lupus, e la cover di Paper Boy, tema di un videogioco. In seguito Chrstine, che rimarrà a Washington, formerà le Slant 6, dal suono ulteriormente grezzo e punk. E ancora una volta la scena di Washington si farà viva per dare qualcosa in più al discorso musicale, ma questa è un’altra, interessante storia.