Asini, vino e tormenti che schiacciano; intervista agli Enzø
di Giovanni Panetta
Intervista agli Enzø, duo tra punk e prog, intensamente weird con un asino da guida e un occhio di critica verso l'esterno.
Enzø

Cover di People suck. We suck. You more.

EDP Compilation

Cover di NEW RELEASES 2022 Edp Compilation. Artwork di Diego Vermiglio.

Provenienti da esperienze sonore punk e quanto più sperimentali, Enzø, progetto da Benevento di Danilo Peccerella (batteria) e Romano Monero (basso), dà vita ad un suono progressivo eseguito con un’attitudine punk, in cui ogni elemento risulta essere nel corso di un’evoluzione. Quello che rende autentici gli Enzø è un certo essere scanzonati, in cui fraseggi più sospesi, attraverso le intenzioni dichiarate e il suono di per sé magmatico e lateralmente barocco (dilatato in maniera asimmetrica), fanno intendere una chiara direzione verso un suono Skin Graft o da Providence anni ’00 (in primis Lighting Bolt), con un’anima tutta mediterranea in cui fa da sfondo una presa in giro ad un lirismo più conservatore; ogni cosa viene vista dal di fuori e dal di dentro, come ad esempio lo stesso contesto provinciale, in cui, secondo i racconti dei loro comunicati, anche un asino, di nome Enzo e mascotte del duo, prende la parola e insegna agli altri, mostrando un’interazione migliore se non più fruttuosa.

Enzø, il duo, al momento ha pubblicato tre uscite autoprodotte, tra cui due EP, 4 Stories about Sadness, Anarchy and Fucking Morons (Maggio 2022), e People suck. We suck. You more (Novembre 2022), oltre ad una collaborazione nell’uscita NEW RELEASES 2022 Edp Compilation, curata dal Giusy Elle, direttrice di Electric Duo Project, ovvero un blog sui duo elettrici chitarra-batteria associato ad una serie di raccolte discografiche all’insegna di questa e altre tipologie di progetti costituiti da coppie di musicisti DIY. Inoltre in questi giorni esce lo split con i napoletani The Mushrooms, Live & Unease, ovvero estratti dai loro concerti al Mamamu di Napoli del 16 Dicembre 2022. Nella parte degli Enzø emerge tutta la loro energia vitale, in cui dal pezzo precedentemente inedito Cose Metal si prefigura una direzione più organica e affastellata per il suono del duo beneventano.

Approfondiamo molti di questi temi nel seguito, attraverso un’intervista con il duo.

Cominciamo dagli inizi. Come nasce il vostro progetto, caratterizzato dalla matrice punk dei vostri inizi ma allo stesso tempo anche da un artigianato noise e math?

“Il gruppo Enzø nasce perché altrimenti saremmo morti. Di noia si intende! Non c’è nessun progetto dietro le nostre canzoni. Improvvisiamo, registriamo e arrangiamo. Ovviamente tutto questo processo è influenzato dai mille mila ascolti, dai più disparati, dal metal estremo al jazz.”

Sebbene 4 Stories About Sadness, Anarchy And Fucking Morons risulti un lavoro lungo il corso di una maturazione, ci sono degli elementi di un’organicità barocca, in cui il suono appare più polifonico e progressivo, e il tutto viene permeato da quella che potrebbe essere definita come un’energia corrosiva e giocosa. Come avviene questo processo e come si arriva a strutture più rarefatte e meditate?

“Siamo vecchi punk. Molto disillusi ma allo stesso tempo speranzosi. Altrimenti non saremmo ribelli. La corrosività è dovuta alla vecchiaia e la gioiosità dal vino!”

Per quanto riguarda People Suck, You Suck. You More., si inizia con Pretty Little People, in cui compaiono in una prima parte pattern periodici e alternanti, per poi confluire in un secondo atto più dilatato e con sonorità sludge. La successiva In Silence riprende il precedente tema melodico in forma più veloce, in cui dinamismo diventa pura ed essenziale potenza espressa musicalmente da basso e batteria. Parlateci del contesto dell’album e come avvengono questi elementi?

“Ogni canzone degli Enzø nasce dal bisogno di non essere schiacciati dai propri tormenti.”

Enzø

Enzø: Romano Monero (a sinistra) e Danilo Peccerella (a destra).

Like Crap ha linee vorticose e melodicamente più complesse, unendo un certo esotismo con una creatività affine allo storico trio noise francese Le Singe Blanc. Infatti la track ha una struttura più progressive, che riflette in forma più propria la complessità tecnica e generale dell’album, che tra ironia e una certa sporcizia ci offre anche tanta precisione e dinamismo. Come si combinano dinamismo ed etica DIY nella vostra poetica?

“Crediamo che il dinamismo faccia parte dell’etica DIY. Bisogna sapersi arrangiare e vedere qualcosa dove la gente vede spazzatura o, peggio, niente.”

Our Needs ha una struttura centrifuga, ed è caratterizzato con pattern variabili ma complessi, mentre Shameless ha centro focale di riferimento nel sprigionare un’energia nefasta. Questi due pezzi sembrano possedere elementi vorticosi più affini ai Nomeansno. Infatti in questo sound si viene a creare un ciclone il cui occhio riproduce movimenti ondivaghi simili a certi riff di basso di Rob Wright. Mi chiedevo quanto influisce il luogo geografico nella vostra musica, o se invece siete condizionati da un internazionalismo più uniformante. Per cosa propendono maggiormente gli Enzø?

“Grazie mille del paragone con Nomeansno! Gli ascolti sono sicuramente internazionali. L’essere nati e continuare a vivere in provincia sicuramente influenza il processo creativo. Inoltre la provincia, ogni giorno, ci fa dono del disprezzo verso l’ignoranza bigotta, necessario a rimanere punk anche dopo i 40.”

Enzo, un asino, è una la vostra bucolica mascotte, e nel vostro modo di comunicare si crea una narrazione estemporanea e divertente intorno a questo elemento. Parlateci di questa cornice e di come è legata con la vostra attitudine.

“Enzø ci ha insegnato a comunicare in modo divertente cose orribili, come l’egoismo, l’omertà, la guerra. In poche parole il neoliberismo.”

Per concludere parlateci delle prossime novità a livello di concerti e cosa dobbiamo aspettarci dal vostro prossimo lavoro.

“Noi viviamo alla giornata. Purtroppo non abbiamo un calendario di concerti. Il prossimo sarà sicuramente più maturo e più sperimentale, grazie alla rinnovata consapevolezza delle nostre doti musicali e umane.

“Grazie mille. Che il tuo futuro e di chi ci ha letto fin qui sia ciuccigno! Iiiioooo iiiiioooo.”

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