ACROSS, THESE HARDCORE TIMES…
di Roberto Liuzzi
Recensione di Darkcore (2019)
Across, Darkcore

Cover di Darkcore, pubblicato nel Dicembre 2019.

“Brani urlati e distorti, di rabbia intima e personale eppure comune e diffusa reazione ad una società di gelida indifferenza”. Perfetto. Le parole usate per descrivere i loro pezzi indicano precisamente il corpus di questo progetto.
Così introducono il loro recentissimo esordio gli Across, dall’hinterland cosentino, band costituita a Gennaio 2019 da cinque elementi provenienti da altre esperienze (cito Lumpen, Shameless, Mas Ruido, Uncles), che grazie allo sforzo congiunto di Duff Rec/Lanterna Pirata/TPIC e Out Of Control, se ne vengono fuori a bomba con Darkcore. E che disco!
Ora, il titolo del mini cd potrebbe sviare eventuali curiosi: non pensate ad una commistione tra dark wave o metal che sia, l’oscuro lo ritroviamo semmai nei testi, talvolta lividi di rabbia (Non sono nemmeno degni di essere servi/dietro la loro incoerenza c’è l’ignoranza/dicon di essere nel giusto in ogni posto/continua a lanciare i tuoi sassi senza compromessi), talaltra ombrosi se non malinconici, istantanee dai nostri confusi tempi, nei quali l’unica risposta possibile rimane sempre la più ovvia, quasi a farsi male nel ribadirla: l’essere se stessi e fino in fondo, senza paura di mostrare sensibilità, vulnerabilità, ma anche forza vitale e carattere, insomma quelle caratteristiche di chi non si dà mai per vinto, come l’attivismo punk insegna.

Sei pezzi (più intro) cantati in italiano (a vocazione corale) valorizzati da una efficace produzione, HC-punk consolidato da una spiccata base melodica, suonato -bene- con quella freschezza che mette entusiasmo, ed un’energia che rende il contenuto genuinamente contagioso, convincendo sotto tutti i punti di vista.
20 minuti che si susseguono tra predominanti ma articolate bordate veloci (Nero come Rembrandt, del quale hanno girato anche un video, Digressione, Jesse James) e altri piu’ vicini allo street punk (con tanto di grasso vocione Oi! che sbuca), come nella toccante L’odore della Pioggia, top del dischetto per il sottoscritto (che mi ha ricordato i migliori Atarassia Grop), anch’esso con video al seguito, a fare il paio con Lacrimogeno, testo da barricata ed esaltante accelerazione killer nel finale. E non è da meno anche la trascinante Lontano da qui, che conclude questa vivace prova dei nostri rebels with a cause.
Sì, hanno belle e potenti canzoni. Possiedono quelle qualità che si richiedono ad un gruppo HC: grinta, coinvolgimento, intelligenza e spirito di appartenenza. E la loro dedizione alla causa la dimostrano pienamente con Darkcore. Ora fate la vostra parte e prestate loro attenzione supportandoli. Dopo il bel primo vagito dei Carne, trattato tempo addietro su Nikilzine, un’altra gradita sorpresa dal Sud che si muove.

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