22 DICEMBRE 1985: L’ULTIMO GIORNO DI D. BOON
di Giovanni Panetta
"E adesso che si fa, ragazzi?" - la cultura DIY perde tragicamente uno dei suoi principali esponenti, in bilico tra periodo punk e quello noise.
D. Boon

D. Boon in primo piano. Dal set del videoclip di King Of The Hill (1985).

Oggi, 22 Dicembre, ricorrono 35 anni dalla morte di Dennes Dale Boon, conosciuto ai più come D. Boon. Non c’è bisogno di molte presentazioni; la sua carriera passa attraverso i primi vagiti del punk di San Pedro con i Reactionaries, per poi scalare l’olimpo del punk con i leggendari Minutemen, con il loro hardcore dalle tinte psichedeliche e progressive, fondati nel 1980 insieme a Mike Watt e Frank Tonche, quest’ultimo sostituito dopo pochi mesi dal tocco possente di George Hurley; quattro gli album (Punch Line (1981), What Makes A Man Start Fires? (1983), Double Nickels On The Dime (1984) e 3-Way Ties (For Last) (1985)) più 6 EP (Paranoid Time (1980), Joy (1981), Bean-Spill (1982), Buzz Or Howl Under The Influence Of Heat (1983), Tour-Spiel (1984) e Project: Mersh (1985)), più l’EP postumo Georgeless, un demo del 1980, con Tonche sul sellino della batteria. Inoltre si registrano varie collaborazioni, come in Minuteflag, registrato insieme ai Black Flag nell”85. D. Boon ha partecipato a delle jam session registrate, una con Derrick Bostrom (Meat Puppets) e Richard Krieger (Tragicomedy) nel periodo 1984-’85, più un’altra lui stesso con la chitarra accompagnato da tre percussionisti, ovvero Dirk Vanderberg, Martin Tamburovich e Rob Holtzman, avvenuta il 5 Aprile 1984 (si possono trovare queste testimonianze nell’uscita D.Boon & Friends del 2003 per la Box-O-Plenty).

Il tratto di chitarra di D. Boon fonde atonalità graffianti con digressioni blues-psichedeliche. Il suo suono da impostazione improvvisata in senso classico, caratteristica di una jam session, è combinata con elementi di eterodossia, giocando sia con elementi di dissonanza, se si guarda ad armonia e melodia, e pattern ritmici articolati, insieme ad un utilizzo della chitarra non convenzionale e sempre diverso (In Bob Dylan Wrote Propaganda Songs fa una pennellata ripetuta riproducendo un tappeto sonoro, Anxious Mo-Fo presenta tratti da jam dissonante, in One’s Reporter Opinion Boon disegna linee astratte che si affastellano all’inizio e poi assumono una cadenza, Cohesion è un esperimento acustico influenzato dalla musica spagnola, Fake Contest presenta in mezzo dei feedback, etc…).

Grande amico di Mike Watt, dai tempi della loro infanzia, i quali insieme hanno scoperto il punk (che cambiò le loro vite). Mike era un instancabile musicista con i Minutemen, stacanovista a tutti gli effetti. Insieme al gruppo portava avanti quell’etica col motto “we jam econo“; auto-organizzare i concerti e fare sia da musicisti che da roadie, gestire la loro etichetta New Alliance (di cui era co-owner Martin Tamburovich), dare una mano all’altra etichetta sorella maggiore, ovvero la SST Records di Greg Ginn e Chuck Dukowski (label che aveva prodotto quasi tutte le loro uscite), registrare con una sola take (possibilmente non multipla) per non perdere soldi nel rieditarle, e tutto ciò che è manifestazione di indipendenza creativa secondo i propri mezzi e possibilità.

Minutemen

Minutemen nel 1982. Da sinistra a destra: Mike Watt, Dennes Boon e George Hurley.

Ricordando quel giorno tragico, raccontiamo un po’ di storia. Il 1985 per i Minutemen fu un periodo molto intenso a livello di concerti, tra cui l’ultimo tour con i REM che durò dal 22 Novembre al 13 Dicembre. Dopo quel tour, Mike Watt aveva ricevuto delle poesie da Richard Meltzer, il quale aveva scritto i testi per Blue Öyster Cult e penna di Creem. Il quel periodo avrebbero scritto dei pezzi con quei testi, con lo stesso Meltzer alla voce e al sax. Inoltre Mike pensa anche ad un triplo album. L’estate scorsa Dennes aveva deciso di sposarsi insieme alla sua ragazza, ovvero Linda Kite. I due si mettono d’accordo per dirigersi a Tucson, in Arizona, per dare la notizia alla madre di lei. Così partono per l’Arizona insieme alla sorella di Linda, Jeannine, e col furgone con dentro parte della strumentazione dei Minutemen, il quanto Dennes non voleva che i coinquilini, definiti da lui dei “ragazzini tossici”, la usassero con poco criterio a loro insaputa, (la batteria di George fu presa da Joe Baiza dei Saccharine Trust, per un concerto di spalla a Sonic Youth e Swans). Dennes, per non perdere tempo, decide di portarsi con sé le copie delle poesie di Meltzer, cominciando così a pensare di scrivere qualche nuovo pezzo. Inoltre, durante il tragitto avevano deciso di passare da Phoenix, per andare a trovare gli amici Meat Puppets (altra band della SST), ma non riuscirono ad arrivare a quella destinazione.

Durante la guida, mentre Dennes e Jeannine stavano dormendo, Linda ad un certo punto, alla velocità di quasi 85 miglia orarie (circa 140 km/h), percepisce dei rumori sospetti alla macchina, e cerca poi di rallentare. La macchina però va fuori controllo, andando a sbattere prima che la ragazza di Dennes perdette i sensi. Dopodiché, una volta che tornò ad uno stato di coscienza, Linda realizzò cosa era successo, notando che sia Jeannine che Dennes non erano nel furgone, e quindi chiese aiuto. Sia la sorella che il ragazzo erano fiondati fuori il veicolo; Jeannine perse l’uso delle gambe, mentre Dennes si ruppe l’osso del collo, perdendo la vita all’istante. Attraverso una ricostruzione del padre di quest’ultimo, secondo le dinamiche dell’incidente esposte da Linda, fu scoperto che si ruppe l’asse delle ruote, contrariamente a quello che sospettava l’autista in quel mezzo, ovvero una ruota a terra. Molte testimonianze fanno risalire le cause dell’incidente al fatto che Linda si sia addormentata; in realtà, come ha osservato anche il padre di D., Linda era un’instancabile guidatrice, effettuando lunghi percorsi con stoica perseveranza. Quindi, secondo fonti più dirette, l’origine di quel tragico evento è ricondotta ad un’avaria al veicolo.

Dopo che Mike Watt apprese la notizia, quest’ultimo cadde nello sconforto più totale, e per diverso tempo non prese più uno strumento in mano. Henry Rollins, vocalist degli amici e colleghi Black Flag, si incaricò di diffondere la triste notizia via rete telefonica. Il 4 Gennaio dell’anno dopo furono celebrati i funerali, e partecipò la crew che ruotava intorno alla SST. Il 20 Gennaio dello stesso anno, i REM fecero un concerto in suo onore, ad Athens al 40 Watt Club.

La morte di Dennes Boon lasciò un segno indelebile nella comunità indipendente. Qualcuno, più amico, si chiese “A che scopo?” (Joe Baiza); qualcun altro in quanto legato alle sue tracce nella storia dell’underground invocò una chiamata generale con “E adesso che si fa, ragazzi?” (diario di Steve Albini)(*). Un eccelso creativo che ha aperto le porte per il noise più attuale e il math rock, ma soprattutto un coraggioso sperimentatore come con molti lo ricordiamo e lo ricorderemo.

BIBLIOGRAFIA

Craig Ibarra – A Wailing Of A Town, END FWY (2015)

Steve Chick – Black Flag, Odoya (2012)

Carlo Bordone – Cinquanta per ’80, Homework Edizioni (2015) (dalla collana Le guide pratiche di Rumore) (*)

 

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