“Ranter’s Bay” è il moniker di Niet F-n, proprietario della label indipendente Kaczynski Editions – Pulsioni Oblique. Successivamente ad un periodo in cui si è stabilito in Galizia (Nord-Ovest della Spagna), fonda la Kaczynski Editions con Giuseppe “Zerogroove” Fantini (quest’ultimo distaccatosi in tempi recenti), ovvero una label caratterizzata da un suono disteso e rumorista al tempo stesso. A Settembre del 2023 Niet F-n pubblica per la succitata etichetta e a nome di “Ranter’s Bay” I Will Destroy Everything I Love, un album, a detta dell’autore, incentrato sulla chitarra, caratterizzato da sample di voci e parti distese e frequentemente monotòne, come a simboleggiare una ieratica contemplazione della realtà meditando non-verbalmente sulle sue multi-sfaccettate manifestazioni.
Di seguito l’intervista a Ranter’s Bay focalizzata su I Will Destroy Everything I Love e prossime novità.
I Will Destroy Everything I Love è un disco all’insegna della granularità, caratterizzato da suoni soffici e d’atmosfera, in cui il lato meno caustico di Kaczynski Editions emerge efficacemente. Parlaci di come si è svolto il processo creativo relativo al lavoro.
“Il disco ha avuto una gestazione piuttosto lunga. Volevo fare un album incentrato sulla chitarra e ho lavorato intorno a quest’idea. Le tracce sono state registrate in differenti momenti e luoghi, per cui forse riflettono le diverse sensazioni di quel periodo, pur mantenendo un concetto di base comune.”
Troubled Water prevalgono suoni ambient di rumori consonanti e larghi, in cui prevale il suono dell’acqua, il quale crea un senso della melodia stocastico ma meravigliosamente attraente, richiamando un interessante senso di organicità. Come avviene questa creatività che concerne pattern di timbri liquidi nel pezzo?
“Uno dei primi pezzi che ho realizzato per il disco. Da un po’ di anni mi piace mescolare i suoni d’ambiente alle mie composizioni. C’è sempre una componente di casualità nel farlo, ma trovo che spesso nascano delle combinazioni sorprendenti…questo potrebbe essere uno di quei casi.”
Your Monkey Sleeps Inside Me è caratterizzato da un synth ondivago e una voce che più centrifuga che si culla in un canticchiare aleatorio. Il tutto ha un andamento lisergico e alieno, generando un senso di estraniamento che attira inaspettatamente l’ascoltatore. Come nascono queste idee psichedeliche in senso moderno?
“Non credo esista una formula…almeno non per me. Penso si tratti solo di ricerca: di uno spunto nuovo, di un punto di vista differente…o forse solo di un linguaggio che possa esprimere ciò che non può essere espresso a parole? Per quel che mi riguarda le emozioni giocano un ruolo fondamentale nella creazione dei pezzi, c’è sempre nei miei lavori una componente di improvvisazione che è inevitabilmente influenzata dallo stato d’animo del momento. Suppongo che anche le influenze esterne, la musica che ascolto e più in generale tutta l’arte e la vita stessa, abbiano un ruolo nella creazione e lo sviluppo delle tracce. E poi ci sono le connessioni….quelle favorevoli…i musicisti con cui suoni o gli artisti con cui collabori, come nel caso di questo pezzo in cui ho chiesto a Lúa Gándara di aggiungere una voce e non c’è stato bisogno di dire altro, nessuna indicazione o parametro. Credo sia un mix di fattori quello che porta alla realizzazione di una traccia e più in generale di un album.”
In Stray Dogs abbai di un cane e un piano ondivago più sonorità ambient generano un senso di omogeneità dai colori trasparenti che estrania e che rende il tutto un valore aggiunto in suono, non solo concettualmente. Parlaci di come nascono le associate idee al pezzo.
“Questo è l’altro pezzo che contiene un featuring (il piano di Nacho Muñoz) ma è stato registrato dopo… mi sembra sia uno degli ultimi in ordine temporale. Avendo avuto una gestazione così lunga immagino che tutto il lavoro sia attraversato dai differenti stati d’animo dell’intero periodo. Forse Stray Dogs è stata registrata in un momento più grigio e nevrotico!”
Et In Arcadia Ego, pezzo finale dell’album, ha una struttura più riverberata dai timbri distorti e fuzz, creando una chiusura sospesa e forse più eterea e alienante, in senso di un outlier inaspettato creando un sentimento di sospensione che apre a scenari immaginari, evocando un futuro imminente. Come sempre, parlaci del processo creativo dietro questo pezzo.
“Una chiusura ottimale secondo me. Racchiude in pochi minuti tutto il mood del disco, dalla dolcezza iniziale al finale più ruvido in cui tu ad esempio vedi un futuro imminente…qualcun altro potrebbe vederci una fine ineluttabile.”
In conclusione, parlaci del futuro discografico tuo o di Kaczynski Editions, nonché della futura attività live.
“Per quel che riguarda i live sono tornato da poco da un piccolo tour in Est Europa durante il quale ho avuto un bel riscontro e stiamo organizzando un giro in Francia con il duo 23RedAnts per questa primavera. Finito quello ho in ballo un paio di residenze artistiche e dovrei riuscire a fare altre date con i miei vari progetti. Con Kaczynski Editions invece è un periodo di transizione perché, ormai posso renderlo noto, il mio socio ha abbandonato la barca per cui sono rimasto solo al timone…e portare avanti una label era già difficile in due.
“Detto questo non penso di mollare, almeno per ora, ma dovrò rivedere alcune cose e cercare di capire come sopravvivere. Per il futuro prossimo ho in programma di pubblicare il disco del mio nuovo progetto Off-Keytchen e penso di riuscire a fare almeno uno o due split. Dopo di che staremo a vedere, sicuramente ci sarà altra musica bellissima da pubblicare…oppure la produrremo!”