BERLIKETE, SOGNO TRA LUCI E OMBRE
di Giovanni Panetta
Intervista a Marcello Bellina, in arte Berlikete (anche in Zolle e Viscera///). Suono tra sogno e oscurità e arte grafica fantastica con elementi surrealisti.
Mustor

Cover di Mustor (2020, di Berlikete).

Marcello Bellina, in arte Berlikete, e sia artista grafico che musicista (Zolle, Viscera///, Morkobot), esprime la sua arte tra lice cupa e oscurità luminosa, Il suo essere istrionico ne è una testimonianza, ed è in armonia con suoni pesanti, psichedelìa stilizzata, Immagini fantastiche che giocano con elementi surrealisti e ambient intessuta di elementi molto spesso industriali. Nel suo soliloquio sonoro pubblica, il 13 Novembre 2020, il suo terzo album in digitale e autoprodotto dal titolo Mustor, in cui l’artista lodigiano è alle prese con chitarre, un basso a otto corde, una lap steel, programmazioni (attraverso anche l’applicazione Logic Pro X) e pedali (tra cui la pedaliera Kemper Profiler), e sviluppa un suono ambient dalle sonorità sognanti, lateralmente gotiche; il suono di Mustor è un ambient molto spesso consonante, ordinato, che si declina spesso in un incubo oscuro, in cui gli elementi sono manifestazione di un inconscio che prende vita in un paesaggio barocco e imaginifico. Un gioco di luci dai contorni netti o sfumati in cui Berlikete è un demiurgo creativo che gioca con l’esistente e lo fa oscillare intorno ad una posizione di equilibrio nel nome di una musica onirica che prende vita nel cuore della notte.

Abbiamo voluto approfondire le tematiche riguardanti Mustor e i lavori precedenti di Berlikete interpellando il suddetto autore, tra arte grafica e sonora del suo presente, passato e futuro. A seguire l’intervista all’autore lodigiano riguardo i temi appena citati.

Allora, cominciamo dagli inizi. Da quali desideri sei stato mosso nel intraprendere il progetto solista Berlikete?

“Ciao! Grazie per lo spazio! Berlikete, in musica, nasce dal fatto che mi è sempre piaciuto suonare (anche) da solo, componendo senza preoccuparmi di dover risuonare la musica dal vivo, senza alcun limite. Lo trovo divertente! Non considero Berlikete come un “progetto”, dato che non c’è nulla di pianificato, mi piace suonare in completa libertà. La stessa cosa vale anche per i gruppi di cui faccio parte (chi più e chi meno). La parola progetto, abbinata alla musica, mi da un po’ fastidio e la trovo fuori luogo, bisognerebbe usare un altro termine, ma non saprei proprio quale.
“Fin da ragazzino ho sempre registrato un sacco di musica per i fatti miei ed alcune cose, riascoltate oggi, mi fanno rabbrividire, ma con gli anni credo di aver trovato una strada in cui mi trovo meglio, evitando di fare una parodia di una mega produzione alla Bob Rock.
“Ricordo che da adolescente mi divertivo a fare le sovraincisioni usando uno stereo con un mangiacassette (avreste dovuto sentire il rumore di fondo!).
“Meno male che poi i miei mi hanno regalato un 4 piste vero e proprio.”

In Mustor, il terzo album uscito il 13 Novembre 2020 e autoprodotto, domina un suono lisergico e elastico, in cui a tutti gli effetti sei regista del suono, con suoni di synth, basso e chitarra, dove questi ultimi due sono gli strumenti più iconici nella tua carriera. Il tocco è gotico, ma le onde sonore riproducono forme rotonde, avvolgenti e periodiche. Prende infatti forma un suono ondivago che rimanda agli Zolle; stavolta però si armonizza di più attraverso la sovraincisione, e dominano sonorità cosmiche e notturne, anche se lo spazio profondo non è remoto ma casalingo, in senso accogliente e ludico. Riconosci che la tua poetica abbia questa descrizione? Da dove hai trovato spunto per questo suono scuro, morbido ed ellittico?

“In genere mi piacere comporre di sera, al buio, e tale atmosfera non mi invoglia di certo a suonare del metal estremo.
“Di solito parto da un’idea di basso o di chitarra (su questo disco ce n’è meno che in passato).
“Mi sono divertito molto con un Ibanez Musician del 1979 a 8 corde che adocchiavo da tempo, pesa 3 tonnellate, ma ha un suono molto suggestivo che mi da ispirazione.
“Le sovraincisioni, nel mio caso, sono una cosa inevitabile. Aggiungerei un bel “per fortuna”, dato che in questo modo posso aggiungere molti strati di arrangiamenti.
“Non mi ci vedo nel suonare 4 strumenti contemporaneamente, rischierei l’effetto “Lino Banfi ai Grandi Magazzini”.
“Mustor, il nuovo album, è totalmente fatto in casa, senza l’aiuto di nessuno, ma pero non si senta.
“Non ci trovo molto di Zolle, o almeno non me ne sono accorto, anzi vorrei che per ora Berlikete e Zolle (musicalmente parlando) rimangano separati finché coesisteranno, temo finché morte non li separi. Aiuto. (Grasse risate! Pianti disperati! Cit.).
“Comunque, il bello della musica è che è una cosa fortemente soggettiva. Può essere che la mia musica faccia schifo a molte persone o che molte persone facciano schifo alla mia musica.”

OrsO

“OrsO” di Berlikete.

Sembra esserci inoltre un aletorietà barocca, ovvero c’è casualità ma in senso luccicante, anche se più in una luce crepuscolare, attraverso soprattutto l’uso di scampanellii e timbri di strumenti ad arco (provenienti da un synth). Il suono lisergico conferisce comunque una sagoma aliena, cinematografica. In pezzi come Informe e soprattutto Tarantasio il suono del synth o della chitarra (in feedback) si dilata sospendendo quelle armonie rassicuranti in un immaginario decadente strutturato a bordone. Vipra invece ha un suono più cacofonico e granguignolesco, un pezzo più disturbante e pecora ancora più scura del lavoro. Mi chiedo se la tua intenzione era creare una musica quasi pensata come colonna sonora di un film dell’orrore.

“Ho cercato di creare una ipotetica colonna sonora per i miei disegni, ispirandomi a sogni, terribili mostri, fantasmi e pupazzetti pucciosi. Lo spettro delle sensazioni quindi può passare dal buio più cupo al buio più splendente. Dato che quando suono da solo mi piace farmi chiamare Berlikete, proprio come quando disegno, ho cercato di far coincidere i due mondi che, alla fine della fiera, sono sempre le solite cose che mi ronzano in testa: “at’ghè in ment sempar i soliti strunsadi, i mostri, i draghi, o fantasmi, ma va a cagà!” (cit. di mio amico).
“Per creare feedback, in genere, parto da una lunga, intricata ed inutile catena di pedali.
“Molte delle chitarre in Mustor, invece, sono in realtà una lapsteel costruita da mio papà (anche le chitarre sono opera sua, sono in alluminio, è stato bravo!), che ben si amalgama con il tutto.
“La novità in Mustor è che ho abbondato con la programmazione di synth più melodici, suoni orchestrali, etnici, ambienti, mi andava così, ce li sentivo bene.
“Cerco di fare da solo tutto quello che posso, un po’ praticità, un po’ per cocciutaggine.
“Non pensavo che la mia musica potesse andare a braccetto con un film dell’orrore, a me sembra tanto sognante, non ci sento la paura. È più spaventata che spaventosa (semi cit.).”

Mostro Spaziale

“Mostro Spaziale” di Berlikete.

Il precedente e secondo album omonimo, uscito il Primo Marzo 2013 in digitale e l’anno dopo in edizione limitata e in formato vinile per la moscovita SEALT (con qualche traccia in meno), si muove sempre in territori gotici, e in cui collaborano Lili Refrain, Morgan Bellini (Vanessa Van Basten, Yellow Kings) e Mike Basso (Viscera///, nonché co-owner dell’etichetta lodigiana Hypershape Records). L’atmosfera questa volta è più rarefatta, dilatata e quindi più meditata, legata a tratti al post-rock, l’ambient, ed echi eterei dai toni classicheggianti. Inoltre, è dominante una creatività onirica e periodica, ancora di più del successivo Mustor, attraverso un’organicità maggiore ed epica. In merito, quanto c’è l’influsso della drone music o se vogliamo del post-metal più etereo in questo disco, o se sei stato maggiormente condizionato da altri ascolti? In ogni modo, parlaci della genesi di questo lavoro.

“È passato un bel po’ di tempo da quel periodo! In quel disco usavo molta più batteria elettronica (sebbene snaturata) e, soprattutto, molte più chitarre. “Era un disco molto più “post rock”, hai ragione, conteneva molta più improvvisazione rispetto ad oggi (anche se non sembra), alcune parti le proposi anche dal vivo.
“A mio parere, mancavano delle “cose”, per questo chiesi ad alcuni fidati e stimati loschi figuri come Lili, Mike e Morgan di provare a mettere del loro. “Devo dire che sono stati bravi!
“Sono state collaborazioni a distanza (tranne per Mike, purtroppo siamo compaesani e suoniamo assieme nei Viscera///), alcuni brani erano già pronti, altri sono stati riarrangiati (quasi) su misura. Forse quel disco suonava un po’ più scuro, forse più triste, forse più dilatato. Credo sia ora di riascoltarlo perché me lo ricordo poco.”

Il primo disco omonimo uscito il Primo Novembre 2009, per la Daisies Records in formato CD, si esprime attraverso una drone music con elementi di folk obliquo. Il disco sembra essere strutturato a flusso di coscienza, e c’è la volontà di sperimentare in maniera più omogenea e minimale, attraverso però le varie istanze che si susseguono. Parlaci di questa maggiore minimalità e da cosa è dovuta.

“Qui è passato ancora più tempo! Sebbene sia sempre stato abituato a comporre musica (anche) da solo, nel corsi degli anni zero mi decisi ad imparare a registrami con un pc portatile e vari VST.
“In quel periodo avevo composto un sacco di brani (molto acerbi) molto più elettronici e registrati decisamente male (forse ci sono ancora su Myspace). L’idea di incidere un “primo” album vero e proprio comparve quando Ivana Smudja, un’amica regista, mi chiese di comporre della musica per il suo primo cortometraggio, che in seguito chiamò Berlikete, ma il nome era già mio da tempo, anzi, era di mia nonna! Solo una parte della musica venne utilizzata per il cortometraggio, tutto il resto finì sul mio primo disco omonimo.
“La registrazione era un po’ casalinga, però le atmosfere erano abbastanza ispirate.”

Berlikete è il tuo moniker, attraverso il quale incarni un personaggio simile all’Uomo Nero delle favole per bambini. Un personaggio dai toni sicuramente meno oscuri e più stilizzato. Dicci se ha una storia, e come nasce il nome del tuo progetto solista.

“Non sentivo parlare di Moniker da quando leggevo Metal Shock!
“Il Berlikete era il nome che usava mia nonna per indicare una specie di babau, quando ero bambino, per spaventarmi e per non farmi fare le cose da non fare.
“Quel nome però mi è stato simpatico fin da subito, al punto che, invece di essere spaventato, mi strappava qualche sorriso (e qualche idea). “Comunque sia, ero un bambino abbastanza tranquillo per cui non ho mai avuto a che fare direttamente con il Berlikete.
“Una cosa importante: Si pronuncia Berlìkete e non Berlikète come spesso sento dire, maledetti!”

Dead Pony

“Dead Pony” di Berlikete.

Parlando dei tuoi disegni, c’è un modo di giocare con un immaginario gotico e fantastico (fantasmi, oggetti animati, animali quasi fantastici), e allo stesso tempo grottesco, stilizzato, dalle linee elastiche e rassicuranti in maniera storta. Un po’ come la tua musica, che gioca con un’estetica stregata e istrionica, dove ognuno di questi aspetti sono intrinseci, si accompagnano e vivono benissimo di luce propria. Ti chiedo qual è stato il tuo percorso di artista grafico, e se sei avvezzo ad altri soggetti.

“Sono autodidatta (immagino si veda), ho sempre scarabocchiato fin da piccolo. Mi sono accorto che mi piaceva così tanto solamente non troppi anni fa, quando mi resi conto che disegnare mi rilassava parecchio. Da bambino amavo rappresentare soggetti come astronavi, i Masters, i Puffi, qualche macchina, i fantasmi, i robottoni e gli alieni. Poi con gli anni mi sono appassionato di fumetti e illustrazione, tra i disegnatori che più mi hanno ispirato ci sono Moebius, Toppi, Ortolani, Bilal, Malleus.
“Disegno spesso la sera (quando ho tempo!) oppure in pausa pranzo, così ho una buona scusa per isolarmi per non trascorrere quell’ora circondato da persone che parlano di calcio, telefoni, pettegolezzi e scommesse.
“Al momento non ho mai preso in considerazione il fatto di disegnare ritratti, umani, oggetti, animali, paesaggi o altre cose fedeli alla realtà, l’idea mi annoia e non mi divertirei…e poi non ne sarei capace!
“Quando ero bambino ricordo mio nonno che mi diceva sempre: “fa una bèla chiesetta col campanile!”. Ma già allora non faceva per me!
In genere uso i rapidi a china su carta, ma ultimamente sto provando a muovere i primi passi (anzi, le prime ditate) nel disegno in digitale, devo dire che è piacevole (a volte anche più pratico), ciò mi fa porgere una domanda: in questo modo cosa mi rimarrà quando il mondo resterà al buio?
“Ultimamente mi sono divertito un sacco a interpretare i personaggi di quel matto di Manuel Bongiorni (Musica per Bambini) per il suo nuovo album (si intitola “Alla Fiera della Fine”, ascoltatelo!), il suo immaginario si sposa bene con il mio tratto, o forse viceversa.
“Ho realizzato anche i personaggi e gli scenari degli ultimi due video degli Zolle, “M’Accetta” e “S’offre”, guardateli!”

ESTATE

“ESTATE” di Berlikete.

Freaks 2018 B&N

“Freaks” di Berlikete.

Per concludere, se vuoi anticipaci le prossime novità dei tuoi progetti in corso, e dicci quando vedrà la luce il tuo prossimo album a nome Berlikete.

“Ah, non saprei! (Bella domanda, ma non eravamo rimasti d’accordo per quesiti più semplici?!)
“Come Berlikete, ogni album quando arriva arriva, con Mustor sono stato “fortunato” ad aver potuto approfittare della quarantena (vivo nella temibile Codogno), ho avuto veramente molto tempo per suonare.
“Al momento non saprei quando e cosa aspettarmi da un prossimo album. Per ora sto prendendo appunti, cose del tipo “usare il basso in questo modo”, “accordare la chitarra così”, “picchiettare di qui”, “registrare quel suono là”, quando avrò un po’ di idee e di tempo, mi metterò all’opera.
“Per quanto riguarda i mie gruppi invece:
“Come Zolle stiamo componendo un sacco di cose che ci piacciono e speriamo di registrare entro l’anno prossimo.
“Come Viscera/// stiamo componendo un sacco di cose che ci piacciono e speriamo di registrare entro l’anno prossimo.”

L’intervista è conclusa, grazie mille per la disponibilità.

“Grazie a te! Ciao a tutti!… e speriamo di non aver fatto troppi errori di ortografia!”

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