Luca Tanzini – aka Punk Xerox, ma anche Tab_ularasa – è un musicista che si muove tra punk cantautorale (definizione con la quale si intende musica cantata, melodicamente pop e suonata con piglio rumorista e lo-fi) e synth noise vero e proprio; Punk Xerox rappresenta quest’ultima incarnazione, in cui Tanzini suona seguendo un flusso di coscienza, combinando il suono di quella strumentazione obsoleta risalente agli ’80, e quel modo di suonare con il suono vintage di una chitarra effettata e caotica.
Luca verrà a suonare il 23 Marzo a Bari (evento privato) e il 24 Marzo da Mexico 70 a Taranto; quest’ultima segna l’inizio di una mini rassegna per Nikilzine, al quale seguiranno altre date che mi appresterò a rivelare.
Di seguito l’intervista a Luca e alla sua multisfaccettata offerta.
Punk Xerox è un progetto che ti porti dietro da un po’ di anni, e che gode di una forte valenza sperimentale, tra krautrock sognante (ma meno quadrato) e dadaismo più situazionista (rintracciabile dalle linee noise e quasi aleatorie). Parlaci della nascita del progetto e da quali necessità si muove.
“In realtà, come poca gente sa, io ho iniziato a fare musica in modo consapevole con approccio free e sperimentale con un theremin, vari effetti analogici, oscillatori e micromoog a cavallo tra i due secoli. Sono stato introdotto a questa pratica da un guru di nome FalconX. Il primo progetto solista con il quale ho deciso di fare un disco si chiamava RTG Random Tone Generator, come un pedale stranissimo dell’elettro Harmonix costruito negli anni 70, una specie di generatore casuale di blippp e blopp che adesso è rientrato in produzione. Qua potete ascoltare il primo disco di RTG: https://destroyorecords.bandcamp.com/album/rtg-random-tone-generator
“Al tempo vivevo a Siena, formai un collettivo aperto dal nome Cabernet Voltaire, dove l’obiettivo era fare psichedelia/noise/rumorosa con attitudine sperimentale tipo anni 60/70, non a caso ai nostri concerti tutti scappavano dopo pochi secondi, rimanevano solo i flahhhashati veri come noi. Il Guru di cui sopra poi m’introdusse ad ascolti dove capì che l’approccio sperimentale poteva essere complementare alla forma canzone punk/garage.
“Da li in poi si sono aperti infiniti mondi che ho approfondito man mano sia come ricerca che come autoproduzione con varie band, E.X.P., Ultra Twist, Trans Upper Egypt, Trio Banana, Duodenum, Rawwar, Centauri ecc ecc. Il progetto Punk Xerox è nato quasi contemporaneamente a Tab_Ularasa, cioè nel periodo in cui sono andato a vivere a Milano e poi sono tornato in Toscana. In pratica quando ho smesso di suonare con le band e ho deciso di andare avanti nelle due direzioni, le canzoni/storie/poesie con Tab_Ularasa e la sperimentazione con Punk Xerox, due strade parallele che spesso s’incrociano e combaciano. Infatti negli album di Tab_Ularasa ,se non ci sono collaboratori, è Punk Xerox che si occupa delle sovraincisioni strane nelle canzoni.”
Nel primo lavoro omonimo emerge un carattere più inconscio ed aleatorio. I pezzi, più brevi e quasi strutturati a flusso di coscienza, sembrano essere composti all’insegna di una matrice free attraverso una chitarra o una Casiotone (da cui il titolo della traccia Casiotone CT-102). Più strutturato risulta essere l’ultimo pezzo, ovvero R’n’r Pony Eko Synth, grazie ad una traccia midi sulla quale si improvvisa emulando in maniera obliqua linee rock ‘n’ roll. Parlaci di come nascono le caratteristiche citate in questo disco.
“L’idea iniziale di Punk Xerox era quella di usare solo tastiere rotte/malfunzionanti degli anni 80 come appunto le Casiotone, tutti strumenti che ho accumulato negli anni ai mercatini di strada. Di solito accendo le tastiere e mi lascio andare a un flusso di coscienza anzi di non coscienza. Le registrazioni sono tutte estemporanee fatte sul momento, poi a fine anno riascolto e metto insieme in un disco quelle che mi piacciono facendo un lavoro di sovraincisioni con chitarre, altre cose o con altre tracce registrate a caso che assemblo e mixo in modo creativo. Ogni traccia non si può riprodurre live, è così e basta. Tutto è partito dalle tastiere, ma negli anni ho iniziato a improvvisare e aggiungere spesso chitarre sia acustiche-elettrificate che elettriche usandole in modo improprio, percussivo e stile synth.”
Uno degli ultimi dischi è Viaggiare da Fermi, realizzato in pieni tempi di pandemia. Il disco ha una struttura più ellittica, in cui compaiono sample di orchestre (Radio Giaccaglia), o chitarre distorte e noise (Macchina Del Tempo). Risulta molto interessante anche l’ultima traccia Loadorganpopa, dal fantasismo astratto e prodotto in maniera più automatica (almeno sospetto che sia così); parlaci di questo pezzo. Come nascono questi elementi?
“Mi lascio andare come se facessi schizzi con i pennarelli o matite a cera, il lavoro, diciamo, di estetica e costruzione semmai nasce quando metto insieme le altre cose, a volte anche field recording. Vado a sentimento, ascolto la traccia base, mi vengono in mente suoni e situazioni che potrebbero starci bene, altre volte ci metto proprio altre tracce a caso e succede spesso che ci stiano bene senza che ci sia una ragione bene precisa. La traccia di cui parli tu è invece una registrazione pura in tempo reale senza nessuna sovraincisione, ho suonato ed è venuta così speciale e naturale da sola, succede quando sei in stato di grazia in relax senza stress.”
Nessuno Sa è un distillato di diverse sonorità; si può percepire il primo Battiato più dilatato, oppure sonorità più esotiche o mediterranee (forse per via del tuo lavoro di ricerca sulla musica popolare). Sento, per una qualche ragione, che ogni traccia si faccia ispirare su una cellula sintetica che si ripete lungo la texture di essa, come se fosse un processo estatico o magico, in cui il processo causa-effetto si disperde in una profondità inconscia. Si vive di intuizione, ma ho trovato maggiormente rifinita la stessa titletrack, scolpita in un krautrock multicolore e plastico (aldilà delle linee minimali). Mi chiedevo come avviene la via dell’improvvisazione libera e in quale situazione comincia un processo all’insegna della pianificazione.
“Forse hai perfettamente ragione sull’atmosfera dell’ultimo disco, c’è stata maggiormente una contaminazione ben precisa di atmosfere legate ai miei approfondimenti e stimoli provenienti dalla musica popolare. Ovvio, il disco non è nato a tavolino, non c’è stata un’idea di concept, è venuto così e basta. A fine anno mi sono ritrovato a riascoltare come al solito le registrazioni fatte, ho selezionato il materiale e deciso la sua successione. Il collegamento alla musica popolare è evidente ma più come un cosa subliminale che voluta. Per esempio nella prima traccia Alleluia’ c’è un field recording catturato nel trenino giallo di Roma con due musicisti di strada che per l’appunto cantano questa canzone della loro terra per fare l’elemosina, si sente il treno, loro ed io, e ho poi inserito una chitarra quasi postpunk, che non è stata registrata volutamente come sovraincisione, nel senso non ci ho suonato sopra, era una jam di chitarra strumentale proveniente da altra sessione-free dell’anno scorso. Le altre tracce sono nate più a casa come al solito, e non so com’è successo ma le ambientazioni sonore che evocano si sono incastrate perfettamente e sicuramente si ricollegano al mio interesse e ascolti sempre più maniacale per tradizione della musiche popolari dei vari paesi del mondo.”
Pezzi come Noiose Storie (il cui titolo potrebbe essere un probabile gioco di parole con la parola inglese “noise” in maniera dada e calzante in tutti i sensi allo stesso tempo) e Stobottteroba risultano più estemporanei e maggiormente nell’ottica delle descrizioni che dai di quest’offerta a nome Punk Xerox. L’elemento dada/situazionista si amalgama con il resto in maniera estemporanea ma intelligente, offrendo una caratteristica di suono più dilatato. Parlaci di come avviene il carattere più dadaista nella tua poetica e in quest’ultimo lavoro.
“Come ho spiegato nelle altre domande l’aspetto estemporaneo è fondamentale in Punk Xerox e anche l’errore e il non-voluto, dai quali possono nascere cose molto più interessanti che la strutturazione. C’è il romanzo e la poesia, ecco, Punk Xerox ha la sua ragion d’essere nella poesia. Sono io che sono fatto così e basta, non è dadaismo o situazionismo, ci sono persone che sono dei Freak e sono aperte a quello che succede di inaspettato ma relativo all’atto creativo e non solo. Il dada e situazionismo in fin dei conti sono stati movimenti artistici e politici strutturati nati a tavolino in seguito, un po’ come il punk, appena lo hanno chiamato punk il punk era già morto, così è stato per ogni movimento artistico d’avanguardia del 900. Io sono così e basta 🙂 mi piace suonare e svarionare da solo e in compagnia.”
Per concludere parlaci delle prossime novità e del (mini-)tour a venire.
“Intanto ci consoceremo di persona finalmente, infatti ti verrò a trovare in Puglia dove suonerò sia a Bari che a Taranto sia come Punk Xerox che come Tab_ giovedi 23 marzo Bari e venerdi 24 Taranto esattamente. Poi da qui alla primavera stanno venendo fuori date coi vari progetti, Bologna, Roma vari festival ecc ecc. Anche le date nascono in modo abbastanza estemporaneo non ho un’agenzia di booking, ma solo tante amiche e amici che mi stimano, mi aiutano che devo ringraziare col cuore.”