TOTALE!, musica autentica per pancia, mente e cuore
di Giovanni Panetta
Approfondimento su TOTALE! (EEEE, 2021). Intervista a due degli autori, ovvero Luca Tanzini (Tab_Ularasa) e Gianmaria Zanda (Forse), con track-by-track del disco.
TOTALE!

TOTALE! nelle sue differenti versioni (grafica di Simone Type).

Un po’ di mesi fa (il 30 Settembre 2021) l’etichetta ticinese EEEE, gestita da Vasco Viviani, fa uscire TOTALE!, un disco la cui materia sonora e non solo è stata plasmata da Luca Tanzini (Tab_Ularasa, alla voce, chitarra e theremin) e Gianmaria Zanda (Forse, alla voce, chitarra, organo elettrico e basso), Flavio Scutti (basso, organo elettrico, Fender Rhodes e glockenspiel), Beppe Sordi (sintetizzatore modulare), Damiano “Dug” Merzari (batteria), Luca Ciffo (registrazioni, missaggio, tastiere, percussioni e cori), Riccardo “Rico” Gamondi (mastering), Simone Type (grafica, serigrafia e packaging) e per l’appunto lo stesso Vasco Viviani (alla produzione). Il genere che caratterizza i brani, scritti da Luca Tanzini e Gianmaria Zanda, è legato sicuramente alle precedenti produzioni di Forse e Tab_Ularasa, che in passato ha evidenziato un’interessante connubio tra sperimentazione e creatività pop, allo stesso modo astratta ed espressionista. Alcuni dei brani di Tab_Ularasa presenti in TOTALE! hanno un’origine più di cinque anni fa, e qualche pezzo come Basta Pasta risale a quando ha cominciato a cantare in italiano (intorno al 2014); ci si riferisce ad un momento contrassegnato da sperimentazione noise, sampling estemporaneo e chitarre astratte e distorte, le cui idee confluiranno in un pop naïf e sempre obliquo. Forse (Gianmaria Zanda) invece conferisce un tocco più acido e psichedelico, classico per via dei suoi ascolti più contemplati. Due strutture principali, tra passato e presente, che anche all’interno di quelle singole istanze portano alla realizzazione di un lavoro abbastanza diversificato e completo nell’ottica del suo format, in cui cui ogni collaboratore ha dato un contributo personale che ha reso unico TOTALE!, ribaltando completamente la scrittura originaria dei brani.

Band in TOTALE!

I musicisti in TOTALE! al completo. In piedi da sinistra a destra: Gianmaria Zanda, Damiano “Dug” Merzari e Flavio Scutti; in basso, da sinistra a destra: Luca Ciffo, Luca Tanzini e Beppe Sordi.

Abbiamo rivolto delle domande a Luca Tanzini e Gianmaria Zanda su TOTALE! e le loro precedenti produzioni. Si seguito l’intervista.

Cominciamo dall’inizio; come nasce il lavoro collaborativo di TOTALE, la sua produzione da parte di Vasco Viviani (EEEE), e qual è il suo concept di fondo? Un disco all’insegna della melodia, ma in una forma eterodossa e sempre diversificata. Ce ne volete parlare?

Gianmaria Zanda: “Ciao Giovanni, innanzitutto grazie per questa ricca intervista, è un piacere risponderti!

“Riavvolgendo il nastro, nella parte blank prima dell’incisione, si sente la florida attività cerebrale di Vasco Viviani giungere a questo illuminante pensiero: “Perché non proporre a Tanzini e Zanda la realizzazione di un bello split album?” Credo che riscontrasse fra noi una simile attitudine riguardo la produzione musicale. Genuini e leggeri nella nostra totale e pesante serietà. Ironici nella consapevolezza della catastrofe. D’altra parte è altresì vero che siamo entrambi artisti che, tra le altre attività, si esprimono anche attraverso la musica, e non dei musicisti.

“Il lavoro collaborativo nasce principalmente dalle volontà di Vasco e Luca (Tanzini). Vasco ha la tendenza a connettere le persone, e si devono a lui la partecipazione di Luca Ciffo e Simone Giorgi, mentre lo spunto per l’evoluzione da split album a lavoro collaborativo lo si deve a Tanzini, che ispirato dalla proposta, aveva deciso di riarrangiare i suoi brani in modalità band, chiamando a raccolta i fidati Flavio Scutti e Beppe Sordi. Accolta di buon grado l’idea ho allora chiesto a Damiano “Dug” Merzari di unirsi all’avventura.

“Il contibuto di tutti questi attori ha sicuramente portato alla diversificazione a cui accenni, oltre al fatto di partire già dalla compresenza di due autori principali. La lavorazione degli arrangiamenti inoltre ha lasciato spazio alla libera espressione del singolo, dentro il recinto della concordanza. Riguardo la melodia io mi dichiaro fan assoluto delle linee accattivanti ed efficaci, potenti al punto da fuoriuscire anche se nascoste, assolutamente non stucchevoli quanto piuttosto succose e frizzanti; col ruolo di nota di contrasto all’interno di un insieme sapientemente equilibrato. Il brano prefetto per me è come una mela acidula: semplice, efficace e salutare.

“Credo che anche Luca sia devoto alla semplicità e all’efficacia, d’altra parte la potenza del motivetto è ampiamente conosciuta, e penso anche a livello popolare, nella tradizione orale di conoscenze concettuali, l’efficacia di una melodia fosse un componente fondamentale per la riuscita della trasmissione del sapere. Come nelle filastrocche, dove elementi come melodia, ritmo e ripetizioni organizzati in strutture elementari, aiutano ad imparare e memorizzare. Che ultimamente ho riascoltato con molto piacere, riscoprendone l’incredibile maestria nella creazione e nell’uso delle melodie, sono i Talking Heads; davvero superlativi.”

Luca Tanzini: “All’inizio doveva essere solo un split classico tra me (Tab_Ularasa) e Gianmaria (Forse).

“Vasco Viviani, boss dell’etichetta svizzera EEEE, che segue e stima le mie canzoni da un bel po’ e sicuramente allo stesso modo quelle di Gianmaria, ha avuto l’idea di mettere insieme i due progetti e mandarli a registrare in studio. Conosco Gianmaria da 4-5 anni, abbiamo fatto insieme una cassetta di freak-post-punk con un trio messo in piedi in un giorno dal nome “Out of Tune” per workshop di registrazione su cassetta tenuto da Valentin Noiret a Macao, Milano. Già in quell’occasione ci eravamo trovati bene, abbiamo lo stesso approccio: prendi un strumento, suona con gli altri senza farti tante domande, avere obbiettivi e paura di sbagliare. In seguito abbiamo approfondito l’amicizia nei vari Lugano Buskers festival dove mi hanno invitato spesso. Siamo molto diversi per quanto riguarda la composizione dei pezzi in qualche modo complementari e questa credo sia stata l’intuizione di Vasco.

“Abbiamo pensato di rendere più interessante e divertente la situazione invitando ognuno i propri amici. Io ho portato le persone che stimo e mi hanno aiutato di più negli ultimi anni della mia vita milanese: Flavio Scutti, produttore, artista, polistrumentista e Beppe Sordi guru misconosciuto dell’elettronica analogica italiana. Gianmaria ha portato, da Lugano, Damiano grande batterista dei Pussywarmers, band di riferimento degli anni passati per quanto riguarda il garage-folk-blues psichedelico svizzero-europeo. Abbiamo registrato tutto in un giorno e mezzo a Milano proprio una settimana prima dell’inizio della pandemia nello studio di Luca Ciffo. Il primo giorno si sono formate due diverse formazioni per arrangiare e registrare i due blocchi di canzoni, il giorno successivo ci siamo dedicati ad alcune sovraincisioni. Le registrazioni sono andate molto bene, nello studio di Luca ci siamo sentiti subito a nostro agio e lui è stato bravo a catturare al meglio i brani in presa diretta. Il conseguente entusiasmo ha portato all’idea di TOTALE! perché ogni componente è stato fondamentale quanto gli autori delle canzoni.

“C’era in programma di ritrovarsi tutti insieme in seguito per mixare, ma non è stato possibile a causa della pandemia. La fase di mix non è filata liscia come le giornate di registrazione, ed è stato difficile confrontarsi senza essere dietro al bancone del mixer e poter fare le cose in tempo reale. Io riesco a capire se un suono mi piace ma non so certo spiegare a chi fa il mix come fare a raggiungerlo, perlopiù in una produzione non casalinga come quelle che faccio di solito e finalizzata all’uscita di un vinile. Sono incapace a suonare gli accordi e devo ringraziare Flavio con il quale ci confrontavamo man mano che lavoravamo con Luca. Il disco poteva suonare meglio ma anche peggio, però sembra che piaccia parecchio a chi l’ascolta, perché comunque riesce a venir fuori la sua autenticità. Alla fine credo che sia questo il pregio principale di TOTALE!,  le canzoni arrivano dritte nella pancia-testa-cuore dell’ascoltatore e questa cosa oggi giorno è abbastanza rara che accada.”

Una domanda per Luca; il Giorno della Liberazione (25 Aprile) di quest’anno (2021) è uscito Due Mani E Una Pipa per la tua etichetta Bubca Records. L’album unisce suono analogico ed elettronica al contempo pop ed intelligente, attraverso una qualità lo-fi (in senso moderno e digitale) e un’esecuzione outsider. IL disco, di per sé un valore aggiunto nel suo contesto musicale, anticipa in parte alcune tracce di TOTALE, quest’ultimo contraddistinto da un arrangiamento barocco e sicuramente più accessibile. Tornando al tuo album, come nasce questo pop rumorista che per certi versi (come ci dicemmo in una precedente nostra conversazione pubblicata su Nikilzine) attinge alla musica popolare italiana? In che modo Due Mani E Una Pipa ha portato a TOTALE?

Luca Tanzini: “Le mie canzoni finite su TOTALE! sono già tutte uscite, alcune in “2 Mani e Una Pipa” altre in “Faccia di Fiori” ed altre ancora in “Ragni Giganti” e “Dolci di Fossa”, solo “I Soldi” è un inedito anche se esiste una registrazione precedente che forse finirà nel prossimo disco. Per TOTALE! ho pensato di mettere insieme i pezzi di Tab_Ularasa che si adattassero meglio ad essere suonati in un trio chitarra, basso e batteria.

“Non mi aspettavo che uscissero fuori così, quello che è successo durante la registrazione è andato oltre ogni mia aspettativa grazie a tutte le persone coinvolte nel progetto. Il mio modo di scrivere-suonare nasce da tutto quello che ho vissuto-ascoltato ed è finalizzato a quello che ho da dire di volta in volta. Faccio musica senza essere un musicista. Come mi ha fatto notare Gianmaria, la mia è una visione mistica-artistica-poetica: cerco di focalizzarmi e buttar fuori quello che ho dentro, brutto o bello che sia, in modo onesto, cercando di non salire su un piedistallo. Cerco sempre di comunicare e stabilire un contatto con gli altri partendo da quello che sento, o credo di sentire e la musica è sicuramente il linguaggio più immediato e divertente per farlo. La tradizione della musica popolare è alla base di tutto quello che è nato di più interessante nella musica italiana e nelle musiche di tutti i popoli. Per questo motivo negli ultimi anni ho cercato di ascoltarla e approfondirla in modo quasi maniacale. Dopo tanti anni, ascolti e percorsi musicali arrivi in modo naturale a questa conclusione buttando a mare i tuoi paraocchi.”

Gianmaria, il melodismo che accompagna il tuo solo-project Forse, in particolar modo con Harmony, un’uscita della label luganese Dischi Amici e la friburghese We Don’t Make It Records, e che ha visto la luce nell’autunno 2020, ha influenzato il corso di produzione e preproduzione di TOTALE. Infatti il tuo pop scanzonato e dalle tinte estive ha portato allo sviluppo del disco più recente citato, attraverso la tua poetica sempre diversificata che offre idee più disparate all’insegna della popular music. Sapresti dirmi in che modo le idee di Harmony sono influite in TOTALE, influendo, dal mio punto di vista, anche l’apporto di Luca?

Gianmaria Zanda: “Credo che le idee di Harmony siano le mie idee in generale, per cui portando i miei brani dentro Totale e contribuendo ai brani di Luca, di cui sono un gran fan, con un elemento importante come il basso , l’influenza sia avvenuta in modo piuttosto naturale. A Luca sono piaciuti i miei interventi e li ha adottati con piacere. Tra l’altro, anche viste le esperienze precedenti, io mi trovo davvero bene a suonare il basso per accompagnare i pezzi di luca. Mi vengono soluzioni valide in modo molto naturale. Forse dipende da un background molto simile e per cui c’è una comprensione quasi immediata.

“La varietà di idee credo abbia dipeso dalle suggestioni iniziali di ogni singolo brano. Penso che dipenda sempre da esse, o meglio, da una proiezione completa che mi immagino del brano finito, partendo dalle bozze. Devo solo seguirla, avvicinarmici e infine arrivarci. Anche il fatto di ascoltare e apprezzare musica diversificata sicuramente aiuta.”

Tab_Ularasa & Forse

Luca Tanzini (a destra) e Gianmaria Zanda (a sinistra).

Track-by-track di TOTALE!

Metti Le Dita Nella Presa, scritta ed eseguita da Luca Tanzini, è pop graffiante con accenni all’alternative rock. Il pezzo sembra essere spensierato, naïf e ironico probabilmente che potrebbe destabilizzare un certo pubblico ordinario. Il pezzo verso la fine è particolarmente interessante per via dell’elettronica caotica e dilatata di Beppe Sordi. Come nasce questo pezzo (originariamente tratto dall’album Due Mani E Una Pipa di Luca), il suo stile incalzante e allo stesso tempo plastico?

Luca Tanzini: “Sono particolarmente attaccato a questo pezzo che ho scritto tutto di getto una notte dopo una serata a base di gin al Lugano Buskers Festival. E’ abbastanza autobiografico, si tratta di un dialogo col mio Ego, con tutti gli Ego del mondo. Loro sono la parte più grande dei nostri cervelli bacati, sembrano invincibili e volano sempre in alto come dirigibili, ma c’è un modo per ucciderli, basta mettere le “Dita nella presa”. E’ un pezzo punk ripetitivo, con la chitarra suono sempre la stessa corda, il basso di Gianmaria e la batteria di Damiano poi ti fanno saltellare come se si prendesse la scossa veramente. Beppe Sordi è stato fondamentale per dare quel tocco di ambiente psichedelico-strano come se tutta la situazione accadesse dentro la mia mente e quella di chi ascolta. Beppe è il mago supremo dell’elettronica analogica, suona i synth guardando e inventando le forme d’onda. Ai tempi di Milano, avevamo un progetto sperimentale chiamato Liutprando dove suonava una bicicletta preparata e riusciva a tirar fuori suoni mai neanche immaginati.”

Gianmaria Zanda: “Punk o popolare per l’immediatezza dell’espressione. Ipnotica come alcune tradizioni musicali tipiche del centro-sud italiano di antica derivazione.”

Disegno Metti Le Dita Nella Presa.

Immagine realizzata da Luca Tanzini basata sul pezzo Metti Le Dita Nella Presa.

Tenebra, scritta e diretta nell’esecuzione da Gianmaria, ha degli evidenti riferimenti all’indie pop più consonante, in cui comunque il synth del suo autore offre linee più monocorde, sciolte nel loro essere melodiche e minimali, quasi atonale e fluide. Come nasce questo pezzo e la sua estemporaneità?

Gianmaria Zanda: “Parto quasi sempre da riff che poi metto in loop e che sovraincido con linee melodiche, […] lasciando ad ognuna il proprio spazio, di vuoti o di accenti. Questa versione con batteria, che di solito non ho mai nei miei brani solisti, personalmente mi porta in quei territori della prima new wave, ancora molto legata al punk nelle sonorità, ma con evidenti venature pop. Il tutto immerso in un mix di musica pop italiana degli stessi anni, funkeggiante. Teresa De Sio, Lucio Battisti, Enzo Carella, ma anche Renato Zero e tutti i grandi classici di quegli anni, ben scolpiti nelle menti e indimenticati. Il brano ha una buona carica danzereccia e sono un gran fan di quegli stop’n’go.”

I Soldi, scritta e diretta da Luca, è più sospesa nella sua struttura compositiva, contornata da linee confusionarie e magmatiche delle tastiere di Luca Ciffo e il synth modulare di Beppe Sordi. L’arrangiamento è morbido ma allo stesso tempo maturo, con un testo minimale strutturato a periodi imaginifici. Come nasce questo pezzo e la sua inclinazione più di pop “altro”?

Luca Tanzini: “L’arrangiamento de “I Soldi” è nato sul momento, ci siamo lasciati andare, non c’era una struttura predefinita. Abbiamo trovato dei bei suoni, l’esecuzione è stata naturale-fluida e il risultato è sospeso come appunto dicevi nella domanda. Beppe ha messo l’elettronica il giorno dopo e Luca Ciffo la tastiera durante la fase di mix. Le voci nel disco sono tutte sovraincise perché impossibile registrarle in presa diretta a causa dei volumi degli amplificatori e batteria. Il testo, sì è minimale, ma fa viaggiare grazie all’accompagnamento sonoro psichedelico e poi c’è il finale a sorpresa che spiazza l’ascoltatore.”

Gianmaria Zanda: “Per me una canzone quasi rituale, che su una base ipnotica arriva ad alte punte di espressione di rigurgito energetico.”

Disegno I Soldi

Immagine realizzata da Luca Tanzini basata sul pezzo I Soldi.

Self Exorcitation Ritual Song, di Gianmaria, è un pop abbagliante dalle tinte, per l’appunto, estive e dai colori accesi. Un riff di organo dà un impostazione più dissonante e psichedelica, unendo suoni nuovi, diversi e più tradizionali allo stesso tempo, con retaggi psichedelici nei ’60. Come si combinano questi due aspetti, e qual è il corso della traccia?

Gianmaria Zanda: “Tra i miei contributi autoriali, si tratta del brano probabilmente più rivisto nel lavoro d’insieme. La linea di basso trovata da Flavio ha impostato, a mio parere, la cosa su una una direzione (so che non ha troppissimo senso, ma questa è la mia impressione) no wave, punk funk. Anche la batteria da un tocco fondamentale. Tutto l’impianto ritmico funziona molto bene, compreso l’organetto. Si intrecciano lasciandosi spazio, grazie a pause e accenti e creano qualcosa che ritengo davvero notevole. La tastiera è battente, quasi marziale. Il basso apre a un cammino che non pesta i piedi.  Il ritmo di batteria ha una cadenza costante  ma lenta, che non ti molla. Dopodiché ci sono colorazioni pseudo-brasiliane. Il suono dell’organetto mi rimanda ai jingle da stadio di hockey nordamericano che festeggiavano il goal negli anni ’70/’80, mentre la sua cadenza ritmica mi sembra da musica disco. La chitarra solista invece mi riporta agli Stranglers di Golden Brown, per il suono o per la sequenza di alcune note.”

Mondo Tarocco, di Luca, ha un ritmo lateralmente rock’n’roll ma più robotico (sincopato e periodico). L’elettronica di Sordi dà un tocco più cosmico verso il finale, realizzando qualcosa di davvero interessante. Inoltre un testo decadente e ironico, dai tratti non-sense. Come nasce questo pezzo e la sua struttura insolita e pop allo stesso tempo?

Luca Tanzini: “Questo pezzo è stato scritto un po’ di anni fa quando vivevo a Milano. Come “metti le dita nella presa” è nato prima il testo e poi ho trovato delle linee percussive di chitarra-da-asilo per accompagnare le parole. E’ un po’ una filastrocca per bambini ma potrebbe essere un rap, un pezzo trap o un pezzo da chiesa. In TOTALE! “Mondo Tarocco” diventa un po’ come per “Metti le Dita nella Presa” un pezzo post-punk con un mood saltellante che rende ancora più strano-incisivo il testo con accostamenti veloci di certe parole e rime. I miei testi alla fine funzionano quasi sempre come se disegnassi delle vignette. Uso parole per disegnare situazioni in modo a volte espressionista altre volte dadaista. “Mondo Tarocco” è una canzone-visione-constatazione di come oggi va il mondo, un po’ come per “Soldi”.”

Gianmaria Zanda: “Basso e batteria hanno seguìto e sottolineato la direzione data dal canto di Luca, che cambia accentuazioni tra strofa e ritornello, mentre la chitarra prosegue dritta per la sua strada. Con l’apporto della sezione ritmica la strofa risulta un rock’n’roll ritmicamente un po’ zoppicante ma discorsivo, mentre il ritornello è una sincope esclamativa.”

Disegno Mondo Tarocco

Immagine realizzata da Luca Tanzini basata sul pezzo Mondo Tarocco.

Vapor Out Of My Mouth, Sun Rays On My Cheeks, di Gianmaria, è un pezzo più sospeso fondato su linee sintetiche e corali che si ripetono in maniera ondivaga, proprio come un moto rototraslatorio che si smorza sotto l’azione della gravità. È un esperimento molto innovativo nell’album e nel contesto. Qual è il processo del pezzo e il motivo della sua periodicità?

Gianmaria Zanda: “Parte tutto da un riff d’organetto che m’ispirava sensazioni di cori gospel sulla scia di riletture di genere fatte da mostri sacri come Spacemen 3. Ricercavo ciò che loro m’hanno dato soprattutto con Perfect Prescription e percepivo una gran fascinazione per un certo blues primitivo e ipnotico. Il suono o il ritmo frenetico del riff d’organetto però mi riportava anche a certe cose happy hardcore, da cui il tentativo di ammiccare a inizio brano a quella dimensione. Nel martellamento ritmico del riff, cosa che mi piace molto della gabber, si possono leggere facilmente le sottodivisioni temporali e vivere la ritmica nei suoi dimezzamenti . Mi piacciono molto i brani che possiedono la qualità di essere letti facilmente in più tempi. Credo che anche il funk si possa inserire in questa categoria. Quando suono ho la gambetta che va sempre a mille, quasi come un tremolio, ma poi sopra ci costruisco linee con diversi tempi e accenti, e questa frenetica sottostruttura rimane nascosta; anche perché solitamente i miei pezzi son privi di sezione ritmica in quanto tale. Nell’hip-hop invece la frenesia viene espressa dalla ritmica vocale, sopra un ritmo base che si può definire lento.

“In sé, penso sia una sorta di brano di ringraziamento. Il testo si riferisce a una sensazione molto piacevole, che tutti conosciamo, credo, ed è quel momento in cui sentiamo il calore entrarci nel corpo, con relativi brividini e vuoi soltanto che duri in eterno. Tipo il tepore del primo raggio di sole in un mattino invernale.”

Beppe Sordi

Beppe Sordi.

Sa Di Fregatura, sempre scritta e diretta da Gianmaria, tergiversa su un pop più cantautorale. Sicuramente la traccia più spensierata di TOTALE, da un suono più patinato e verbale. Come nasce questo pezzo e il suo melodismo?

Gianmaria Zanda: “In realtà è la decostruzione di un brano, giustamente risultato particolarmente immaturo, con ispirazione afro soul spiritual jazz o qualcosa di simile. In quel momento stavo parecchio dentro queste cose, tipo Gary Bartz, Don Cherry, Alice Coltrane, etc. ma il pezzo era davvero solo abbozzato, basato unicamente su un interessante giro di basso. È stato quindi pesantemente rimaneggiato e riorganizzato con l’intenzione di portarlo in territorio hip hop. Ne è conseguita la stesura di un testo tutto nuovo che parla direttamente dell’insoddisfazione per il primo risultato. Dal mio punto di vista è la canzone più cervellotica del lotto, o per lo meno costruita secondo dei dettami puramente logici e consequenziali. Ad ogni modo è giusto non fermarsi e non accontentarsi finché non si è soddisfatti. Una quadra, in qualche modo, la si deve trovare.”

Basta Pasta, di Luca e dal testo sempre non-sense, ha un riff di chitarra periodico e psichedelico e una batteria (di Damiano Merzari) approssimativamente motorik, che attraversa tutta la traccia. Il suono è più riverberato, rimandando più ai sixties o a sonorità lo-fi degli ’80, ma con un piglio più moderno. Come nasce il pezzo e il suo altalenarsi su diverse epoche?

Luca Tanzini: ““Basta Pasta” è una delle prime canzoni che ho scritto in italiano, nei primi concerti era diventata un tormentone. La canzone si è materializzata quando vivevo in una casa con tante persone e mangiavamo sempre pasta. L’idea iniziale era che fosse suonata a tavola con forchette, coltelli, pentole con i cori e le urla dei commensali. In TOTALE! l’esecuzione è stata una bomba, con la parte finale urlata che viene esaltata grazie alla ritmica estrosa del basso di Gianmaria e la batteria placcata di Damiano.”

Disegno Basta Pasta

Immagine realizzata da Luca Tanzini basata sul pezzo Basta Pasta.

In 100000 Metri, diretta da Gianmaria, il suono assume una forma popular ma più eterodossa attraverso l’organetto con effetto wah-wah (sempre di Gianmaria); le sonorità, dai colori irridescenti, sono più magmatiche, come colori ad olio su una tela offerta dalla struttura ritmica, più ferma e in movimento allo stesso tempo. Come nasce il pezzo e il suo lato più pop-rumorista?

Gianmaria Zanda: “La canzone nasce da un riff loopato e sviluppato su sovraincisioni di linee melodiche. L’organetto è diventato wah-wah perché senza effetto non suonava giusto, e il wah-wah è stata la soluzione che ha convinto tutti. È frizzantino. Come dev’essere la spuma del mare che fa shhh a contatto con la sabbia. E ha un sapore salaticcio. Tipo le caramelle acide che schiumano in bocca. L’effetto wah-wah può ricordare delle bolle. Il parlare sott’acqua. La formazione di bolle durante la parlata. O nelle orecchie. Il rumore dell’ebollizione.”

Luca Ciffo

Luca Ciffo.

Cioccolato Fondente, un altro pezzo di Luca, dal testo sempre spensierato e dalla struttura incalzante. Le sonorità sono più pop, ma la struttura portante e l’arrangiamento sono più organici e maturi, offrendo un ottimo sfogo elettronico più minimale per l’elettronica di Sordi. Come nasce questo pezzo, il suo arrangiamento più organico in TOTALE, e da cosa si sviluppa il testo?

Luca Tanzini: “Questa è il pezzo più recente del disco, risale se ricordo bene a fine 2019. È la mia hit commerciale di sempre e ai tempi del non-politically-correct magari con “Cioccolato” sarei diventato ricco e famoso. A parte gli scherzi è una delle nuove canzoni in cui Tab_Ularasa si sta evolvendo e immergendo in altri paesaggi sonori dove la melodia scanzonata diventa importante quanto il folk, il punk e la psichedelìa.  In TOTALE! il risultato finale è radiofonico con grandi suoni grazie a Gianmaria e Damiano poi Beppe ci ha messo la weirdness giusta che fa diventare la canzone ancor più originale .

Gianmaria Zanda: “Il metodo di lavoro è sempre stato lo stesso, per cui non saprei dire da cosa nasca precisamente il suo arrangiamento più organico, probabilmente dalle intuizioni di Luca riguardo lo spazio da lasciare all’elettronica; che in effetti ha modo di esprimersi in prima linea.”

Disegno Cioccolato Fondente

Immagine realizzata da Luca Tanzini basata sul pezzo Cioccolato Fondente.

Let’s Chill, At Least Until The Real Tomorrow, di Gianmaria, ha linee più soul e rock’n’roll (questo aggettivo è più rivolto al riff di chitarra iniziale). Verso la fine synth e chitarre si intrecciano, offrendo qualcosa di meno pop e più naïf allo stesso tempo. Come nasce il pezzo e il suo guardare verso un passato diverso rispetto le altre tracce di TOTALE?

Gianmaria Zanda: “Io ci vedo sonorità da country rarefatto, surf, gruppi piuttosto recenti come i Growlers, i Demon’s Claws, quindi anche garage. Ci vedo anche Iggy Pop, e poi i Doors, i Seeds e altri gruppi sixties californiani o comunque un po’ desertici. Forse anche dello spaghetti sound e del Tuareg blues. Così come alcune registrazioni leggendarie di Sandford Clark e Bob Fryfogle. Probabilmente è tutta una questione di suoni, effetti e sequenze armoniche, ma anche di timbri vocali, o qualità di registrazione. Magari invece si deve tutto alla sabbia del deserto. Ma io non ci sono ma stato. In ogni caso questa è la mia lettura, che va a completare visionariamente l’ascolto, aggiungendo quello che non c’è. In conclusione, non so se leggere questo brano come un esercizio di stile o un rigurgito espressivo necessario derivato dalla forte passione per queste sonorità.”

Sesso Espresso, di Luca e conclusione di TOTALE, ha un aspetto più scampanellante e vellutato, notturno nel testo, nelle linee della chitarra, della tastiera e ovviamente dell’elettronica. Qual è il corso della traccia e come avviene il suo arrangiamento più organico?

Gianmaria Zanda: “È l’unica traccia su cui Luca ha lavorato con sovraincisioni specifiche avvenute al di fuori dello studio di registrazione. Le aveva ben chiare in testa, immagino. Sì, è piuttosto vellutato.”

Luca Tanzini: “È una canzone disillusa sull’amore. Trattare [un tale] argomento non è affatto facile, senza rischiare di cadere nelle solite banalità da cantautore-pop italiano medio. Dovevo trovare un modo non stucchevole per farlo e allora ho pensato a quelle strane situazioni che spesso accadono nelle piazzole dei distributori di benzina. Questo pezzo è l’unico dove non c’è batteria, mentre lo stavamo suonando Damiano si è alzato dicendo “io non ce la sento, non la suono” e aveva ragione. Allora è entrato in formazione Flavio Scutti alla tastiera, il risultato è tipo una colonna sonora di un film, una specie di “Il Tempo delle Mele” all’incontrario. E’ l’unico dei miei pezzi che è stato chiuso a distanza. Mancando la batteria, l’idea è stata quella di creare una colonna sonora-canzone e in questo caso è stato fondamentale Flavio Scutti che ha messo Fender Rhodes, glockenspiel, io poi ho aggiunto il theremin.  Devo ringraziare particolarmente Flavio per il continuo confronto su musica e vita, iniziato con la sua produzione dell’album “Ragni Giganti”, è lui che mi ha stimolato e permesso di allargare gli orizzonti sonori e compositivi.”

Disegno Sesso Espresso

Immagine realizzata da Luca Tanzini basata sul pezzo Sesso Espresso.

 

 

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