IL TENDER NOISE DEGLI ADA-NUKI
di Giovanni Panetta
Discorso su Ada-Nuki e intervista in merito a Stefano Spataro. Sonorità più "tender" si stavano sviluppando all'interno del noise, italiano e fuori.
Ada-Nuki

Cover di Ada-Nuki (2008).

Continua la scoperta ai gruppi dell’area del tacco dello Stivale, all’insegna della distorsione e della dissonanza. Gli Ada-Nuki, formati a Taranto nel 2006 e attivi fino all’estate del 2009, combinano suoni magmatici di derivazione math rock, con astrazioni sonore che nascondono un retaggio nell’avanguardia, il tutto amalgamato con suoni fuzz di estrazione più tradizionale. Ada-Nuki è un duo formato da Stefano Spataro (basso, effetti e voce) e Giorgio Maniglia (batteria e voce), quest’ultimo in quegli anni attivo anche nei Microwave With Marge. Due le uscite: un mini-album come esordio, del 2007, Plastic French Mozarela (autoprodotto), e l’album omonimo (per la Whosbrain? Records, di Cherbourg, Francia)) del 2008, nel quale compaiono tutti i pezzi dell’EP. Diversi i concerti in Italia e in Francia, e per una serie di date, nel 2007, suonarono di spalla con Le Singe Blanc.

Un passato rumoristico che potrebbe rispondere all’etichetta (come da definizione) di Taranto noise, anche se nel contesto generale potrebbe essere ristretta. Molto spesso in quei pezzi si fa riferimento ad un immaginario ironico e a suo modo empatico nel quale immedesimarci; secondo le parole di Stefano Spataro, che abbiamo intervistato, Pompelmo, first track dell’album omonimo rispecchia la quotidianità di uno dei componenti del duo: “Giorgio aveva sto brutto vizio di bere succo di pompelmo durante le prove. Terribile, ma dopo due o tre ore ti ci abitui”
Oppure, Lo Gnomo ha origine dai luoghi della loro città, combinando quella decadenza con immagini buffe e infantili: “Taranto, probabilmente un sabato sera, centro città dopo un concerto di Urkuma tra l’altro in un posto incredibile sotto il lungomare. Sulla facciata dell’Archita troviamo un murale scritto davvero male che dice: “mollalo gnomo”, ma era scritto così male che poteva essere “molla lo gnomo”, oppure “mollala, gnomo”. Eravamo alticci, e va da sé che abbiamo continuato a ripetere questo mantra fino a scriverci un pezzo”.
Plastic French Mozarela fa riferimento alla loro esperienza in Francia, e Sakura Bondage ad un pezzo nei Naked City (Osaka Bondage). Mentre, per quanto riguarda C’est Comm Chier Son Aime, ancora Stefano dà la sua descrizione del pezzo: “Il testo lo scrisse Giorgio, molto interessante. Tradotto da François [R. Cambuzat]. Ricordo che al Magister [Fabio Magistrali, che ha prodotto l’album, nda] piacque molto l’atmosfera notturna che chiudeva il disco, e si divertì molto a creare quell’andamento quasi dub verso la chiusura. LSB invece restarono colpiti dall’immagine di cacarsi l’anima. Come dargli torto…”.

Si è lontani dalla cultura punk o dell’hardcore che esaltava l’ideale della durezza, della temerarietà. Questa volta il nuovo noise, che rientra comunque nello spettro del punk, si riferisce ad un immaginario tenero e buffo. Questo tender noise vuole rivolgersi ad una comunità più estesa di ascoltatori, fondendo l’intelligenza del rumore e dando la parvenza di qualcosa di divertente. Tali manifestazioni vivono di diverse interazioni, o con la musica stessa, o l’artwork di una cover, o un concerto, o un sito. Una musica a suo modo più democratica che ha segnato l’underground più recente (subito prima del pieno affermarsi dell’elettronica) dando nuova linfa all’arte e al rapporto interpersonale.

Quello di Ada-Nuki è un tender noise a suo modo più acerbo, in cui dominano ancora il punk DIY degli anni ’90. Ma racchiude in sè molti di quegli elementi che abbiamo descritto.
Di seguito l’intervista a Stefano Spataro (adesso in HysM?Duo e solista, e precedentemente anche Bokassà, La Sedia Di Wittgenstein, Occhio Trio, e anche Ritratto Di Un Mattino e Anonima Folk) incentrata sul suo vecchio progetto.

Ada-Nuki, alcuni dei protagonisti del panorama musicale tarantino, decide di costituire (intorno a Novembre del 2006) un superduo noise (a suo modo): Stefano Spataro che esordì con Ritratto Di Un Mattino e Anonima Folk, e Giorgio Maniglia con il suo background musicale (in particolare con Logan). Ma come nasce e si sviluppa il progetto, e con quali intenzioni?

Plastic French Mozarela

Cover di Plastic French Mozarela (2007).

“Oddio, non sentivo nominare Ritratto Di Un Mattino e Anonima Folk da un sacco di tempo, se non dagli amici che mi sfottono… scherzi a parte, il progetto nasce una sera sulla Litoranea Salentina. Ero con il mio amico Jacopo (vedi HysM?Duo) a bighellonare come al solito nostro, quando entra sto tipaccio in macchina (Giorgio) e mi invita a incontrarci più avanti nel tempo nel suo garage per una suonata. Accetto. Scambio di numeri e dopo qualche mese iniziamo a strimpellare. Dopo qualche mese avevamo una scaletta appena decente e neanche il nome della band quando ci chiamano a suonare in provincia di Cosenza (B-Side, di Rende). Allora ho acquistato un fuzz, abbiamo fatto un paio di prove di sistemazione del tutto e siamo partiti per il nostro primo live dove c’erano almeno qualche centinaio di persone (e non per noi! Era la festa di San Valentino ed era pieno di universitari). Ah, il nome della band l’abbiamo deciso per strada, e non era Ada-Nuki”.

L’unico album omonimo del 2008, per Whosbrain Records, dal mio punto di vista è molto interessante, e in esso convergono diversi aspetti; se Plastic Frecnch Mozarella e Sakura Bondage brillano per il loro noise rock, Pompelmo e Hotel Clodio hanno dei tratti che rimandano a quel concretismo concettuale dei primi HysM?Duo, ovvero rumori percussivi metallici e riff di chitarra aleatori che rimandano al vostro passato più vicino. Ada-Nuki è l’unione di più aspetti in musica e rendono il tutto molto interessante. Ma come nasce questo accostamento tra le due polarità, quella di derivazione rock e l’altra legata all’avanguardia?

“Non sbaglio se dico che le due polarità sono un po’ il connubio dei nostri rispettivi background, quello di Giorgio (almeno all’epoca) più noise rock, quello mio più psichedelico e avanguardistico. Anche se poi tutto questo è vero fino a un certo punto, molte parti di rock progressivo sono mie e si vanno a miscelare con alcune storture di batteria. Al di là di tutto, prepotente è l’influenza, nel disco in studio ma anche per attitudine e scelte poi prese sul palco, dell’influenza di Fabio Magistrali, che non si è limitato, come sempre, a registrarci l’album, ma ha creato una vera e propria esperienza sonora prima, durante e dopo la sua realizzazione”.

Nel contesto tarantino il duo è un punto di svolta insieme ai già citati HysM?Duo, gli stessi Microwave With Marge con Giorgio, e i quasi prossimi Bogong In Action che sarebbero nati in quel periodo. Il rumorismo tarantino avrebbe assunto caratteri più astratti, e successivamente quegli artisti avrebbero assunto successivamente un carattere più concettuale e verso l’elettronica, come Solquest e Sammartano. Ma come si è sviluppata secondo te quell’idea di sperimentazione in quel contesto locale? C’è stata una forte influenza non autoctona di ascolti e ambizioni, o sbaglio?

“Ti ho detto più volte che per cogliere tutte le sfumature di questa faccenda va scritto un libro! Scherzo (in realtà, no), però quello che sicuramente stava succedendo dal 2006/2007 e che è rimasto vivo almeno fino a un cinque o sei anni fa era la percezione di una nuova ondata di suoni, un nuovo modo di fare musica che guardava al passato recente (Logan, la Sicilia, ma anche le scene d’oltre oceano, vedi Providence e blabla) e cercava di legarlo a un immaginario più nostro, più concreto, fatto di sala prove, birra a un euro, panzerotti, “averamend” e tormentoni affini. Ascoltavamo tutti musica proveniente da altre parti dell’Italia e del mondo. Andavamo a suonare in giro e iniziavamo a conoscere un po’ di gruppi, ci facevamo ospitare e li ospitavamo; il periodo è stato anche geo-storicamente quello ideale (internet e l’abbattimento delle frontiere tra i paesi ci hanno aiutato molto). Tuttavia credo che abbiamo detto quello che dovevamo dire partendo anche dal nostro piccolo, senza pretese, con pochissime velleità, e soprattutto con un bel po’ di volume”.

Inoltre un gruppo dalla valenza maggiormente internazionale; ci sono state delle date in Francia nel 2008, e siete stati a contatto con Le Singe Blanc, che avete supportato di spalla in alcuni dei vostri primi concerti (2007). Altro legame francese è la produzione del vostro disco omonimo per la Whosbrain?. Inoltre alcuni dei vostri testi sono in francese (tradotti da François R. Cambuzat di Putan Club e L’Enfance Rouge) Come mai questo legame transnazionale che si sarebbe consolidato ancor di più successivamente? (Musica Per Organi Caldi avrebbe prodotto gli ultimi dischi de Le Singe Blanc).

“Ti potrei dire che è stato tutto un caso, perché non credo nel destino. Eppure qualcosa nell’aria ci diceva che doveva andare tutto così. Il connubio con LSB è nato durante un concerto organizzato a Taranto da Giorgio presso il Lucky Moment (non so se ti rendi conto…). Finisce il concerto (il nostro secondo live) e loro ci propongono di sostituire la band che era in tour con loro (vedi Oshinobo Bunker Orchestra). Io avevo 22 anni. Ho fatto lo zaino e siamo partiti per qualche giorno, senza pensarci su. Siamo stati ad Altamura, Firenze (ex CPA) e non mi ricordo dove più… Situazioni incredibili comunque. L’anno successivo (gennaio 2008) facciamo un tour italo-francese per raggiungere Metz (la città di LSB) e suonare al loro festival, dove incontriamo David [Giot, nda] della Whosbrain con cui avevamo già parlato per far uscire il disco. Nel 2009, altro tour italiano con LSB di 22 date in 29 giorni (!!!), con furto di furgone a Roma e altre impervie storie. Quell’estate Ada-Nuki si scioglie”.

LSB-Ada-Nuki

Locandina del concerto di Le Singe Blanc e Ada-Nuki del 15 Aprile 2009 all’Arci Il Cavallo Di Troia di Molfetta.

Piccola curiosità: qual è l’origine del nome “Ada-Nuki”? So che Giorgio in Cow Licks Cow dei Microwave With Marge nei credits compare come G-Nuki; c’è un’associazione?

“Sì. G-Nuki perché sarebbe G from Ada-Nuki. Ada-Nuki non so bene cosa significhi. Giorgio sosteneva fosse la traduzione in giapponese di “tagliare i rami secchi”, ma una volta chiese spiegazioni a una ragazza giapponese che lo prese a male parole, quindi boh? Ti posso dire però che ci siamo chiamati anche Osaka Bondage e Togi (avevamo un dj-set condiviso con questo nome)”.

Ada-Nuki si sarebbe sciolto di lì a poco, ma le sue energie sono state proiettate in avanti nel tempo, come abbiamo accennato. Ma dal tuo punto di vista qual è stato il più forte contributo nel tuo futuro artistico? Che cosa ti ha trasmesso l’esperienza Ada-Nuki?

“Grazie all’esperienza con Giorgio devo dire che ho imparato a osare veramente. Non capisci realmente cosa puoi fare con un basso, un distorsore e tre amplificatori finché non ci provi veramente. Io l’ho capito a spese delle mie orecchie e di quelle del pubblico. Abbiamo fatto davvero concerti assordanti, mai quanto quelli dei Bogong In Action, comunque. E al di là della musica (e del rumore), con Ada-Nuki ho rotto per la prima volta la barriera dei live locali. Per andare in tour, anche piccoli, ti dovevi sbattere, conoscere persone, suonare gratis, dormire per terra, mangiare di merda, vivere a stretto contatto con gente che per pochi giorni è la tua famiglia e dopo rischi di non vederla per anni interi (vedi LSB). Tutte attività che poi ho portato avanti con HysM?Duo negli anni successivi, ma è come se il tirocinio l’avessi fatto con Giorgio”.

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